Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere, perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà (Pr 25,21-22).
Nel Nuovo Testamento questa logica divina si fa purissima logica umana di Gesù Signore. In questa logica non solo non si odia il nemico, per il nemico si offre la vita perché lui possa convertirsi, ritornare nella casa del Padre, ricevere la sua alta dignità filiale. È questa una logica non solo di perdono, ma di sacrificio, offerta, annientamento di sé perché il nemico possa vivere. Solo Dio è capace di questa logica. Cristo Gesù l’ha vissuta tutta nella sua carne. Chiede ad ogni suo discepolo che anche lui la viva nella sua carne, secondo questa logica viva ogni sua relazione con i nemici.
Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione (Rm 5,1-11).
La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene (Rm 12,9-21).
La logica di Dio è di un amore universale purissimo. Quando Gesù pronuncia queste parole non è ancora salito sul patibolo della croce. Sono solo all’inizio del suo ministero profetico e messianico. Non può offrire se stesso come modello del vero amore.
Nel Cenacolo compie il gesto della lavanda dei piedi e propone se stesso come unico e solo modello da seguire. Lui ha lavato le nostre colpe con il suo sangue. Per la nostra redenzione è andato sulla croce. È morto per noi. Si offre come unico nostro modello.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli Santi, aiutateci ad imitare Cristo Gesù. a cura del Movimento Apostolico
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