Informazione, ricerca, pastorale. L’attività pastorale della Migrantes anche nel 2013 si è concentrata sulla pastorale della mobilità umana “secondo i compiti indicati dal nuovo Statuto, al servizio delle comunità diocesane: informazione, ricerca e documentazione, formazione, coordinamento e progettazione”, sostiene monsignor Perego, sottolineando che il contributo delle diocesi per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato ha permesso di “realizzare molte attività e di contribuire a 150 progetti diocesani, nel triennio 2011-2013, e ad alcuni progetti nazionali come quello che riguarda la scolarizzazione dei figli della gente dello spettacolo viaggiante. Tale progetto si è sviluppato in questi anni in diverse regioni del Nord e Centro Italia coinvolgendo oltre 500 ragazzi. Inoltre, è proseguito il contributo per il rimpatrio salme, di cui hanno beneficiato finora oltre 150 persone: 45 nel 2013 di 16 Paesi. La morte improvvisa o per violenza di alcuni stranieri che sono soli in Italia – spiega il direttore di Migrantes – pone il problema dell’informazione delle famiglie d’origine e spesso dell’aiuto, soprattutto per gli stranieri che compiono lavori occasionali o sono irregolari sul territorio, per il rimpatrio delle salme o per una sepoltura in Italia. Nei nostri cimiteri delle aree metropolitane per mesi rimangono all’obitorio decine di salme di persone straniere, senza che nessuno si occupi del rimpatrio”.
Evangelizzazione e promozione umana. Per monsignor Perego il lavoro della Chiesa in Italia per le migrazioni si muove su due direttive: evangelizzazione e promozione umana. “L’evangelizzazione – dice – porta necessariamente a valorizzare l’esperienza, in immigrazione, della presenza di circa un milione di cattolici di altre nazionalità, seguiti da 750 comunità e da 1.500 sacerdoti non italiani; e, in emigrazione, ad accompagnare gli italiani nei diversi Paesi del mondo. L’evangelizzazione si apre al dialogo ecumenico, in particolare verso il milione e 500mila ortodossi presenti in Italia e i 300mila riformati; come anche al dialogo interreligioso con un milione e 600mila musulmani e il milione di altre persone che credono in almeno 189 altre religioni o sette”. “La promozione umana – aggiunge – porta a lavorare per i diritti delle persone migranti, in collaborazione con diversi Uffici Cei e con associazioni e movimenti con un’attenzione particolare al tema dei diritti dei lavoratori, la protezione sociale e umanitaria, il diritto all’asilo, al ricongiungimento familiare, evitando che le migrazioni siano un motivo di lotta o conflitto sociale e combattendo ogni forma di discriminazione sociale e culturale”. di Raffaele Iaria
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