Il trasferimento è stato eseguito la scorsa settimana nel carcere femminile di Multan, stando a quanto riferito da un funzionario locale, a causa di “vere” minacce di morte rivolte alla donna dopo che la Corte suprema ha confermato la condanna a morte a Mumtaz Qadri, l’omicida dell’uomo politico che aveva cercato di riformare la legge sulla blasfemia.
“Bibi rischia di essere uccisa da un detenuto o anche da una guardia carceraria, per questo dobbiamo stare attenti”, ha detto un funzionario del carcere. Un altro funzionario ha confermato il trasferimento della donna, aggiungendo: “Temiamo per la sua vita. Ha vomitato sangue il mese scorso e ha difficoltà a camminare”.
Da tempo i familiari e attivisti per i diritti umani denunciano le sue precarie condizioni di salute. “La sua vita è in pericolo a causa della sua salute e per le pessime condizioni carcerarie”, ha detto l’attivista cristiano Shamaun Alfred Gill, riferendo di ripetute richieste per un trasferimento in ospedale della donna, sempre respinte.
Bibi ha sempre negato l’accusa di blasfemia; lo scorso luglio la Corte suprema ha accolto l’appello presentato dai suoi legali, ma non è ancora stata fissata una data per l’udienza. Ad aprile Papa Francesco ha ricevuto il marito e la figlia delle donna, mentre Benedetto XVI aveva lanciato un appello per la sua liberazione nel 2010.
Il Pakistan non ha mai giustiziato nessuno per blasfemia, ma quanti vengono condannati, o anche solo accusati, di insultare l’islam rischiano di morire per mano delle guardie carcerarie. Solo lo scorso anno, un cittadino con doppia cittadinanza pachistana e britannica condannato a morte per blasfemia è stato ucciso da una guardia nel carcere di Rawalpindi.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it)