CITTA’ DEL VATICANO – “Mai più la guerra!” Lo scrive due volte Papa Francesco questa mattina nel tweet lanciato dopo la S. Messa celebrata a Casa Santa Marta; così come ieri durante l’Angelus, anche oggi il cuore del Papa è “turbato” dalle vicende della Siria e dal rumore delle armi che l’America sembra voglia agitare. Immediate le adesioni al tweet del Papa con centinaia di retweet in tutte le lingue usate dal Pontefice per comunicare con i “cinguettii” della rete. Papa Francesco ieri, nel corso dell’Angelus ha proclamato per il 7 settembre una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo ed ha aggiunto che “non è mai l’uso della violenza che porta alla pace.
“Mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”. “Con angoscia crescente” – ha detto ieri Francesco all’Angelus – “il grido della pace” “sale da ogni parte della Terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità”. “Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitti che ci sono in questa nostra Terra, ma in questi giorni il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria, e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano”. “Quanta devastazione, quanto dolore – ha sottolineato – ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese”. “Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche”. “Pensiamo quanti bambini – ha esclamato – non potranno vedere la luce”. “C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della Storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire!”. “Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace”, ha ammonito: “Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione”. Quindi il richiamo alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo, promuova senza indugio iniziative chiare per la pace, basate sul dialogo e sul negoziato per il bene dell’intera popolazione siriana: “Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini”.