È stato lanciato dai due figli del ricercatore dell’Università di Novara. La moglie chiede aiuto ai governi italiano e svedese: “Salvate mio marito”. Appello al Papa per liberare il medico iraniano Ahmadreza Djalali, detenuto a Teheran.
L’hanno lanciato i due figli dalla Svezia, Amitis di 14 anni e Ariou, di 5: «Francesco, aiuta il mio papà a tornare a casa, non lasciarlo morire in prigione».
Da venerdì il ricercatore del Centro di medicina dei disastri di Novara detenuto in Iran ha cominciato lo sciopero della sete, da giorni aveva ripreso a rifiutare il cibo. Per lui sono state raccolte oltre 220 mila firme in tutto il mondo, Amnesty
La figlia maggiore Amitis ha scritto una straziante lettera al padre che non vede da undici mesi: «Un minuto fa ho visto la tua foto sorridente e penso perché tutto questo stia accadendo a te. Ho paura di perderti a causa di questa ingiustizia». Il fratellino Ariou ha chiesto come regalo di compleanno per i suoi 5 anni il ritorno del padre: «Quando è triste si mette in un angolo, piange e ti chiama – continua la lettera di Amitis -. Quando suona il campanello o il telefono, grida il tuo nome. Ha perso il suo primo dente e ora conosce l’alfabeto: saresti molto fiero di lui se lo sapessi. Papà ti voglio bene e non smetterò mai di credere che tu tornerai a casa. Per favore, non mollare».
L’appello della moglie Vida
Djalali si occupava di Medicina dei disastri e per questo ha vissuto in Italia, a Novara, tre anni dal 2012 alla fine del 2015 quando la famiglia si è trasferita in Svezia, a Stoccolma. Collaborava ancora con l’Università del Piemonte Orientale quando ad aprile è stato arrestato: si trovava in Iran per un convegno su invito dell’Università di Teheran. I suoi colleghi e amici lo aspettavano a maggio a Novara per il consueto master organizzato dall’Upo proprio sulla medicina dei disastri ma lui non è arrivato: in un primo momento la moglie Vida, per timore di ritorsioni, aveva raccontato che il marito era rimasto vittima di un grave incidente e solo a ottobre ha raccontato quello che stava accadendo. A dicembre l’arresto di Djalali è diventato di dominio pubblico: il medico, che per la sua attività aveva contatti con studiosi di tutto il mondo, è stato accusato di aver «collaborato con paesi nemici». La moglie Vida ha lanciato l’appello ai governi italiano e svedese: «Salvate mio marito, rischia di morire».
Fonte: www.lastampa.it
La preghiera a Maria che scioglie i nodi è una delle suppliche più usate dai cristiani per chiedere aiuto alla…
'Asciuga Bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!'. Recitiamo in questo tempo di Avvento la preghiera più dolce di San Giovani…
Una nuova settimana in compagnia di Padre Pio Leggi le frasi di Padre Pio e invoca la sua potente intercessione…
Benvenuti sul sito www.papaboys.org! Siamo lieti di presentarvi la preghiera della sera alla Madonna di Lourdes, intitolata 'Io sono l'Immacolata…
POZZUOLI - Assegnato al giornalista siciliano Salvatore Di Salvo, segretario nazionale dell’Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, il…
La preghiera all' Immacolata di Giovanni Paolo II Una potente supplica di Giovanni Paolo II a Maria Santissima.. Il testo:…