Appello dalla Terra Santa: situazione è tornata stabile, venite a visitarci!

GERUSALEMME – Dopo il “cessate il fuoco” della sera di mercoledì 26 agosto, accettato da Israele e da Hamas nella Striscia di Gaza, mons. Shomali (nella foto piccola), Vicario patriarcale latino di Gerusalemme, accoglie la fine delle ostilità e invita ancora una volta i pellegrini a tornare in Terra Santa.

«Siamo molto lieti di annunciare che la guerra, recente e grave, che ha avuto luogo a Gaza, è dichiarata finita.

Vi diciamo, ancora una volta, che è “sicuro” venire in pellegrinaggio in Terra Santa, e vi incoraggiamo a visitare questa terra, tanto amata e lacerata. Anche al culmine della guerra, abbiamo visto tanti pellegrini coraggiosi venire da lontano e camminare sulle orme di Gesù.

Abbiamo sempre grande piacere di darvi il benvenuto e di vedervi nella terra del nostro Signore e Salvatore».

ANCHE LE SCUOLE CATTOLICHE RIAPRONO 

Gli ultimi due anni sono stati assai difficili per le scuole cattoliche in Israele, soprattutto sul piano finanziario: il Ministero ha ridotto sempre più le sovvenzioni (fino al 35%), limitando anche i contributi alle famiglie. Ciò ha portato, lo scorso anno, ad un grande deficit in diverse scuole. Quest’anno l’Ufficio delle Scuole cattoliche aveva deciso di spostare il primo giorno di scuola al 1° settembre 2014, ma il Ministero ha reagito immediatamente.

Il Ministro dell’Educazione in Israele e il Presidente della commissione parlamentare per l’Educazione hanno espresso delle posizioni molto dolorose ed erronee verso le Scuole cattoliche. Essi sostengono che le Scuole cattoliche potrebbero diventare pubbliche, perdendo così la loro specificità. Per mantenere la loro identità, queste scuole dovrebbero poi diventare completamente libere e autosufficiente, senza dipendere finanziariamente dal Dipartimento. Una posizione considerata discriminatoria da parte del Dipartimento in relazione ad altri tipi di scuole in Israele.

L’Ufficio delle scuole cattoliche ha tentato di organizzare una serie di incontri a vari livelli per trovare soluzioni. L’Assemblea dei vescovi cattolici della Terra Santa (AOCTS) ha inviato diverse lettere al Ministro della Pubblica Istruzione per chiedere un incontro, ma negli ultimi due anni non è stata ricevuta nessuna risposta, con la sorpresa di molti osservatori, soprattutto il Vaticano.
In una riunione di tutti i rappresentanti delle famiglie delle scuole, denominato il G14, tenutosi il 25 agosto presso le Suore salesiane di Nazareth, la Commissione, presieduta dal direttore, p. Abdelmassih Fahim, e in presenza di mons. Marcuzzo, aveva deciso di organizzare per mercoledì 27 agosto una conferenza stampa, a cui invitare i giornalisti, e il 1° settembre una giornata di sciopero per tutte le scuole cattoliche.

Il Dipartimento ha risposto immediatamente, fissando una data per una riunione in cui esaminare i problemi e proporre nuove soluzioni. Dato questo cambiamento positivo di atteggiamento, la Commissione ha anche mostrato la sua disponibilità e ha sospeso lo sciopero. L’anno scolastico inizierà così normalmente per le scuole cattoliche, il 1° settembre.

Tuttavia, la conferenza stampa, fissata per il mercoledì 27 agosto si è tenuta ugualmente presso il Centro Pastorale “Sant’Antonio” a Nazareth con la presenza di mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo. In un clima combattivo e vigoroso da parte del Comitato dei genitori, dei dirigenti scolastici e di numerosi insegnanti, difronte a quindici giornalisti. P. Elias Dhow, neo coordinatore delle scuole melchite, e membro del comitato promotore della conferenza stampa, ha letto e distribuito un comunicato (in ebraico, arabo e inglese) in cui si dice che «nulla ci impedisce di continuare la nostra missione». La conferenza stampa si è svolta in un clima di dibattito vivace e costruttivo.

P. Abdelmassih ha ringraziato i giornalisti per la loro presenza, dichiarando: «Speriamo che l’incontro promesso porti frutto, altrimenti dovremo pensare ad un nuovo sciopero nelle prossime settimane. Questo è il futuro delle nostre scuole cattoliche in Israele».

Questa è la prima volta nella storia di Israele, in cui si arriva a un tale punto di tensione tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Chiesa cattolica.

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