Un frate umile, piccolo di statura, povero e di salute cagionevole, ma forte nello spirito, capace di aprire le coscienze di molti alla grazia e alla conversione. Nato nel 1866 in Dalmazia, allora Impero austriaco, ha vissuto nel silenzio, nella riservatezza e nell’umiltà 52 anni di vita sacerdotale. Durante l’omelia per la sua canonizzazione, il 16 ottobre 1983, San Giovanni Paolo II aveva ricordato che padre Leopoldo era sempre “pronto e sorridente, prudente e modesto”. Un “confidente discreto”, un “maestro rispettoso” e un “consigliere spirituale comprensivo e paziente”. Le sue erano confessioni brevi. “La misericordia di Dio – diceva – è superiore ad ogni nostra aspettativa
”. Confessa fino a poche ore prima della morte, avvenuta il 30 luglio del 1942. Il suo ministero è stato anche sempre animato da un desiderio ardente: l’unità di tutti i cristiani. E’ il Santo della riconciliazione e dell’ecumenismo spirituale, sottolinea fra Flaviano Giovanni Gusella, rettore del Santuario di San Leopoldo Mandić a Padova:R. – Padre Leopoldo ha dedicato tutta la sua vita quasi esclusivamente al ministero della Confessione. E’ stato “il confessore”, come ha detto anche Giovanni Paolo II nel discorso di canonizzazione. E poi è stato anche il profeta dell’ecumenismo spirituale: per più di 50 anni lui ha sentito dentro il suo cuore questa chiamata forte che lo spingeva a donarsi, a consacrarsi, a pregare e ad operare per l’unità dei cristiani, in maniera particolare della Chiesa d’Oriente e della Chiesa d’Occidente, la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica. Tutta la sua vita, quindi, è stata vissuta all’interno dei conventi nella celletta confessionale di Padova, con questo anelito, con questa spinta forte a donarsi completamente per l’unità dei cristiani.
D. – L’Anno Santo della Misericordia sarà anche un’occasione per sperimentare la gioia del perdono e comprendere, ancora più profondamente, il ministero del confessore così caro a San Leopoldo Mandić…
R. – E’ stato ministro del Sacramento della Riconciliazione, icona della Divina Misericordia, ed ha esercitato questo ministero con uno stile profetico – come è stato profetico per l’ecumenismo spirituale – con una misericordia, con una bontà, con una capacità di accoglienza, con uno stile dove si specchia quello che Papa Francesco ha scritto nella “Misericordiae vultus”, indicendo l’Anno Santo della Misericordia. Ha esercitato il Sacramento della Riconciliazione in maniera profetica, facendo gustare a tutti quanto fosse bello riconciliarsi con Dio, con i fratelli, con se stessi, cambiando vita, esercitando quella disponibilità alla grazia che il Signore dona a tutti.
D. – E’ stato Papa Francesco ad annunciarle che San Leopoldo sarà uno dei protettori del prossimo Anno Santo della Misericordia…
R. – In maniera del tutto casuale e fortuita, ma anche provvidenziale posso aggiungere, ho avuto la fortuna di scambiare qualche parola con Papa Francesco nell’udienza pubblica dello scorso mercoledì 22 aprile. E quando gli ho mostrato una cartolina con l’immagine di padre Leopoldo, immediatamente mi ha detto: “Sarà uno dei protettori del prossimo Giubileo della Misericordia”. E poi ha aggiunto: “Ma tu devi confessare come lui!”. Io ho risposto, quasi intimorito, che cerco di farlo, anche se è difficile imitare un santo… E allora mi ha detto: “Devi dire ai confratelli che devono confessare come lui”. Ed è molto bello questo perché mi ha rivelato che Papa Francesco conosce padre Leopoldo e il suo stile, così proponendolo non soltanto a noi Frati cappuccini, ma anche a tutti i confessori del mondo.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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