Papa Francesco: «Nel giorno del Patrono d’Italia, saluto con particolare affetto i pellegrini italiani»
Una domenica ricca di umanità, legata a valori di pace e amore fraterno. Assisi, invasa dai fedeli, festeggia San Francesco, Patrono d’Italia. La delegazione della Lombardia, regione donatrice quest’anno dell’olio che alimenta la lampada posta a veglia dei resti mortali del Santo di Assisi, è guidata dal governatore Roberto Maroni e dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Papa Francesco «Nel giorno di San Francesco di Assisi, Patrono d’Italia – ha detto il Papa all’Angelus -, saluto con particolare affetto i pellegrini italiani. A tutti auguro una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci».
Il Governo Alla celebrazione eucaristica, nella basilica superiore di San Francesco, hanno partecipato partecipano 25 vescovi e 120 sacerdoti con i 150 seminaristi della Lombardia. Mentre dalla loggia del Sacro convento di Assisi, il saluto alla Nazione da parte del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, in rappresentanza del Governo Italiano. L’accensione della lampada è stata affidata al sindaco di Milano.
Tra i doni fatti dalle diocesi lombarde, un’anfora di rame finemente cesellato della scuola ‘Beato Angelico’ della diocesi di Milano, realizzata a mano, l’olio ottenuto dalla spremitura delle olive del Lago di Garda, 12 cotte, 3 casule, 2 cantari e prodotti tipici lombardi. «A vent’anni di distanza dall’ultimo pellegrinaggio della Lombardia ad Assisi per l’offerta dell’olio, sono lieto di accogliervi in occasione della solennità di San Francesco patrono d’Italia», ha affermato padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento di Assisi.
L’Anno Santo – Nella sua omelia, l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha messo l’accento sulla ‘fraternitas’, «parola chiave della spiritualità del nostro Santo. L’ormai imminente ‘Anno Santo’ straordinario della misericordia, voluto provvidenzialmente dal Santo Padre, illumina l’attualità di frate Francesco», ha affermato il cardinale Scola, secondo il quale «in questo tempo in cui tecnica e finanza rischiano di diventare gli arbitri indiscussi delle relazioni umane, Francesco d’Assisi, con la sua testimonianza di ‘fraternitas’ evangelica, ci mostra che al centro della società deve esserci sempre la persona, affermata come bene in se stessa e nelle sue relazioni fondamentali, con gli altri, con il creato e con Dio».
Epoca di cambiamenti – Secondo il cardinale, inoltre, «non ci è difficile sentire il santo di Assisi vicino alla nostra esistenza di uomini di oggi. Il suo tempo presenta, infatti, significative somiglianze con la complessità della società plurale in cui la provvidenza ci chiama a vivere. Epoca di grandi e profondi cambiamenti fu quella di San Francesco; cambiamenti di natura culturale, economica e sociale. Anche noi siamo testimoni di rivolgimenti talora vertiginosi e ormai tutti persuasi che un’epoca si è chiusa inesorabilmente. Molti fondamenti del vivere civile sono oggi messi in questione: è un dato di fatto. Penso al senso della vita e della morte, del matrimonio, della famiglia, dell’identità religiosa e culturale di una nazione, del rapporto con l’ambiente, della costruzione di un solido e durevole equilibrio tra pace, sviluppo e giustizia, ai processi migratori senza precedenti in Europa che stanno modificando la fisionomia geopolitica di tante parti del mondo».
Consolidare l’Italia – «Serve l’azione quotidiana di ognuno di noi, fatta di piccoli ma significativi gesti, per ricostruire legami nuovi e consolidare l’Italia come paese forte e solidale, patria della bellezza, dell’armonia e della cittadinanza, in cui ognuno di noi si può sentire a casa propria», le parole del ministro Graziano Delrio dal loggiato della Basilica. «Parte da qui, da Assisi il forte richiamo a quella che Papa Francesco definisce ‘ecologia integrale’, che tiene insieme il rispetto dell’ambiente con la sua dimensione sociale: sta a noi, responsabili politici, il dovere di tenere le orecchie aperte al grido della terra e alle esigenze dei poveri, per non lasciare indietro nessuno. Sta a noi la responsabilità di scelte politiche consapevoli e di stili di vita sobri, oltre che il dovere di cancellare dal nostro orizzonte l’interesse personale».
Diverse culture – Il ministro ha aggiunto che «Assisi è anche la seconda tappa del prossimo Giubileo, e c’è la necessità che i pellegrini trovino le necessarie infrastrutture, alle quali stiamo lavorando. La grande presenza di visitatori a Expo ci dice che i cittadini vogliono incontrare e conoscere le diverse culture della terra e che hanno il desiderio di conoscersi e rispettarsi. Il futuro deve trovare uniti nord, sud e centro del mondo. Ognuno di noi faccia il suo dovere per un paese più unito e forte e lasceremo ai figli delle città più belle e vivibili».
Tutti uniti – «San Francesco ci richiama all’attenzione agli ultimi: la crisi ci ha obbligato ad aprire gli occhi sui bisogni più elementari dell’uomo e sulla grande fetta di popolazione che vive in povertà anche nelle nostre città. Compito delle istituzioni prima, e a seguire di tutta la comunità, è non lasciare che restino soli e ignorati», lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, parlando dalla loggia del Sacro convento di Assisi. «La figura di San Francesco richiama al cuore dei cittadini, della Lombardia e di tutto il Paese, messaggi di urgente attualità. Come l’amore per il creato, affidato agli uomini perché se ne prendessero cura: stiamo finalmente vivendo un momento storico e culturale, ben incarnato dai temi dell’Expo di Milano 2015, in cui proprio il creato è al centro di rinnovate attenzioni e ricerche, il cui obiettivo avveniristico ma necessario è quello di coniugare il progresso con la sostenibilità, sia ambientale sia sociale».Celebrazioni a Narni ‘Nel cuore della notte per pregare’ è il tradizionale pellegrinaggio a piedi da Narni allo Speco francescano di Sant’Urbano che, in occasione della festa di San Francesco, viene proposto dai giovani della diocesi e dai frati francescani e al quale hanno preso parte un centinaio di pellegrini che hanno percorso a piedi i 15 chilometri che separano Narni dallo Speco francescano. Allo Speco si sono aggiunti numerosi altri pellegrini giunti da varie parti d’Italia che hanno partecipato alla celebrazione all’aperto, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese davanti all’antica costruzione dell’originaria chiesetta e oratorio dove sostò San Francesco all’ombra del castagno secolare.
Il vescovo Piemontese – «Il cammino che avete compiuto per giungere questo luogo benedetto, è espressione di un cammino di fede – ha detto il vescovo Piemontese – che ci richiama Francesco, la contemplazione e la bellezza. Tutto questo nella memoria del transito del beato padre Francesco che in questo luogo vogliamo incontrare, farne nostro modello, che guardiamo e invochiamo come guida. Nella memoria facciamo scorrere la vita, le opere, la santità, il messaggio del padre San Francesco, messaggio di pace e di bene, del suo sereno confronto con la morte, chiamata col nome di sorella. Francesco ci insegna ad essere piccoli, umili e pienamente abbandonati al padre, per imparare a fare nostri i sentimenti di Gesù».
Redazione Papaboys (Fonte www.umbriaon.it)
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