Accusata di blasfemia nel 2009 e condannata a morte nel 2010, la sorte della cristiana pakistana Asia Bibi rimane ancora appesa a un filo
La Corte Suprema di Islamabad ha rinviato la sentenza della condanna a morte di Asia Bibi dopo aver ascoltato l’appello della difesa contro l’esecuzione. La data per il verdetto non è stata ancora decisa.
L’UDIENZA ED IL VERDETTO
L’udienza è durata quasi tre ore e si è tenuta davanti a tre giudici che hanno anche ammonito i media “a non discutere del caso”. Il presidente della Corte ha dichiarato di aver rilevato alcune discrepanze nella versione dell’accusa e delle testimonianze. Il Pakistan ha una delle leggi sulla blasfemia più dure del mondo: nata per proteggere l’Islam, la religione di Stato, per le ong è stata usata per perseguitare le minoranze religiose. Dal 1990 62 persone sono state uccise come risultato di accuse di blasfemia, secondo l’Economist. La cristiana Bibi è la più famosa fra i condannati a morte per blasfemia. Si è sempre detta innocente.
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Si apre oggi in Pakistan l’udienza finale per Asia Bibi. Ultima speranza di vita.
L’episodio che l’accusa accadde nove anni fa. Una presunta “blasfemia”, una frase buttata lì durante un battibecco con altre lavoratrici stagionali di un frutteto nel Punjab che l’avevano umiliata per aver bevuto un bicchiere dal pozzo a lei proibito, in quanto “infedele cristiana” e quindi “impura”.
Lei in quel caso avrebbe detto, secondo le testimonianze: “Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell’umanità. Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l’umanità?” .
La famiglia presentò ricorso e in molti si mossero per la liberazione della condannata e per la revisione della legge contro la blasfemia, tra i quali l’allora governatore del Punjab e futuro possibile primo ministro, Salmaan Taseer, musulmano, che si recò anche a visitarla in carcere. Ma il 4 gennaio 2011 Taseer fu ucciso da una delle sue guardie del corpo, Mumtaz Qadri, proprio per rappresaglia contro questo suo impegno.