Dopo la preghiera del Regina Caeli, Papa Francesco lancia un nuovo appello per arrivare alla pace in Siria e nel mondo, utilizzando “gli strumenti a disposizione della comunità internazionale”. Sulla vicenda del piccolo Alfie e di Vincent Lambert, prega perché “ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato con l’apporto concorde dei familiari e dei medici”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo”. Così Papa Francesco oggi dopo la preghiera del Regina Caeli, recitata con i tanti fedeli presenti in piazza San Pietro dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico.
E prosegue ricordando che, mentre prega incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, si appella “nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace”. Dopo l’attacco di ieri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia ad obiettivi in Siria, per distruggere il presunto arsenale chimico del regime di Assad, il Papa è tornato quindi ad alzare la sua voce per chiedere un nuovo e forte sforzo pacificatore a tutta la comunità internazionale, Onu in testa.
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Il Papa ricorda poi il calvario di persone come Vincent Lambert, in Francia e il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, “che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità”, assistite dai medici per i bisogni primari. “Sono situazioni delicate, molto dolorose e complesse – commenta Francesco – preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita”.
Il Pontefice, sempre dopo il Regina Caeli, esprime anche dolore per “la notizia dell’uccisione dei tre uomini rapiti alla fine di marzo al confine tra Ecuador e Colombia”. “Prego per loro e per i loro familiari – prosegue – e sono vicino al caro popolo ecuadoriano, incoraggiandolo ad andare avanti unito e pacifico”, con l’aiuto del Signore e della Vergine Maria.
Infine Papa Francesco ricorda che oggi, a Vohipeno, in Madagascar, viene proclamato beato il martire Luciano Botovasoa, “padre di famiglia, coerente testimone di Cristo fino al dono eroico della vita”. “Arrestato e ucciso per aver manifestato la sua volontà di rimanere fedele al Signore e alla Chiesa – conclude il Papa – rappresenta per tutti noi un esempio di carità e di fortezza nella fede”.
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