“Faccio appello affinchè si ponga fine alla violenza e si trovi una soluzione pacifica e democratica alla crisi. Nostra Signora di Coromoto interceda per il Venezuela”. Queste la parole di Papa Francesco, al termine dell’Angelus, che con uno sguardo al prossimo 5 luglio, festa dell’indipendenza del Venezuela, ha assicurato la sua preghiera, ed ha recitato l’Ave Maria insieme ai fedeli in piazza, per quella che ha definito una “cara nazione”. Francesco ha espresso anche la “sua vicinanza alle famiglie che hanno perso i loro figli nelle manifestazioni di piazza”.
Gli scontri in continuano
Scontri che, da tre mesi, hanno provocato un bagno di sangue a seguito della dura repressione governativa sui manifestanti, che protestano contro il presidente Maduro, accusato di corruzione, abuso di potere, ma anche di essere l’artefice della gravissima crisi economica che attanaglia il Paese. Nelle ultime ore le autorità venezuelane hanno fatto sapere che almeno altre quattro persone sono morte negli scontri.
Tre mesi di conflitto
Negli ultimi tre mesi sono state almeno 80, ma c’è chi ne segnala 90, le vittime complessive. La conferenza Episcopale venezuelana ha chiesto al governo “di riconsiderare la situazione”, di non impiantare “un sistema totalitario militarista-marxista. I presuli chiedono anche all’esecutivo di Caracas “di desistere dall’utilizzare risorse legali per smantellare lo Stato”. Per il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, che chiede di porre fine ad ogni violenza, “si potrebbe parlare di guerra di un governo contro il popolo”.
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Di Paola Simonetti