Si avvicina la data di inizio del 14.mo viaggio apostolico di Papa Francesco. Il Santo Padre sarà dal 24 al 26 giugno prossimi in Armenia, prima tappa della più ampia visita nel Caucaso, che a settembre vedrà il Pontefice anche in Georgia e Azerbagian. I momenti salienti del viaggio, dal titolo “Visita al primo Paese cristiano”, sono stati presentati stamani in Sala Stampa vaticana dal direttore, padre Federico Lombardi.
“Santa Madre di Dio, volgi il tuo sguardo sulla terra di Armenia”. Padre Lombardi ha iniziato la conferenza stampa citando una preghiera di San Giovanni Paolo II, a significare come il Paese caucasico, primo nel 301 d. C. ad accogliere il cristianesimo come religione ufficiale al culmine dell’opera evangelizzatrice di San Gregorio l’Illuminatore, sia particolarmente caro ai cattolici di tutto il mondo. Con i medesimi sentimenti Papa Francesco vi si reca ad abbracciare la profonda fede, il desiderio di pace e le sofferenze di un popolo intero, che in maggioranza vive oggi fuori della propria patria, ma mantenendo tradizioni religiose e culturali. Tre milioni e 300 mila quelli che vivono in Armenia. Tra i momenti significativi del viaggio, evidenziati da padre Lombardi, oltre agli incontri con le autorità civili e religiose, la visita al Memoriale di Tzitzernakaberd, che ricorda il massacro di un milione e mezzo di armeni nel 1915. E, rispondendo ai giornalisti sulla questione dell’utilizzo del termine “genocidio”, o “medz yeghern” (il grande male) come dicono gli armeni, padre Federico Lombardi ha così chiarito:
D. – La realtà religiosa in Armenia è del tutto particolare…
R. – Un armeno non può essere tale se non è battezzato. Non può esistere un armeno che si dichiara tale senza avere il cristianesimo come “diploma” scritto nel suo sangue, nella sua genetica, perché il cristianesimo è così radicato nella mente e nella psicologia degli armeni. Per questo abbiamo avuto milioni e milioni di martiri. Le guerre in Armenia sono sempre state rivolte a conservare la religione cristiana.
D. – Come si sta vivendo questo Giubileo della Misericordia in Armenia?
R. – In questo popolo la misericordia c’è da sempre! Un armeno non può odiare. Anche quando odia si mette subito in pace con il suo vicino. Questo nel cuore del Santo Padre ha un valore: lui conosce bene gli armeni, sono brave persone che hanno sofferto molto, che amano la vita, sono innamorati della vita.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Giancarlo La Vella)
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