CITTA’ DEL VATICANO – “Per favore, aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!”. È l’appello a combattere la disoccupazione lanciato oggi dal Papa, al termine dell’udienza, prima di salutare i fedeli di lingua italiana. Papa Francesco si è rivolto agli operai dell’altoforno della Lucchini di Piombino, che gli hanno inviato un video-appello “prima della chiusura dell‘altoforno e che mi ha davvero commosso”, ha rivelato il Papa: “Sono rimasto triste”.
“Cari operai, cari fratelli – le parole di Francesco – sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza e preoccupazione di padri di famiglia che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter custodire, nutrire ed educare i propri figli”. “Siate sicuri della mia vicinanza, della mia preghiera”, ha detto il Papa: “Non scoraggiatevi. Il Papa è accanto a voi e prega per voi affinché non si spengano le speranze umane e rimanga sempre accesa la speranza divina che non delude mai”. “Cari operai, cari fratelli, vi abbraccio fraternamente”, ha proseguito il Santo Padre, che ha chiesto “a tutti i responsabili di compiere ogni sforzo di creatività e generosità per riaccendere la speranze nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica”. “Per favore aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate”, ha concluso.
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SI ERANO RIVOLTI COSI’ PER CHIEDERE AIUTO AL PAPA
“Se muore la Lucchini, muore Piombino e moriamo noi”. Non usa mezzi termini Giorgio Pecchioli. Per Andrea Galli “non c’e’ persona migliore che possa aiutarci”. Dario Giannaneschi si associa: “Francesco, prega per noi, qui siamo alla fine. Fai qualcosa?”. Cosi’ le operaie e gli operai della Lucchini, si rivolgono al Papa in un video raccolto da Klaus Davi e dalla Cgil Toscana, realizzato gratuitamente, di cui e’ stata diffusa un’anticipazione e che verra’ consegnato al Papa, ma anche a tutti i deputati e senatori, nonche’ alla Presidente della Camera, Laura Boldrini.
“Mancano – si legge in una nota – ormai pochi giorni alla chiusura dell’altoforno della storica acciaieria toscana Lucchini. Se saranno confermate le ultime ipotesi, le operazioni di spegnimento avranno inizio a decorrere da mercoledi’ prossimo e l’altro ieri si e svolto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sfociato in un accordo che prevede la possibilita’ di fare ricorso ai contratti di solidarieta’ per tutti i lavoratori della Lucchini Spa e di utilizzare gli ammortizzatori sociali per quelli dell’indotto”.
Nel video alcuni operai dell’acciaieria di Piombino si appellano al Santo Padre affinche’ salvi dalla morte la loro impresa. Si parte da Paolo Tempini, che supplica: “Gradirei, vorrei, pregherei che il Papa intercedesse per le acciaierie”. Poi c’e’ Andrea Galli , che chiede a Papa Francesco di “prendersi a cuore la vicenda: siamo disperati, non c’e’ persona migliore”. Dario Giannaneschi rincara: “Francesco, qui siamo alla fine di un percorso?”. E chiede al Pontefice di “prendere in mano la situazione e coinvolgere tutte le parti politiche”. Si passa quindi a Giuseppe Garito, secondo il quale Bergoglio “deve pregare anche per noi perche’ saremo i nuovi poveri del futuro, saremo i disperati”. Poi Salvatore, che ammette che “una parola di conforto da lui sarebbe importante per tutti”. E si chiude con Francesco Masangui, che auspica una preghiera per “una zona che rischia di morire e 4.500 persone che rischiano di essere mandate a casa?beh, una bella fetta di patrimonio culturale e lavorativo che se ne va”.
SCIOPERO DELLA FAME PER UN OPERAIO – Un operaio di 54 anni dell’ acciaieria Lucchini, Paolo Francini, ha annunciato oggi in una lettera inviata alla stampa uno sciopero della fame per due giorni davanti ai cancelli dello stabilimento per chiedere un intervento diretto del governo per mantenere in vita l’altoforno. Dalla meta’ della prossima settimana, mercoledi’ o giovedi’, esaurito il minerale, l’altoforno cessera’ di colare e sara’ ‘caricato in bianco’ fino alla sua fermata definitiva che avverra’ tra 20 o 30 giorni.
“Io ho 54 anni, dal 1980 lavoro in quello stabilimento, adesso non me la sento proprio di trascorrere il periodo di Pasqua a casa, tra colombe e scampagnate come se nulla stesse accadendo – scrive nella lettera Francini -. Ho deciso quindi di trascorrere questi giorni davanti alla portineria della Lucchini, dalle 8 del giorno di Pasqua fino alle 8 di martedi’ 22 aprile, in modo ininterrotto, facendo lo sciopero della fame. Questo come forma di protesta contro il Governo, ma anche per dire a me stesso, ai miei colleghi di lavoro e ai sindacati che non e’ giunto il momento di innalzare la bandiera bianca ma quella della mobilitazione e della lotta. La nostra volonta’ deve essere piu’ forte della decisione politica di uccidere le nostre speranze”. Fonte: La Nazione