La guerra in Siria durerà ancora a lungo. E’ quanto sottolinea il presidente Assad, che in un’intervista a Paris Match promette ancora una volta di sconfiggere i ribelli che dal marzo del 2011 tentano – afferma – di abbatterlo militarmente. Ma il vero nemico in Siria al momento resta lo Stato islamico. E non solo in Siria. Il servizio di Fausta Speranza per la Radio Vaticana.
Nell’est della Siria, miliziani jihadisti del cosiddetto Stato islamico continuano l’avanzata verso l’aeroporto militare di Dayr az Zor. Nella battaglia di ieri, 19 morti. Lo scalo aereo è una delle ultime roccaforti del regime e se dovesse cadere in mano all’Is – affermano in tanti – centinaia di soldati e sottufficiali rischierebbero di essere trucidati. E’ uno dei punti di crisi che dimostrano che la coalizione anti Is sta ottenendo risultati ma certamente non si può gridare vittoria: Claudio Lo Jacono, direttore della rivista Oriente moderno:
“D’altra parte l’Is non è che si comporti sempre esattamente come un esercito regolare. E’ il nemico, in qualche modo, asimmetrico rispetto agli eserciti formali, come noi li conosciamo; ha dunque la possibilità di agire anche in modo terroristico con singole azioni.”
Dalla Siria all’Iraq dove solo ieri sono morte 37 persone. A parte il braccio di ferro tra forze governative e miliziani nella regione di Al-Anbar, continuano gli attentati nella capitale: nelle ultime ore, 12 morti nel sobborgo sciita di Sadr City. E 15 nella città settentrionale di Kirkuk. Intanto, preoccupa il fronte Libia. Ancora lo Jacono:
“Lo Stato islamico sta diventando un poco come al Qaeda, cioè un’etichetta che può radunare parti ben diverse e lontane tra loro geograficamente. In Libia c’è una componente, da tempo, estremista, legata al fondamentalismo islamico.”
Dopo i primi allarmi arriva il rapporto dettagliato del generale Usa Rodriguez, capo dell’Africa Command, che parla di campi di addestramento nel Paese del Nord Africa, sulle Montagne Verdi o alle porte di Derna, dove ci sarebbero circa 800 jihadisti.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana