Sempre più drammatica la situazione a Gaza, dove all’alba di oggi 20 palestinesi che si erano rifugiati in una scuola dell’Onu nel nord della Striscia sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano. Intanto, sul fronte diplomatico, Hamas ha smentito di aver accettato la proposta di tregua arrivata dal Cairo. Secondo l’organizzazione palestinese nessun cessate il fuoco sarà possibile “senza la fine dell’assedio” e delle operazioni militari israeliane. Il servizio è di Graziano Motta della Radio Vaticana:
E’ stata un’altra notte di fuoco, colpite fra l’altro dalle artiglierie israeliane tre moschee – a Gaza città, Rafah e Shati – e una scuola dell’UNRWA , l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ove avevano trovato rifugio centinaia di famiglie, provocando qui una ventina di morti. La ragione di queste incursioni va ricercata nel fatto che parecchie moschee e finora tre scuole dell’ UNRWA sono state usate come deposito di armi e batterie di missili, tanto che un comunicato dell’ONU denuncia “la flagrante violazione” della sua neutralità e ribadisce la condanna per i miliziani che se ne servono. E ancora brucia la cisterna deposito della grande centrale elettrica di Gaza; con l’interruzione dell’energia sono particolarmente entrati in crisi gli ospedali, già al collasso per l’altissimo numero di ricoverati (sono circa 5700 in tutta la Striscia) il loro grido di allarme è per i reparti di terapia intensiva, dialisi e chirurgia. Come sempre, numerose abitazioni sono rimaste coinvolte nelle ostilità: a Khan Younis sono morti la scorsa notte cinque membri della stessa famiglia come ieri 17, sempre di uno stesso gruppo familiare.
In Israele la notte è trascorsa quieta ma in apprensione; ieri i lanci di missili palestinesi, un centinaio, avevano interessato le aree del centro e sud del paese e in particolare quella di Gerusalemme e l’esplosione di un razzo aveva ferito cinque soldati. Sembrano vani i tentativi diplomatici – tuttora in corso – per stabilire una tregua umanitaria: leader di Hamas hanno smentito le voci diffusesi ieri della possibilità di accettare il cessate il fuoco proposto dall’Egitto e uno di essi , Mohammed Deif, ha ribadito che condizioni essenziali sono la fine dell’ “aggressione” israeliana e la riapertura dei valichi di frontiera. E mentre l’ayatollah Khamenei dall’Iran chiama il mondo intero, e in particolare quello islamico, a condannare “i crimini” di Israele e ad armare i palestinesi di Gaza, Stati Uniti e Israele con comunicati ufficiali hanno smentitoche sia stata aspra l’ultima conversazione telefonica tra il presidente Obama e il premier Netanyahu.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana