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Angelica, la bambina che legge cinquecento libri all’anno

«Tieni, questo è per te». Ringrazia con il sorriso dei sette anni. Avanti, allora: «Angelica, volevo chiederti…». No, non va così. Tempo di alzare gli occhi dal notes e la bambina ha aperto il libro che le hai appena regalato. Legge. Coi palmi delle mani, entrambe le mani, preme sulle pagine.

 

Semplicemente, tu non le interessi più. Assorta, lontana, concentrata, rapita, da un’altra parte… Mamma Michela, ex giornalista, ti guarda: «Te l’avevo detto, no?…». Vedere per credere. La storia di Alice nel paese dei libri non è una favola. A Pove del Grappa, periferia nord di Bassano, 3.083 anime all’anagrafe, c’è una bambina che in dodici mesi ha prelevato dalla biblioteca del capoluogo 212 libri. A Bassano se ne sono accorti analizzando i prestiti del 2016. «Onnivora, predilige ancora opere con immagini, ma si sta progressivamente avvicinando alla lettura di parole pure», dice la nota dei bibliotecari. In un Paese dove il 9.1 per cento delle famiglie non ha in casa neppure un libro (report Istat 2015 sulla lettura in Italia) e quasi la metà della popolazione non va oltre i tre libri l’anno, è notizia. Angelica tutto questo non lo sa, però, a modo suo, lo intuisce. «Sai che sono qui per raccontare di questa montagna di libri che hai letto? Non è una cosa comune. I tuoi compagni di questo tuo modo d’essere dicono qualcosa? Ti apprezzano? Lo sottolineano in qualche maniera? ». La piccola va secca: «No, anche perché nessuno dei miei compagni legge libri».

La madre di Angelica torna al principio di tutto. «La bambina ha iniziato la prima elementare che sapeva a mala pena scrivere il suo nome. Avevo delle perplessità, perché alcuni dei compagni già leggevano e scrivevano. Le ho proposto dei libri…». Accesa la miccia, è esploso un mondo. «Angelica ama i libri con figure e animali. Ha letto talmente tanto che, a partire da una figura, mi anticipa la storia che verrà. Per lei è un gioco. Da piccola le ho comperato qualche bambola, ma non le ha quasi guardate. I libri, invece…». Michela vuole proteggere la figlia. Non trovate il cognome nell’articolo, perché il genitore non vuole che si racconti un fenomeno, la bimba prodigio. E’ consapevole che chi legge in tenera età non necessariamente sarà accanito lettore nelle altre parti della propria vita. Ha incoraggiato alla lettura, la mamma, ma non è caduta nell’eccesso: «La maestra dice che una bambina stimolata, ma io l’ho seguita poco nella lettura. Avevo da fare con il fratello maggiore, che in terza media aveva più bisogno della mia attenzione. Angelica ha continuato a leggere per conto proprio ». E’ lettura ad alta voce, di solito. Angelica, leggeresti ad alta voce per me? «No». Usi sempre la stessa voce, quando leggi, o la cambi a seconda dei personaggi? «Uso sempre la stessa voce». Riesci a dirmi perché leggi tanto? «Perché mi fa stare bene».

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Oltre al benessere che provi, ti interessa anche quel che c’è nei libri, quel che puoi imparare, o ti limiti al piacere della lettura? «No, importa anche quel che ho imparato». Quali storie preferisci? «Quelle con le fate». Anche con gli animali, vero? «Sì». Hai un libro speciale, uno che ti è rimasto nel cuore? «Sì». Ricordi il titolo? «E’ quello al Polo Sud, ci sono degli animali…». Dei pinguini? «Sì…». Cappuccetto oca, Il corsaro nero, Kirikù e la strega Karabà, L’Isola del tesoro, Gatti al volante, Tino il cioccolatino sulla cime del Vesuvio… Alcuni dei titoli presi a prestito dalla biblioteca di Bassano. Anche Stefano Pagliantini, il direttore, suggerisce di «non fare di Angelica un fenomeno ma di raccontarla come esempio positivo » e per quel che è: una bella storia. Mamma Angelica aggiunge un dettaglio, che dettaglio non è: «In verità, i libri letti lo scorso anno solo molti più dei 212 bassanesi…». La bambina è vorace al punto da richiedere forniture extra: «Vado a prendere libri anche alle biblioteche di San Giuseppe (di Cassola, ndr) e Pove». Quindi, in tutto, la bambina dovrebbe aver letto qualcosa come cinquecento libri: conto, ovviamente, a spanne. Di nuovo con Angelica. Hai mai provato a scriverla tu una storia? «Sì, ci ho provato. E’ andata un po’ bene… A scuola scrivo tanto». E ti piacerebbe scrivere un libro, un giorno? «No, quello piacerebbe alla mamma». Cosa ti piacerebbe fare da grande? «Vorrei fare la stilista». La risposta spiazza anche mamma… «Stilista di moda? », le chiede. Un altro sì. Quindi ami anche disegnare? «Sì, un pochino…». Il tempo stringe, c’è la lezione di pallavolo da riprendere e Michela ha da fare. Angelica nel paese dei libri saluta e se ne va, con un piccolo rettangolo di carta sottobraccio. Il nostro regalo è già quasi vecchio…




Fonte corrieredelveneto.corriere.it

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