E’ morta Aretha Franklin, la signora del soul. Una delle voci più belle, innovative e amate nella storia della musica contemporanea, vera icona di emancipazione femminile tramite le sette note, aveva annunciato l’addio ai concerti già nel febbraio 2017: e il successivo rinvio del suo previsto album di commiato (prodotto da Stevie Wonder, aveva dichiarato) che avrebbe dovuto uscire mesi orsono e invece non ha ancora visto la luce, aveva fatto presagire il peggio a molti sulla recidiva del cancro che l’aveva colpita nel 2010 (Avvenire, 16 agosto).
Quel canto per il Papa
Durante il viaggio Apostolico di Papa Francesco negli Stati Uniti del settembre 2015 nell’incontro con le famiglie cristiane a Philadelphia l’artista dedicò al Pontefice un gospel (La Stampa, 14 agosto).
L’ultima grande erede del jazz & soul
Icona riconosciuta della cultura afroamericana, con una forte personalità e un carattere non sempre facile, ma soprattutto artista dalla voce sublime, era nata a Memphis il 25 marzo 1942. La sua ultima esibizione è stata lo scorso novembre a New York al gala della fondazione di Elton John per la lotta all’Aids. Il suo ultimo concerto, invece, risale al giugno 2017 mentre nel 2009 aveva cantato per l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca rifiutandosi, invece, di farlo quando è stata la volta di Donald Trump.
Non si può dire di conoscere la storia del Novecento se non si è mai ascoltata la voce di Aretha Franklin. Anzi, se ci è consentito dirlo, non si è vissuto pienamente se non si è ascoltata, almeno una volta, la voce di Aretha Franklin. È possibile immaginare una vita senza Natural Woman, o I Say a Little Prayer, o pensare alla liberazione delle donne senza Respect, o sognare l’amore senza I Never Loved a Man (The Way I Love You)? No, Aretha Franklin è stata la voce femminile del Novecento, al pari di Frank Sinatra, è stata la più grande interprete che abbia mai calcato un palcoscenico e le sue canzoni hanno segnato stagioni, epoche, hanno segnato in maniera indelebile la Storia, senza se e senza ma (La Repubblica, 16 agosto)
La preghiera nella chiesa del Padre-Pastore
Ieri un gruppo di supporters dell’artista si era riunito in preghiera per lo stato di salute della cantante, presso la New Bethel Baptist Church di Detroit. Nella chiesa battista dove aveva prestato servizio come pastore il padre della cantante, Clarence LaVaughn Franklin, scomparso nel 1984 all’età di 69 anni, sono accorse 75 persone, 10 ministri e diaconi di altre Chiese (Aska News, 15 agosto).
Fonte it.aleteia.org/Gelsomino del Guercio
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