TESTIMONIANZE DI FEDE – Rita Sberna intervista Andrea Fortezza, un giovane ragazzo originario della Sicilia esattamente di Caltagirone, ma vive con la moglie e i suoi due figli a Padova, da molti anni. La sua storia è costellata da molte turbolenze e da un tunnel nero che lo ha condotto nel vortice della droga e dello spaccio.
Andrea inizia a drogarsi da bambino, a soli 12 anni comincia a fare uso di stupefacenti e inizia a spacciare nelle piazze del suo paese. Arriverà addirittura a programmare il suo suicidio in Sicilia, proprio nella casa in cui è cresciuto.
Poi quell’incontro con Gesù, dona ad Andrea una nuova speranza, una nuova vita ma soprattutto un nuovo cuore.
Ci siamo fatti raccontare da lui stesso questa triste vicenda, conclusasi con la Grazia di Dio.
Andrea, tutto comincia quando avevi 12 anni, si presentarono le prime forme di ribellione. Cosa successe?
A 12 anni cominciai a suonare in un gruppo musicale e in quel gruppo tutti facevano uso di sostanze stupefacenti, inizialmente le più leggere come marijuana e hashish, alcool e psicofarmaci, ed io per non sentirmi diverso da loro, cominciai a farne uso. Da quel momento, iniziò per me un calvario perché andai sempre a peggiorare.
A 18 anni iniziasti anche a spacciare?
Iniziai prima dei 18 anni perché quando cominciai a soli 12 anni a fare uso di queste sostanze, il fatto di non essere lucido mi piaceva sempre di più, di conseguenza ogni giorno aumentavo sempre la dose fino a che arrivai al punto di aver bisogno di tanta sostanza.
Così a 16 anni cominciai a spacciare nelle piazze di Caltagirone, e in quel modo avevo la possibilità di usare più droga per me e infatti a 18 anni già facevo uso di eroina.
Com’era il rapporto con i tuoi genitori, vi era dialogo tra voi?
Tra me e i miei genitori c’era una mancanza di dialogo. Mio padre da quando sono nato, fino all’età dei miei 15 anni ha lavorato a Milano, e scendeva giù in Sicilia a trovarci o una volta ogni 3 mesi o addirittura ogni 4 mesi. Stava pochissimi giorni con noi, di conseguenza non ho mai avuto un rapporto con mio padre e questo purtroppo si è prolungato per tanti anni.
Anche con mia mamma non avevo nessun dialogo, in quanto lavorava tutto il giorno, sia mattina che pomeriggio, le poche volte che stavamo assieme in casa era soltanto per litigare perché ero molto ribelle, non volevo ubbidire ed eravamo sempre in guerra.
Quando conoscesti tua moglie?
Ho conosciuto mia moglie quando avevo 14 anni e lei 12. Per i primi 5 anni abbiamo avuto soltanto un rapporto di amicizia. Lei per me è stata la mia prima donna, da subito le iniziai a parlare dei miei problemi e mi confidavo apertamente con lei e poi ci fidanzammo.
Tu non hai visto crescere la tua prima figlia perché a 21 anni entrasti in comunità?
Dopo che iniziai a farmi di eroina, passarono un paio di anni e nacque mia figlia Christin, a quel punto sia i miei suoceri, che i miei genitori e mia moglie, mi dissero che se non sarei entrato in comunità, non mi avrebbero più accolto in casa e mi avrebbero buttato fuori.
Entrai in comunità contro il mio volere, soltanto per fare un piacere a loro. Infatti stetti in comunità per un anno e mezzo, ma non servì a nulla soltanto ad imparare qualcosa, perché non appena uscito caddi nuovamente nella droga.
Dopo un po’ di tempo, nacque il tuo secondo figlio, Daniel. Avevi una falegnameria che sei stato costretto a vendere e i tuoi figli erano costretti a lavarsi con l’acqua fredda. Perché?
Uscito dalla comunità, aprii una falegnameria che fra l’altro andava benissimo e riuscivo a fare un grosso fatturato. Solo che dopo aver aperto questa attività lavorativa, non caddi più nell’eroina ma peggio, nella cocaina.
Di cocaina spendevo 1000 euro al giorno e facendo uso quotidiano di questo, spesi tutti i soldi che avevo guadagnato grazie alla falegnameria. Così dovetti venderla, restai senza soldi e i miei figli non avevano nemmeno cosa mangiare, non pagavo più le bollette ed è per questo che erano costretti a lavarsi con l’acqua fredda.
Rientrasti nuovamente in comunità dove sei rimasto per altri 6 mesi. Che successe poi?
Quella volta entrai in comunità con i miei piedi perché mi resi conto di essere arrivato ad un punto di non ritorno. Stetti solamente 6 mesi perché avevo già completato il programma la prima volta che entrai in comunità.
Poi quando uscii, cominciai nuovamente a drogarmi ma con furbizia, non facendo capire niente a nessuno, continuavo allo stesso tempo a farne uso tutti i giorni.
Ti sei mai chiesto perché ti drogavi, cosa ti portava a farlo?
Grazie al lavoro introspettivo che ho fatto in comunità, ho capito che uno dei principali motivi per cui mi sono iniziato a drogare è stato perché vivevo dentro di me, una sensazione di incapacità e mi sentivo inferiore rispetto agli altri che mi stavano vicino.
Per esempio, se io mi trovavo insieme ad altre 4- 5 persone, non riuscivo a parlare perché dentro di me credevo che gli altri mi considerassero uno scemo. Quando invece, iniziai a fare uso di sostanze, ho visto che riuscivo a parlare con gli altri, riuscivo a ridere e mi sentivo ai loro livelli.
Ho compreso che vivevo un forte disagio interiore stando insieme agli altri.
Ad agosto del 2011 facesti un sogno. Puoi raccontarcelo?
Dopo l’ennesimo arresto che mi avevano fatto a gennaio, andai a Padova da mia moglie che aveva trovato lavoro ed era stata assunta. Mia moglie non voleva saperne più di me, ma le dissi che ero andato solamente per vedere i bambini e che mi sarei trovato un b&b per dormire la notte.
Alla fine ho dormito per due mesi in macchina perché mia moglie non aveva nessuna intenzione di accogliermi in casa.
Passati quei due mesi, mia moglie mi accolse in casa, ma purtroppo spesi tutti i loro risparmi perché continuavo sempre a drogarmi.
Ad agosto feci un sogno, mi trovavo in un prato verde e in lontananza vedevo un ragazzo, si chiama Maurizio (anche lui è di Caltagirone ed era stato tossicodipendente) ma non avevamo mai avuto confidenza, lo conoscevo solo per nome. Quando si avvicinò mi disse “Andrea stai sereno non sei da solo, non preoccuparti perché affronteremo assieme questa battaglia”.
Poi mi mise una mano sulla spalla.
Il giorno dopo, sognai di nuovo, e mi ritrovai disteso su quel prato verde, ad un certo punto sentii una voce che mi disse “ Inizia a pregare e a leggere la Bibbia, vai in Chiesa ”.
La prima cosa che feci l’indomani mattina, appena alzato, accesi il computer e cercai una Bibbia da comprare on-line, ma abbandonai l’idea subito perché costava 20,00 euro.
Nei primi di settembre, iniziasti a pensare al suicidio?
Si, i primi di settembre arrivai ad un punto in cui non ce la facevo più, dall’1 settembre fino al 3 settembre, passai le notti fuori, facendomi tutto il giorno di cocaina.
Così dopo, andai a casa da mia moglie e i miei figli, e dissi chiaramente loro, che era l’ultima volta che mi vedevano perché volevo estirpare il cancro (che ero io) dalla mia famiglia così gli dissi che sarei tornato in Sicilia per suicidarmi nella mia casa natale.
Quando me ne andai, durante il viaggio in auto, ho vissuto una vera e propria battaglia, sentivo una voce che mi sussurrava all’orecchio “ Fermati a Napoli ti faccio prendere tutta la droga che vuoi” subito dopo sentii un’altra voce che mi diceva “Non ti fermare, torna a casa”.
Mi sentivo sotto pressione, così mentre guidavo, aprii il finestrino e gridai a squarciagola “Dio se veramente esisti devi liberarmi altrimenti la farò finita con questa vita”.
Ricordo che arrivai a casa dai miei genitori che appena mi videro non mi riconobbero; ero 12 kg meno, alto 1.80 e pesavo 58 kg.
I miei genitori non mi volevano, ma quando dissi loro che ero tornato per suicidarmi, mi aiutarono cercando di starmi più vicino possibile.
In che modo Gesù ti ha aiutato ad uscire da questo tunnel?
Il 14 settembre, era il giorno del mio compleanno. Entrai su facebook e vidi che tutti i miei amici, scrissero in bacheca gli auguri per il mio compleanno. Fra i tanti auguri, ad un certo punto lessi quelli di Maurizio (il ragazzo che sognai) che mi scrisse “Tanti auguri di Buon compleanno Andrea e che Dio ti benedica”.
In quel momento pensai ai due sogni che avevo fatto, sapevo che Maurizio era un ex tossicodipendente e che si era convertito all’evangelo, così gli mandai un messaggio dicendogli che avevo bisogno di parlare con lui anche se non ci conoscevamo. E lui quel giorno venne a casa mia.
Siamo stati in macchina a parlare per 4 ore. Gli raccontai tutta la mia vita era come se lo conoscessi da sempre. Mi sentivo distrutto, il pensiero di farla finita era sempre fisso nella mia mente, ma allo stesso tempo cercavo aiuto. Lui mi ascoltò per tutto il tempo e guardandomi negli occhi mi disse che esisteva una persona in grado di potermi aiutare.
Allora dissi subito a Maurizio di andare da questa persona per parlargli, ma lui ancora una volta guardandomi negli occhi, mi disse che non c’era bisogno perché in quel momento lui era con noi. Mi voltai dietro, ma non c’era nessuno, i sedili erano vuoti. A quel punto gli domandai di chi stesse parlando e Maurizio rispose “Quella persona che può aiutarti si chiama Cristo Gesù”.
In quel momento, lo presi per pazzo e non riuscivo a capire; avevo parlato per tutte quelle ore cercando un aiuto concreto, non una religione e lui mi parlava di Gesù Cristo. Maurizio mi prese per mano e mi disse di iniziare a parlare a Gesù chiudendo gli occhi, come se lui fosse accanto a me, mi disse di chiedere perdono a Gesù per tutto il male che avevo fatto a me stesso e agli altri, per tutte le volte che lo avevo bestemmiato.
Così lo ascoltai e cominciai a chiedere perdono e poi chiesi a Gesù di entrare nel mio cuore, di donarmi un cuore nuovo e di trasformarmi.
In quel momento iniziai a piangere, ricordo che abbracciai Maurizio e subito dopo iniziai a provare un senso di pace, una gioia indescrivibile. Mi sentivo liberato.
Gesù Cristo era entrato nel mio cuore, da quel momento diventai una nuova creatura.
A quel punto Maurizio, mi diede una Bibbia e mi disse che dovevo leggerla.
Arrivai a casa e i miei genitori mi videro diverso, mio padre mi disse “Hai una luce negli occhi che prima non avevi”.
Dal giorno dopo, smisi definitivamente di usare ogni tipo di sostanza. Iniziai a leggere la Bibbia, e sentivo che il mio cuore si ammorbidiva ogni giorno di più.
Mi era rimasto il vizio delle sigarette, ricordo che ne fumavo 40 al giorno, ed un giorno, lessi un passo del Vangelo di Giovanni che diceva “Tutto quello che domanderete in preghiera con fede, credendo di averlo già ottenuto ti sarà dato”.
Ricordo che la sera, mi misi in ginocchio e chiesi a Gesù di liberarmi anche dal vizio delle sigarette.
L’indomani mattina non riuscii più a fumare, provai a fumarmene una ma dovetti subito buttarla perché mi assalì un senso di nausea.
Da quel giorno sono stato definitivamente liberato dalla sigaretta, da tutte le sostanze, ho iniziato a non bestemmiare, a non dire più bugie: Ho iniziato ad abbracciare i miei cari e a dirgli che gli volevo bene, il mio cuore si addolciva sempre di più.
Ti sei riunito con tua moglie e i tuoi figli?
Grazie a Gesù sono di nuovo tornato a vivere con mia moglie e i miei figli. Dopo la mia conversione, mia moglie scese a dicembre in Sicilia per farmi firmare le carte del divorzio, le dissi che le avrei firmate ma le proposi prima di venire con me in chiesa a conoscere i miei fratelli cristiani evangelici. Le feci quella proposta perché ero certo che se lei fosse venuta con me, il Signore avrebbe operato qualcosa di straordinario anche nella sua vita.
Infatti fu così perché lei quel giorno venne e ci fu una predica in cui si parlava del perdono, mia moglie in quell’istante sentì una voce che nel cuore le disse “Io sono disposto a perdonarti ma tu devi perdonare tuo marito e dovete cominciare una nuova vita assieme”.
Così da quel giorno stesso, mia moglie accettò Gesù nella sua vita e nel suo cuore e decise di ricostruire la nostra famiglia con al centro Gesù Cristo.
Com’è la vostra vita oggi?
Grazie a Gesù che continua ad operare meraviglie nella nostra vita, abbiamo ricominciato, ho comprato una nuova casa e serviamo il Signore andando al SERT tutte le settimane, dando il nostro sostegno e il nostro aiuto spirituale, parlando di Gesù Cristo con i tossicodipendenti, con gli alcolizzati e con i barboni.
Porto a loro, la mia testimonianza dicendogli che grazie a Gesù sono cambiato e che anche loro possono farcela. Un ragazzo del SERT grazie a Gesù è stato liberato dalla schiavitù della droga.
Cosa vuoi dire a tutti coloro che sono ancora nel tunnel della droga?
Io vorrei dire a tutti coloro che conoscono un parente, un amico o un conoscente che ha questo tipo di problema che ho avuto io, che Gesù Cristo può spezzare queste catene, basta confidare in Lui con tutto il cuore. Lui farà un opera nuova solo se noi confidiamo in Lui. Quello che desideriamo io e mia moglie è dare speranza a tutte quelle persone che l’hanno persa, anche a costo di rimetterci la vita stessa, siamo disposti a pagare qualsiasi prezzo pur di servire Gesù e di portare la sua parola a tutti quelli che ancora non la conoscono. Io ero seduto su una sedia elettrica e Gesù Cristo mi ha liberato per sempre. Devo la mia vita ed ogni mio respiro a Gesù. Che la mia storia possa essere d’incoraggiamento per tutti quelli che stanno attraversando dei momenti difficili. Dio Vi benedica.
Servizio di Rita Sberna