Mons. Paul Hinder ha presieduto la cerimonia di ordinazione di p. Darick Paul D’Souza e di p. Arun Raj Manuel. I sacerdoti sono figli di emigrati indiani, per i quali la Chiesa rappresenta “il domicilio spirituale”. “Chi vive all’estero vede nella comunità cristiana la propria casa, all’interno di una marea culturale diversa dalle proprie tradizioni”. La miglior prova di convivenza tra religioni diverse “si basa sulla testimonianza quotidiana della vita cristiana”.
Anche se negli Stati del Golfo il cristianesimo è una religione di minoranza, “continua a esserci fertilità vocazionale. Lo testimoniano le ordinazioni di due sacerdoti di origine indiana: p. Darick Paul D’Souza (del Karnataka) e p. Arun Raj Manuel (del Kerala)”. Lo dice ad AsiaNews mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, che gioisce per “le prime ordinazioni cristiane mai avvenute nella storia degli Emirati Arabi Uniti. Esse sono state una vera festa per tutta la comunità”.
L’ordinazione dei due sacerdoti cappuccini è avvenuta lo scorso 8 gennaio, festa del Battesimo del Signore. Mons. Hinder riferisce che erano presenti oltre 4mila fedeli, entusiasti di “partecipare ad un evento straordinario”.
I due sacerdoti sono nati in India, ma si sono trasferiti negli Emirati quando erano molto piccoli, al seguito dei genitori immigrati per lavoro. “Qui l’80% della popolazione proviene dall’estero – riferisce il vicario – in cerca di un futuro migliore per la propria famiglia e i propri figli”. La Chiesa rappresenta per queste persone “il domicilio spirituale, e la comunità cristiana una casa all’interno di una marea culturale diversa dalla propria tradizione”.
P. Darick e p. Arun appartengono a due famiglie cattoliche dell’India. La molla che ha fatto scattare “la loro vocazione è stato con ogni probabilità quando io sono stato ordinato vescovo. Per entrambi quello è stato un momento davvero importante, qualcosa di inaspettato”.
Il vicario apostolico racconta come in seguito alla sua nomina i due cattolici si siano avvicinati a lui e gli abbiano chiesto di aiutarli a “riconoscere la loro vocazione e a indirizzarli nel cammino della missione cristiana. Ma io non potevo garantire la loro presenza qui nel Vicariato, a causa delle leggi civili di questo Paese”. Alla fine i due giovani hanno scelto di ritornare nella diocesi di origine dei loro genitori ed entrare a far parte dell’Ordine dei Frati minori cappuccini. “Qui hanno svolto la loro formazione sacerdotale”.
Per la cerimonia di ordinazione però, mons. Hinder ha chiesto ai superiori provinciali di poter organizzare l’evento ad Abu Dhabi. “I superiori hanno accettato – continua – e quindi la cerimonia si è svolta qui. I due giovani erano contentissimi di essere ordinati dove sono cresciuti e dove è nata la loro vocazione. Per i cattolici poi la loro celebrazione è stata una vera e propria gioia e a migliaia hanno voluto partecipare”.
Al termine della messa i sacerdoti hanno ringraziato la comunità, da “cui hanno avuto il sostegno per far crescere la loro vocazione”. In questo momento hanno già fatto ritorno in India “dove domenica prossima (24 gennaio) li attende un’altra cerimonia nelle rispettive parrocchie e poi un periodo di apostolato nelle comunità. Ma non è detto che in futuro non ritornino negli Stati del Golfo”.
Per quanto riguarda la convivenza della comunità cristiana in un’area a maggioranza musulmana, conclude il vescovo, “la cosa più importante è la testimonianza della fede sul luogo di lavoro, tra i vicini, nella vita di tutti i giorni. Quello che conta è essere onesti e testimoniare con il proprio atteggiamento la dottrina cristiana”.
Redazione Papaboys (Fonte www.asianews.it)