Familia et Mens

Appena convertiti Maddalena e Marco scelgono di fare un viaggio di nozze pellegrinaggio sulle orme di Sant’Agostino

Maddalena Frigerio e Marco Conti, ventisette anni entrambi, lei guida turistica sulle sponde del lago di Como, lui insegnante di tedesco, si sono sposati sabato 3 agosto e poi sono partiti per la luna di miele, lungo il Cammino di sant’Agostino

«Vedo proprio che siete due bravi ragazzi. E poi che bella idea quella di fare il viaggio di nozze con sant’Agostino». Pinuccia, signora dal volto sereno, incrociata davanti al santuario della Beata Vergine Maria a Cantù, abbraccia Maddalena Frigerio e Marco Conti. Ventisette anni entrambi, lei guida turistica sulle sponde del lago di Como, lui insegnante di tedesco che anno dopo anno è costretto a cambiare scuola, si sono sposati sabato 3 agosto nella chiesa di Santa Maria al Monte Barro in provincia di Lecco. E poi sono partiti per la luna di miele. A piedi, in pellegrinaggio. Lungo il Cammino di sant’Agostino, l’itinerario dell’anima nato da qualche anno in Lombardia che unisce i luoghi legati alla memoria del vescovo teologo di Ippona e poi chiese e santuari che costellano questo angolo d’Italia.

Diciassette le tappe messe in programma dalla coppia: da Monza a Pavia, la città che custodisce l’arca con le reliquie del dottore della Chiesa nella basilica di San Pietro in Ciel d’oro, passando per Milano dove il santo ha ricevuto il Battesimo dal vescovo Ambrogio.

La fede ritrovata

Quattrocentoquindici chilometri in tutto, «scanditi dalla nostra fede ritrovata», racconta Maddalena. Perché un po’ come Agostino, anche loro si considerano “convertiti”: il santo per la perseveranza di sua madre, Monica, e di Ambrogio; Maddalena e Marco grazie a «una serie di persone che abbiamo incrociato negli ultimi anni sulla nostra strada», rivelano. Sono ad esempio una collega di lavoro o addirittura il custode di una chiesa a Monza. «Testimoni della gioia del Vangelo – sostengono i neo sposi –. E ci siamo chiesti se questi incontri siano stati casuali. No, abbiamo risposto. È stata la Provvidenza a volerli».

Quindi il ritorno a Messa, il corso di preparazione al matrimonio («stupendo», sussurra Maddalena) e infine la celebrazione del matrimonio stesso.

Sempre con “Laudato sii” nello zaino

Adesso il viaggio alternativo. Negli zaini che tutti i giorni si caricano sulle spalle hanno infilato idealmente l’enciclica Laudato si’. «Un testo profetico – affermano –. È vero che in un certo senso il documento di papa Francesco sulla “cura della casa comune” ha ispirato la nostra avventura. Ci è particolarmente caro il concetto di “decrescita felice” accennato anche dal Pontefice. E come coniugi ci siamo proposti di vivere quello stile di sobrietà raccomandato dal Papa che si traduce in scelta di vita nel segno della sostenibilità ambientale». Così la coppia ha rinunciato all’auto, ha ridotto al minimo gli imballaggi, compra prodotti sfusi, privilegia oggetti di seconda mano. «E per la luna di miele niente aereo», scherzano. Solo le gambe.

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Ogni sera, al termine di ciascun tratto, i due rientrano a casa. E il giorno successivo si rimettono in marcia sulle vie del santo. «Abitiamo ad Albese con Cassano, in provincia di Como, e così possiamo raggiungere facilmente le località di partenza. Con i mezzi pubblici, naturalmente». Sette o otto ore di cammino quotidiano per percorrere in media una trentina di chilometri. «Ci piace l’idea di un turismo lento, fatto di silenzio, dialogo fra noi, scambi con chi incontriamo», sottolinea Marco. Come il sagrestano di Triuggio, Francesco, che «ci ha trasmesso l’amore travolgente per la sua chiesa».

Un occasione per riscoprire il santo

Nella prima frazione gli sposi sono stati accompagnati da Renato Ornaghi, l’ideatore del Cammino di sant’Agostino che ha fondato anche un’associazione per fare dell’itinerario un clone di quello secolare di Santiago di Compostela, con tanto di credenziale del viandante e rifugi dove sostare. «Anche noi siamo stati pellegrini in Spagna», confidano i coniugi lombardi. Adesso lo sono nella loro terra, la Brianza. «Ammettiamo che non siamo profondi conoscitori di Agostino. Ecco perché consideriamo questo progetto un’occasione preziosa per scoprire il grande santo», dice Maddalena. E Marco aggiunge: «Lungo i sentieri stiamo toccando con mano una religiosità di popolo commovente. Inoltre, ogni volta che entriamo in una chiesa, dedichiamo una preghiera a chi abbiamo appena conosciuto o a chi ci ha chiesto un sostegno spirituale».

La coppia ha diffuso sui social le date di ciascuna tappa. «Non per protagonismo – chiariscono i due – ma per stimolare chiunque voglia a condividere un tratto con noi». Maddalena e Marco hanno anche fondato un’associazione nel Lecchese: si chiama “Faggio sul lago” e si propone di favorire la salvaguardia del Creato e di valorizzare un approccio etico e responsabile al turismo. «Va incentivata una coscienza verde che sia sempre più forte e radicata». Il loro pellegrinaggio si concluderà il 22 agosto. E sei giorni dopo, il 28 agosto, gli sposi novelli celebreranno la memoria liturgica del “dottore della grazia”.

Il Cammino di sant’Agostino, dalla Brianza a Genova

In mano la carta del pellegrino. Sulle spalle uno zaino. Nel cuore il desiderio di scoprire a piedi uno dei dottori della Chiesa. È così che si può affrontare il Cammino di sant’Agostino, l’itinerario con cui si uniscono i luoghi italiani del vescovo teologo di Ippona: dalla Brianza, terra in cui ha coltivato la sua conversione, a Genova, la città dello sbarco delle sue spoglie giunte dal Nord Africa, passando per Milano, luogo del Battesimo, e per Pavia, dove sono custodite le sue reliquie. Novecentotredici chilometri in tutto, che si riducono a quattrocento toccando le tappe lombarde della vita del santo. Soste che, viste su una cartina geografica, formano il disegno di una rosa: da qui l’idea di chiamare il Cammino di sant’Agostino anche “Cammino della rosa”. A lanciare il percorso è stata l’associazione presieduta da Renato Ornaghi (www.camminodiagostino.it) che ha fatto nascere anche nell’aeroporto di Malpensa il primo “hub” per i pellegrini il quale permette ai marciatori arrivati in aereo di entrare direttamente nel Cammino.

Di Giacomo Gambassi per Avvenire.it

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