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Appello disperato della Caritas Internationalis: si scongiuri il rischio di una crisi alimentare senza precedenti

Nella Giornata mondiale della fame, la Confederazione internazionale nata nel 1951 per volere di Papa Pio XII ricorda che circa 276 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta

Il drammatico aumento della fame dovuto alla crisi climatica, l’impatto del COVID-19 e le conseguenze della guerra in Ucraina in tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda l’insicurezza alimentare. Sono queste alcune delle criticità indicate, nella Giornata mondiale della fame, dalla Caritas Internationalis che invita i governi e le principali parti interessate a impegnarsi a tutti i livelli.

La fame e lo scenario mondiale

In tutto il mondo, ricorda in un comunicato Caritas internationalis, circa 276 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta. Nelle regioni del Sahel e del Corno d’Africa, milioni di persone stanno affrontando condizioni di siccità e carestia. Si stima che siano 15-16 milioni le persone in Etiopia, Kenya e Somalia che necessitano di assistenza alimentare immediata a causa della siccità.

In Venezuela, dove la malnutrizione infantile, è salita al 26% durante la pandemia di Covid-19, 9,3 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare e il 96% della popolazione vive in povertà, con meno di 3 dollari al giorno.

In Siria, si ritiene che più del 55% della popolazione soffra di insicurezza alimentare. Il numero di bambini siriani malnutriti – oltre 6,5 milioni – è aumentato del sette percento solo nell’ultimo anno

L’impegno delle Caritas

La Confederazione Caritas sostiene una serie di programmi e iniziative comunitarie in tutto il mondo per affrontare molteplici fattori che causano la fame, quali la povertà, l’instabilità socio-politica, la guerra, l’accesso a opportunità di lavoro dignitose, l’ingiustizia e il cambiamento climatico. Le Caritas locali e nazionali hanno lavorato sulla formazione degli agricoltori in materia di agroecologia.

Ad esempio, in Burkina Faso, per assistere gli oltre 2,2 milioni di persone che hanno sofferto la fame a causa del conflitto e delle condizioni climatiche estreme, la Caritas ha fornito cibo e accesso a servizi sociali ed economici.

La Caritas locale ha anche facilitato l’accesso alle informazioni e ai servizi per i piccoli agricoltori, al fine di migliorare la produzione e la lavorazione di prodotti sostenibili e di alimenti nutrienti. Nei campi Rohingya in Bangladesh, la Caritas ha organizzato e sostenuto una serie di iniziative di microfinanziamento.

“Siamo di fronte allo scandalo mondiale di persone che ancora oggi soffrono la fame. Non possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questo non esista. Il cibo a disposizione nel mondo basterebbe a sfamare tutti. (Papa Francesco)”

Servono soluzioni sostenibili

“Per scongiurare il rischio imminente di una crisi alimentare globale senza precedenti, c’è urgente bisogno di soluzioni sostenibili a lungo termine e di volontà e determinazione politica, affrontando le radici del nostro sistema alimentare ingiusto che scatena la fame”, afferma il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John. Il segretario generale sottolinea anche il ruolo centrale che le comunità locali possono svolgere nel creare un cambiamento e nel superare i problemi legati alla sicurezza alimentare e alla fame nel mondo. “Un mondo senza fame – aggiunge – è possibile se le persone sono motivate e incoraggiate a diventare attori attivi nella produzione alimentare”.

Lo scandalo della fame

Nell’enciclica Fratelli tutti Papa Francesco sottolinea che “milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dall’altra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciò costituisce un vero scandalo.

“La fame è criminale, l’alimentazione è un diritto inalienabile”.

Ricordando queste parole, in occasione dell’odierna giornata, Caritas Internationalis esorta i leader mondiali e i responsabili politici a stanziare più fondi per i programmi che rafforzano nel lungo termine la resilienza delle comunità, al fine di affrontare i diversi fattori che causano la fame, tra cui i conflitti, il degrado ambientale e i sistemi di cattiva governance.

Ed anche a rafforzare i dialoghi politici inclusivi e la trasparenza sulle cause strutturali della fame. Questa risposta dovrebbe essere coordinata per fornire assistenza ai sistemi strutturali locali.

di Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano per Vaticannews.va

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