Nella chiesa di San Martino a Sottomarina, frazione di Chioggia (Venezia), a “ferragosto” è stato celebrato il funerale di una ragazza morta per droga.
Quasi un migliaio di persone hanno salutato “Annina”, soprannome di Anna Boscolo Berto, morta a soli 19 anni per mano di due baby consumatori-spacciatori. La ragazza da tempo stava cercando di chiedere aiuto alla sua comunità che, invece, distratta o senza valori, non ha saputo che offrirle che assenza e fretta.
Un anno fa Annina aveva cercato di ricominciare a frequentare la palestra, lasciata tre anni prima e, un mese fa, come ha ricordato il parroco che ha celebrato il funerale, don Pierangelo Laurenti, aveva chiesto persino di tornare a fare l’animatrice nei campi scuola parrocchiali. Un’intenzione che sembra stridere con quell’«orientamento religioso: atea» scritto sul suo profilo facebook ma che, invece, dimostra la crisi interiore che stava vivendo.
«Negli ultimi due anni ho lavorato e non ho potuto frequentare la parrocchia» aveva scritto in una mail a don Pierangelo.
Insomma, tanti tentativi per uscirne, tanti sforzi per trovare una strada diversa da quella della droga, dapprima percorsa lentamente e, poi, senza forse averne completamente l’intenzione, a precipizio in quella mortale giornata di sabato 6 agosto, quando affoga tra quattro flaconi di metadone e quelle pastiglie di Xanax offertegli da un “amico” e dall’ex fidanzato, entrambi assuntori di droga ma più grandi di alcuni anni e in questo caso trasformati in “pusher”.
I due giovani, uno di 22 e l’altro di 20 anni, sono ora indagati per il reato di omicidio e di omissione di soccorso. Allora è tempo di dire basta a questa ipocrisia sulla droga, occorre proibirne non solo lo spaccio ma anche l’uso personale!
da Google+ profilo de Maistre Serate S. Pietroburgo