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“Amiamo la Chiesa anche se ha difetti! E’ nostra Madre nella fede”: così il Papa nell’Udienza generale

papa_12-giugno-testo_2974590_708896CITTA’ DEL VATICANO – All’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha ripreso le catechesi sulla Chiesa in questo “Anno della fede”. “Tra le immagini che il Concilio Vaticano II ha scelto per farci capire meglio la natura della Chiesa – ha esordito il Pontefice – c’è quella della “madre”: la Chiesa è nostra madre nella fede, nella vita soprannaturale (cfr. Cost. dogm. Lumen gentium, 6.14.15.41.42). E’ una delle immagini più usate dai Padri della Chiesa nei primi secoli e penso possa essere utile anche per noi. Per me è l’immagine più bella della Chiesa: la Chiesa è madre. “Anzitutto – ha detto – una mamma genera la vita, porta nel suo grembo per nove mesi il proprio figlio e poi lo apre alla vita, generandolo. Così è la Chiesa: ci genera nella fede, per opera dello Spirito Santo che la rende feconda, come la Vergine Maria. La Chiesa e la Vergine Maria sono mamme ambedue, e quello che si può dire della Chiesa si può dire anche della Madonna, e quello che si può dire della Madonna, si può dire della Chiesa”. “Certo – ha proseguito – la fede è un atto personale: «io credo», io personalmente rispondo a Dio che si fa conoscere e vuole entrare in amicizia con me (cfr Enc. Lumen fidei, n. 39). Ma la fede io la ricevo dagli altri, in una famiglia, in una comunità che mi insegna a dire «io credo», «noi crediamo». Un cristiano non è un’isola! Noi non diventiamo cristiani in laboratorio, noi non diventiamo cristiani da soli e con le nostre forze, ma la fede è un regalo, è un dono di Dio che ci viene dato nella Chiesa e attraverso la Chiesa. Quello è il momento in cui ci fa nascere come figli di Dio, il momento in cui ci dona la vita di Dio, ci genera come madre. Se andate al Battistero di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del Papa, all’interno c’è un’iscrizione latina che dice più o meno così: ‘Qui nasce un popolo di stirpe divina, generato dallo Spirito Santo che feconda queste acque; la Madre Chiesa partorisce i suoi figli in queste onde’. E’ bello, eh? E questo ci fa capire una cosa importante: il nostro far parte della Chiesa non è un fatto esteriore, e formale, non è riempire una carta che ci danno e poi … no, no: non è quello! ma E’ un atto interiore e vitale; non si appartiene alla Chiesa come si appartiene ad una società, ad un partito o ad una qualsiasi altra organizzazione. Il legame è vitale, come quello che si ha con la propria mamma, perché “la Chiesa è realmente madre dei cristiani” (De moribus Ecclesiae, I,30,62-63: PL 32,1336). Poi ha proseguito: “Chiediamoci adesso: come vedo io la Chiesa? Sono riconoscente anche ai miei genitori perché mi hanno dato la vita, sono riconoscente alla Chiesa perché mi ha generato nella fede attraverso il Battesimo?”. E a braccio ha aggiunto: “Ma quanti cristiani ricordano la data del loro battesimo? Io vorrei fare la domanda qui: quanti di voi – ma ognuno si risponde nel proprio cuore – quanti di voi ricordano la data del proprio battesimo? Alcune mani si alzano … Ma quanti non ricordano, eh? Pensano: ‘Ma, io credo che sia stato a Pasqua, io credo a Natale, io credo …’. Ma la data del battesimo è la data della nostra nascita alla Chiesa, la data nella quale la mamma Chiesa ci ha partorito. E’ bello … … E adesso, un compito da fare a casa: quando oggi tornate a casa, andate a cercare bene qual è la data del vostro battesimo. E quella è buona, per festeggiarlo, per ringraziare il Signore per questo dono. Lo farete? [la folla risponde: “Sììì”.] Sì, è un compito, eh? Fare i compiti … Amiamo la Chiesa come si ama la propria mamma, sapendo anche comprendere i suoi difetti? Tutte le mamme hanno difetti, tutti ne abbiamo. Ma quando si parla dei difetti della mamma, noi li copriamo, li amiamo, così … E la Chiesa ha i suoi difetti, pure. La amo così, come la mamma? La aiutiamo ad essere più bella, più autentica, più secondo il Signore? Queste domande vi lascio. Ma non dimenticate i compiti, eh? Cercare la data del nostro battesimo, per averla nel cuore e festeggiarla”.

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“Una mamma – ha ancora affermato il Papa – non si limita a dare la vita, ma con grande cura aiuta i suoi figli a crescere, dà loro il latte, li nutre, insegna il cammino della vita, li accompagna sempre con le sue attenzioni, con il suo affetto, con il suo amore, anche quando sono grandi. E in questo sa anche correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina nella malattia, nella sofferenza. In una parola, una buona mamma aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanere comodamente sotto le ali materne, come una covata di pulcini sta sotto le ali della chioccia. La Chiesa come buona madre fa la stessa cosa: accompagna la nostra crescita trasmettendo la Parola di Dio, che è una luce che ci indica il cammino della vita cristiana; amministrando i Sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci porta il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Penitenza, ci sostiene nel momento della malattia con l’Unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna in tutta la nostra vita di fede, in tutta la nostra vita cristiana. Possiamo farci ancora qualche domanda: che rapporto ho io con la Chiesa? La sento come madre che mi aiuta a crescere da cristiano? Partecipo alla vita della Chiesa, mi sento parte di essa? Il mio rapporto è un rapporto formale o è vitale?”.

Papa Francesco ha poi concluso con un terzo pensiero: “Nei primi secoli della Chiesa, era ben chiara una realtà: la Chiesa, mentre è madre dei cristiani, mentre “fa” i cristiani, è anche “fatta” da essi. La Chiesa non è qualcosa di diverso da noi stessi, ma va vista come la totalità dei credenti, come il «noi» dei cristiani: io, tu, tutti noi siamo parte della Chiesa. San Girolamo scriveva: «La Chiesa di Cristo altra cosa non è se non le anime di coloro che credono in Cristo» (Tract. Ps 86: PL 26,1084). Allora la maternità della Chiesa la viviamo tutti, pastori e fedeli”. A braccio ha proseguito: “Alle volte io sento: ‘Io credo in Dio ma non nella Chiesa. Io ho sentito che la Chiesa dice …’. Ma chi, quando ha detto? – ‘No, i preti dicono …’. Ma, una cosa sono i preti … ma la Chiesa non è solo i preti: la Chiesa siamo tutti. E se tu dici che credi in Dio e non credi nella Chiesa, stai dicendo che non credi in te stesso, e questa è una contraddizione. La Chiesa, siamo tutti! Tutti! Da quel bambino recentemente battezzato che era lì, fino ai vescovi, al Papa: tutti. Tutti siamo Chiesa e tutti siamo uguali agli occhi di Dio. Tutti!”. E “tutti – ha sottolineato – siamo chiamati a collaborare alla nascita alla fede di nuovi cristiani, tutti siamo chiamati ad essere educatori nella fede, ad annunciare il Vangelo. Ciascuno di noi si chieda: che cosa faccio io perché altri possano condividere la fede cristiana? Sono fecondo nella mia fede o sono un chiuso? Quando ripeto che amo una Chiesa non chiusa nel suo recinto, ma capace di uscire, di muoversi, anche con qualche rischio, per portare Cristo a tutti, penso a tutti, a me, a te, a ogni cristiano! Penso a tutti. Tutti partecipiamo della maternità della Chiesa, tutti siamo Chiesa: tutti; affinché la luce di Cristo raggiunga gli estremi confini della terra. E viva la Santa Madre Chiesa! Tutti: Viva la Santa Madre Chiesa!”.

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