Alta tensione in Medio Oriente, con scontri fra manifestanti ed esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania, nel giorno in cui si inaugura l’ambasciata americana a Gerusalemme e si celebrano i 70 anni della nascita dello stato d’Israele.
E’ salito a 43 il numero dei manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo Stato ebraico. Lo ha detto il ministero della sanità nella Striscia che conferma il numero dei feriti, circa 2000. I feriti gravi, secondo la stessa fonte, sono 27.
Ci sono “anche sei minori” tra i palestinesi uccisi a Gaza. Lo afferma Amnesty International denunciando una “ripugnante violazione delle norme internazionali e dei diritti umani”. Tra i quasi “2.000 feriti, molti sono stati colpiti alla testa e al petto. Oltre 500 sono stati feriti da pallottole. Bisogna porre fine adesso a tutto ciò”, afferma l’Ong via Twitter.
Si è svolta a Gerusalemme la cerimonia di apertura della nuova ambasciata Usa. Al suo arrivo il premier Benyamin Netanyahu è stata accolto dagli applausi. In prima fila Ivanka Trump, Jared Kushner, l’ambasciatore Usa David Friedman e il vice segretario di Stato Usa John Sullivan insieme al segretario al Tesoro David Mnuchin. Presente anche il presidente di Israele Reuven Rivlin. Suonato l’inno nazionale Usa.
“La capitale di Israele è Gerusalemme. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di determinare la sua capitale”: lo ha detto Donald Trump nel video messaggio inviato per la cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.
“La nostra speranza è per la pace e gli Stati Uniti restano impegnati per un accordo di pace”, ha sottolineato Trump nel messaggio. Il capo della Casa Bianca subito dopo ha twittato di nuovo: “Un grande giorno per Israele. Congratulazioni!”.
L’ambasciatore americano Friedman – primo del suo paese nella nuova collocazione – ha ringraziato tutti i presenti prima di congedare gli ospiti.
“Non abbiamo migliori amici al mondo che gli Usa”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. “Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa”, ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione Usa e al presidente Trump. “Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata. Eravamo a Gerusalemme e – ha proseguito tra gli applausi – siamo qui per restarci”.
Esplode la rabbia dei palestinesi nel giorno dell’apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. Violentissimi scontri stanno infiammando il confine tra Gaza e Israele, con un bilancio di morti e feriti che continua drammaticamente a crescere ora dopo ora. Tensioni e violenze si registrano anche in Cisgiordania. Hamas ha portato migliaia di manifestanti nei pressi dei reticolati e ha diffuso volantini con le mappe dei villaggi israeliani di confine con l’obiettivo, denuncia Israele che parla di “operazione terroristica”, di aprire brecce nei recinti e infiltrare i dimostranti in territorio ebraico. L’esercito già ieri ha inviato rinforzi in vista delle proteste e oggi ha risposto aprendo il fuoco al lancio di pietre, molotov e al tentativo di sfondare la barriera difensiva. La cerimonia di inaugurazione dell’ambasciata americana – condannata da larga parte della comunità internazionale – si terrà alle 16 ora locale (le 15 in Italia) alla presenza della foltissima delegazione arrivata da Washington (ci sono anche Ivanka Trump e il marito Jared Kushner) e dell’intera leadership dello Stato ebraico.
Donald Trump, che ha definito su Twitter quello di oggi come “un grande giorno per Israele”, potrebbe intervenire in collegamento. Mentre il capo di al Qaeda Ayman al Zawahiri, in un messaggio video intitolato ‘Anche Tel Aviv è terra di musulmani‘, ha invocato il jihad contro gli Stati Uniti e Israele e invitato i musulmani a prendere le armi.
Ansa on line