Adriana Masotti – Città del Vaticano
La notizia ufficiale della visita di Papa Francesco in Romania e, soprattutto le date, 31 maggio-2 giugno 2019, sono arrivate stamattina dalla Sala Stampa vaticana, ma i vescovi rumeni davano quasi per certo questo viaggio del Papa nella loro terra. Francesco aveva infatti dimostrato tutta la sua disponibilità già nel corso della visita ad Limina dell’episcopato lo scorso novembre. Non se l’aspettavano però già per quest’anno. Oggi, invece, la conferma ufficiale. Ma con quali sentimenti l’hanno accolta? Lo dice ai nostri microfoni don Wilhelm Danca, sacerdore rumeno responsabile del viaggio papale:
R. – Con tanta gioia ed emozione, perché nessuno pensava che potesse essere possibile, in questo breve periodo, ossia solo due mesi dopo la visita ad Limina dei vescovi. Sapevamo già che il Santo Padre aveva accolto ben volentieri l’invito, che era dunque ben disposto, ma aspettava di fissare i giorni e i luoghi dove si sarebbe recato, per consolare e dare forza alla fede dei nostri fedeli.
Il programma della visita non è stato ancora diffuso, ma sappiamo che il Papa, dopo Bucarest, visiterà le città di Iasi e Blaj, e un santuario, il Santuario mariano di Sumuleu Ciuc. Perché si è pensato a queste tappe?
R. – Intanto è molto significativo il giorno in cui il Santo Padre arriverà: il 31 maggio, data in cui si ricorda la visita della Madonna alla cugina Elisabetta. È quindi un giorno mariano che in un certo modo prolunga lo spirito della visita di San Giovanni Paolo II nei giorni 7-9 maggio del 1999. In quel viaggio, il Papa chiamò il nostro Paese “giardino della Madonna”, e apprezzò molto la devozione della gente per la Madonna. E oggi anche Papa Francesco viene qui per continuare questa linea spirituale del viaggio: promuovere l’unità di tutti i fedeli sotto il manto della Madonna, com’è scritto anche nel logo della visita. Abbiamo bisogno di un fermento, di un nuovo motivo e una nuova ispirazione per stare, vivere e pregare insieme. E speriamo che il Santo Padre, visitando queste città importanti della Romania, come Bucarest, Iasi e Blaj, dove troverà diversità di espressioni linguistiche ma anche diversità nel manifestare la fede, ci auguriamo che la sua visita sarà un invito all’unità.
Unità tra le diverse componenti della Romania, sia civili che religiose; perché chiaramente non ci sono solo i cattolici ma sono presenti gli ortodossi, e ci sono diversi riti, diverse confessioni cristiane…
R. – Sì, appunto. Penso che il Santo Padre riuscirà a trasmettere un messaggio di unità a tutti i cristiani della Romania, che sono a maggioranza ortodossi. Poi ci sono i cattolici di diverse espressioni linguistiche e di diversi riti: cioè bizantini, latini… Ci sono anche dei protestanti, neo-protestanti ecc… Ma la presenza del Papa sarà una spinta verso l’unità tra tutti questi cristiani che oggi, dal punto di vista sociale e politico, si confrontano con una serie di difficoltà per trovare una strada per camminare insieme nella società. Certo, l’integrazione europea della Romania conta molto per noi, ma ha portato anche sfide che non immaginavamo. Ad esempio, le fratture nelle famiglie: sono soprattutto gli adulti che hanno lasciato le famiglie in Romania; i bambini vivono con i nonni oppure i nonni si ritrovano senza figli e nipoti. Insomma una nuova solitudine e un nuovo tipo di povertà che vediamo oggi, ossia il terminare la vita da soli dopo che si sono avuti dei figli e dei nipoti. Insomma, il Santo Padre verrà per trasmettere questo messaggio di unità. Speriamo e preghiamo per questo: per confortare la famiglia, la Chiesa e tutte le comunità. Ma anche per l’unità tra i diversi cristiani che vivono in Romania, come anche nella società, dove occorre maggiore determinazione per promuovere i valori cristiani e sociali, il bene comune e la verità nello spazio pubblico.
Ora è il momento della preparazione per l’accoglienza del Papa. Quindi vi mettete in moto: che farete?
R. – Ora iniziamo a informare maggiormente la società rumena sulla persona del Santo Padre e poi sui messaggi che egli ha trasmesso fino ad ora, sia per quanto riguarda la vita sociale che ecclesiale. E a livello locale cercheremo di stimolare il desiderio di attesa per questa visita con momenti di preghiera appositi, perché questa visita porti frutti spirituali ma anche sociali verso il bene e l’unità del Paese.
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