A Pisa, promosso dalla federazione pensionati della Cisl, si è tenuto un incontro con due ispettori di Polizia che hanno raccontato casi reali di truffe o furti a danno di persone anziane dando anche utili consigli su come difendersi e invitando in ogni caso sospetto a rivolgersi prontamente alle forze dell’ordine
Vincenzo (nome di fantasia), 80 anni, ha appena riscosso la pensione alle Poste centrali di Pisa, quando è avvicinato da un signore sulla cinquantina. Questi, furbescamente, fa cadere alcune monete per terra, dicendo di averle viste fuoriuscire dal portafoglio del malcapitato pensionato.
«Queste sono sue… le sono appena cadute dalla tasca» dice a Vincenzo il gentil signore. Denaro che il malvivente infila nella tasca del pensionato, sfilando, nel contempo, l’intero portafoglio e, con esso, l’intera pensione. Vincenzo ringrazia della cortesia. Un minuto dopo, però, si accorge di esser rimasto senza portafoglio, né documenti, e con i soli pochi spiccioli infilati in tasca dal malvivente.
Maria, 70 anni, ha notato strani segni in gesso disegnati sul muro perimetrale di casa, ma non ha indagato su quale sia il loro significato. Tornando da Messa, si accorge che i ladri hanno fatto irruzione nella sua abitazione, passando dalla finestra.
Non va meglio a Rosaria, 67 anni. Ha appena fatto le pulizie di casa ed aperto la porta per permettere un miglior circolo di aria. Si ferma pochi istanti con la sorella, che abita al piano superiore. Di ritorno in casa, scopre che i ladri hanno fatto appena in tempo a portarsi via il portagioielli che si trovava in sala.
Cecilia, 65 anni, sta percorrendo a piedi una strada semideserta alle otto del mattino, quando un malvivente le si avvicina chiedendole informazioni su dove sia cimitero, salvo poi strapparle con forza la collana dal collo.
Quattro casi tra tanti, le cui storie sono state raccolte nella sede della federazione dei pensionati della Cisl di Pisa. «Chi subisce l’esperienza del furto – commenta il segretario dei pensionati Cisl di Pisa Gabriello Cima – ha difficoltà a reagire. Frastornato, impaurito, deluso, umiliato, si sente impotente. Per risollevarsi, ha bisogno della vicinanza di familiari ed amici».
Nei giorni scorsi – invitato dalla coordinatrice delle donne della Fnp Cisl di Pisa Graziella Paggetti – l’ispettore di poliziaRocco Brienza e la sua collega l’assistente capo Anna Vannozzi, ha tenuto una lezione su come prevenire, o almeno difendersi da truffe e furti. Un utile vademecum che certo resterà nella testa di chi lo ha ascoltato. Eccone una sintesi.
Falsi corrieri/portalettere
Il falso corriere suona al campanello della vostra abitazione, asserendo di dover consegnare un pacco indirizzato al vostro nome (nome e cognome che sono letti sullo stesso campanello). Spesso l’uomo è insistente e vi mette fretta con diverse scuse, dicendo che il pacco è importante e che va ritirato con urgenza. Ingenuamente voi aprite la porta di casa facendolo accomodare, e lui continua asserendo che la consegna è in contrassegno e che per ritirarlo bisogna pagare una determinata cifra. Di solito non si tratta di cifre enormi, pertanto voi pagate e ritirate il pacco. Ebbene, vedrete che il malintenzionato si allontanerà con molta fretta. Incuriositi della consegna, vi accorgerete che all’interno del pacco è imballata qualsiasi cosa priva di valore alcuno, impacchettata solo per fare volume e peso. A quel punto, però, sarà troppo tardi.
Il consiglio delle forze dell’ordine: prima di far entrare un estraneo in casa vostra, utilizzare lo spioncino posto su quasi tutte le porte di accesso all’appartamento e constatare che l’uomo o la donna indossino una divisa da postino, corriere o da tecnico di vari enti. La porta non dovrà mai essere aperta del tutto: anzi, chi ne avrà la possibilità, dovrà utilizzare il chiavistello di sicurezza per poter vedere la persona e ciò che essa vi offre. Se siete quasi sicuri che sia veritiero, e decidete di aprire la porta all’estraneo, non vi costa niente chiamare un vicino o una persona di fiducia per farvi assistere. In certi casi, la truffa è stata sventata, facendo finta di aspettare l’arrivo di un familiare: quindi dite all’uomo di attendere cortesemente due minuti, che vostro figlio, marito o nipote è appena uscito e che a breve rientrerà a casa e che sarà lui ad occuparsi della consegna. Altrimenti, se siete quasi sicuri o avete il sospetto che la persona possa essere un malintenzionato, basta dire di non insistere e di aver chiamato la Polizia o i Carabinieri: vedrete che l’uomo sparirà celermente.
Falsi dipendenti pubblici
Alla porta della vostra abitazione si presenta un uomo che asserisce di essere un tecnico di un ente qualsiasi. Il falso dipendente indossa una falsa divisa e vi mostra un falso tesserino di riconoscimento. Dice di voler entrare per una riparazione, per visionare dei contatori all’interno della casa, per la lettura o il pagamento di una bolletta. Voi, rassicurati dalla divisa e dal tesserino aziendale, accogliete la persona o le persone in casa vostra. E lui (o loro) iniziano a far finta di lavorare, cercando di distrarre la vittima e di farla allontanare dalla zona della casa che a loro interessa, per poter procedere… nei loro scopi.
Il consiglio dell’ispettore di polizia: divise e tesserini di appartenenza ad enti privati sono facilmente riproducibili… pertanto quando si presentano presunti tecnici in casa vostra, qualunque sia la loro richiesta o il lavoro da fare, bene sarebbe contattare per telefono l’ente di appartenenza chiedendo di confermare l’invio di un loro tecnico nella vostra abitazione. Operazione che non dovrebbe essere difficile: tutti gli enti sono muniti di un numero verde reperibile sull’elenco telefonico.
Ma c’è di più: oggi tutto è informatizzato e nessun ente manda un tecnico a casa di qualcuno per riparazioni, consegnare bollette o riscuotere pagamenti. E se anche l’ente rivela un qualsiasi guasto, vi contatta per telefono, prendendo accordi sul giorno in cui sarà possibile far venire un loro tecnico a casa vostra.
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Falsa identità
Si presenta a casa vostra un uomo o una donna che asserisce di essere un amico di vostro figlio. Ne conosce il nome e tanti altri piccoli particolari. Vi racconta che tempo fa ha prestato del denaro a vostro figlio e che quest’ultimo ha detto all’uomo di passare dai suoi genitori per riscuotere la rimanenza del piccolo prestito. Addirittura simula una telefonata amichevole al figlio, confermando che è dai genitori e che gli stessi sono chiamati a saldare il debito. Voi genitori, dopo aver assistito alla scenetta, chiedete a quanto ammonti il debito e per questo saldate parzialmente o totalmente la cifra. L’uomo gentilmente ringrazia, dileguandosi.
In questi casi, secondo le forze dell’ordine, la prima cosa da fare è di lasciare l’uomo fuori da casa vostra e cercare di dialogare con lui a porta chiusa. Poi chiamate telefonicamente vostro figlio e chiedete conferma di quanto raccontato dall’uomo. Se questi era malintenzionato, vedrete che si allontanerà rapidamente. In questo caso denunciate il fatto chiamando il 112 o il 113. Altrimenti basterà chiedere scusa ed offrire un buon caffè all’amico di infanzia di vostro figlio.
La ruota e lo specchietto
Avete parcheggiato l’auto in un luogo poco frequentato, vi siete allontanati dal veicolo e quando siete tornati avete notato che una ruota è forata? Ebbe, qual è la vostra prima reazione? Vi toglierete di dosso la giacca e la borsetta lasciando il tutto sul sedile lato passeggero o sui sedili posteriori. Attenzione, però: se non chiudete le serrature dell’autovettura potreste ritrovarvi senza borsa, giacca ed effetti personali. Questo tipo di furto, infatti, secondo l’esperienza delle forze dell’ordine, è piuttosto comune.
Come lo è la cosiddetta truffa dello specchietto. Funziona così. Mentre siete alla guida della vostra auto, sentite che lo specchietto retrovisore laterale è stato urtato da qualcosa. Ebbene, vi fermate per controllare cosa è accaduto e venite avvicinati da una persona, che asserisce come con il vostro specchietto laterale avete urtato il suo, infrangendolo. L’uomo vi dirà che si tratta di un piccolo sinistro, che non è il caso di chiamare le forze dell’ordine per i rilievi del caso e che secondo lui si può risolvere tutto senza chiamare in causa le assicurazioni. Farà una stima approssimativa del danno e di sicuro, vedendovi titubanti, sarà disposto a scendere nelle pretese e finirà con il chiedervi un risarcimento di poche decine di euro. Cosa è successo in realtà? Il malintenzionato ha lanciato un piccolo sasso o moneta contro lo specchietto laterale di un’autovettura in transito, facendo credere che ci sia stato un urto tra specchietti laterali.
Il consiglio: non scendere a compromessi e chiamare di prepotenza le forze dell’ordine per far rilevare il sinistro: vedrete che il malintenzionato si allontanerà.
Falso direttore
Andate a fare un prelievo di denaro in un ufficio postale o bancario, e, una volta per strada, venite raggiunti da una persona curata, ben vestita, che asserisce di essere il direttore di quell’istituto. Vi dirà che il cassiere, mentre vi consegnava il denaro, ha fatto un errore. Per questo chiede di vedere le banconote appena ricevute. Di sicuro vi dirà che alcune banconote sono false ed in attesa di essere distrutte. Il falso direttore vi cambierà su strada le false banconote con vere banconote da lui possedute. A scambio avvenuto, il direttore si dileguerà e voi vi troverete in tasca varie banconote false avute in cambio di quelle vere.
La precisazione delle forze dell’ordine: nessun direttore vi raggiungerà mai per strada per sostituire o visionare banconote. Se vi capiterà una situazione del genere, cercate di portare l’uomo all’interno dell’istituto per confermare la sua identità. Oppure chiamate rapidamente il 112 o il 113.
Falso malore
Vi trovate in un posto pubblico molto affollato, ad esempio in un mercato rionale, quando una persona improvvisamente si accascia a terra denunciando un malessere. I passanti, preoccupati, si avvicinano per prestare un primo soccorso e appoggiano a terra borse della spesa, borse e borselli personali. E mentre loro si stanno assicurando dello stato di salute della persona, alcuni complici approfittano della situazione, trafugando i portafogli e altri oggetti di valore dalle borsette lasciate incustodite.
Il consiglio della Polizia: limitarsi a chiamare il 118 per far venire sul posto un’autoambulanza, ed al limite chiedere ad alta voce se tra i passanti vi è un medico per prestare un primo soccorso.
Come prevenire furti in abitazione
Se andate a fare la spesa o portate fuori il cane e l’abitazione resta vuota, bene sarebbe lasciare una luce accesa oppure il televisore o la radio con volume abbastanza alto (attenti però a non creare disturbo) per far credere che ci sia qualcuno in casa.
Se invece abbandonate l’appartamento per lunghi periodi è bene avvisare della vostra assenza un vicino di vostra fiducia. A lui chiedete anche di ritirare la corrispondenza dalla cassetta delle lettere, perché la posta in giacenza da molto tempo è indice di appartamento momentaneamente vuoto.
Infine, se uscendo di casa notate alcuni simboli per voi privi di significato, nei pressi del portone del palazzo o vicino ai campanelli, vi sono due spiegazioni: si tratta di semplici murales o graffiti urbani e dunque sono solo un atto vandalico; oppure qualche malintenzionato ha lasciato indicazioni precise con i simboli, per poter compiere un successivo furto in abitazione. Anche in questo caso è bene avvisare le forze dell’ordine e, successivamente, se indicato dall’operatore di Polizia intervenuto sul posto, rimuovere i simboli.
Come evitare gli scippi
Per ridurre la possibilità di essere scippate, ecco alcuni consigli utili. Il primo: procedere sul marciapiede nel senso contrario del flusso urbano, in modo da vedere le autovetture e gli scooter frontalmente. La borsetta deve essere sempre tenuta sul lato sinistro, per dare agli scippatori meno opportunità. Se per strada vi sentite afferrare e strattonare la borsetta, meglio lasciarla andare, anche se istintivamente sarete portati a trattenere l’oggetto: spesso le vittime dello scippo vengono trascinate e sbattute sull’asfalto riportando gravi traumi e lesioni.
I borseggi avvengono, generalmente, in luoghi affollati – all’interno di autobus, di mercati rionali, in caso di code agli sportelli. Alle donne è consigliato di tenere le borsette ben chiuse e ben salde non a tracolla ma anteriormente: i borseggiatori non aprono le lampo, ma operano da sotto, aprendo con taglierini. Agli uomini è invece consigliato, in luoghi affollati, di portare il portafoglio nella tasca anteriore dei pantaloni.
Cosa tenere in borsa? Cose indispensabili, come fazzoletti, chiavi, sciarpe e guanti, ed altri oggetti di scarso valore. I documenti è invece bene tenerli in tasca, perché se venite derubati i malfattori con i vostri documenti e le chiavi di casa possono farvi una ulteriore visita.
Cosa invece non tenere? Non oggetti dal valore affettivo: fotografie dei vostri cari presenti e passati (spesso fa più male essere derubati di questi che di qualche euro). Non oro o preziosi. E dopo aver riscosso la pensione o aver effettuato un prelievo di denaro da un ente o da un bancomat, meglio dividere il contante in varie mazzette, in modo da trasportarli in tasche diverse.
Quelle strane telefonate
Quante volte vi sarà capitato di ricevere telefonate sempre alla stessa ora, di rispondere al telefono, ma di sentire dall’altra parte della cornetta solo telefono… Ebbene, cercate di non essere sempre voi a rispondere al telefono a quell’orario: fate rispondere un figlio, un nipote o un vicino, sì da far capire che in quell’abitazione non siete mai soli. I malintenzionati, cercano di capire dalla voce se risponde sempre la stessa persona, la sua età e le sue abitudini, per poi cercare di commettere le loro malefatte.
Sempre più frequenti, poi, sono le truffe telematiche. Il consiglio della Polizia: fate molte attenzione quando andate ad uno sportello bancomat esterno alla banca di fiducia. Accertatevi che non vi siano parti mobili che possono far pensare ad una manomissione. In particolare controllate che la bocca dove inserite il bancomat sia integra e non alterata e che di lato o nella parte illuminata da neon non vi siano telecamere nascoste.
Se possibile, quando vi recati nei supermarket o in altre attività commerciali, utilizzate tessere bancomat precaricate, come Postepay o Paypal, di modo che se la tessera magnetica dovesse essere clonata, l’importo che potranno sottrarvi sarà solo quello che vi avete caricato. Queste carte, inoltre, non hanno uno scoperto: se vengono caricate a 100 euro, possono essere utilizzati soltanto quelli.
Oltre al «vademecum» un video con «nonno Lino»
«Una lezione da ascoltare tutta d’un fiato» il commento di Graziella Paggetti, coordinatrice delle donne pensionate Cisl che ha promosso l’incontro con la Polizia di Pisa. Paggetti ricorda come gli iscritti alla Federazione nazionale pensionati godano di una specifica copertura di carattere solidale, che rimborsa la vittima di furti e scippi fino ad un massimo di 258 euro. Rimborsi che vengono effettuati direttamente dalle strutture territoriali della federazione, previa presentazione della documentazione richiesta: ovvero copia della denuncia alle autorità competenti in cui si dichiara l’avvenuto furto o scippo, la tessera o altro documento attestanti l’iscrizione.
Non è questo il primo né l’unico incontro degli ispettori delle questure toscane con la popolazione locale per prevenire truffe, furti e borseggi. Il vademecum che vi abbiamo presentato, cui è stato dato il titolo «Come evitare varie truffe» è il frutto della ricerca di due poliziotti in servizio nella Questura di Livorno, i poliziotti di quartiere Fabio e Lorenzo, insieme all’ispettore capo Giacomo Migliozzi, arricchita della testimonianza dei tanti utenti dei Centri anziani. Un utile strumento divenuto la base per conferenze. Lo stesso tema è oggetto di una campagna nazionale della Polizia con uno spot interpretato da Lino Banfi. Nel video (che potete trovare sul nostro sito cliccando qui) viene proposto uno dei tipici raggiri: un malintenzionato si avvicina ad un anziano presentandosi come amico del figlio e gli chiede con insistenza di riavere indietro 100 euro che avrebbe prestato al figlio. di Andrea Bernardini per ToscanaOggi