Il terrorismo torna a colpire la Francia. Ieri sera, un uomo di 29 anni ha aperto il fuoco nell’affollatissimo mercatino di Natale di Strasburgo, a nordest del paese, uccidendo tre persone e ferendone altre 13, di cui sei in condizioni molto gravi, secondo l’ultimo bilancio del procuratore antiterrorismo di Parigi.
Da oggi in tutta la nazione è in vigore il livello più elevato del piano Vigipirate sull’allerta attentati, che prevede controlli rafforzati alle frontiere e su tutti i mercati di Natale. Nel frattempo centinaia di poliziotti e militari sono impegnati in una serrata caccia all’uomo per trovare l’autore della strage, Cherif Chekatt. Più precisamente si tratta di una forza di circa 350 agenti, tra cui 100 membri della polizia giudiziaria, militari e due elicotteri, come ha specificato il ministro degli interni, Christophe Castaner, immediatamente recatosi a Strasburgo inviato dal presidente Emmanuel Macron.
Questa mobilitazione avviene in un momento estremamente difficile, per le forze di sicurezza, fortemente impegnate durante le ultime manifestazioni dei gilet gialli contrassegnate da gravi episodi di violenza.
L’assalitore, secondo alcuni testimoni, sarebbe fuggito in taxi allontanandosi rapidamente dal centro. Sembra anche che sia rimasto ferito a un braccio durante lo scontro con la polizia.
Il procuratore di Parigi, Remy Heitz, ha esplicitamente parlato di atto di terrorismo, aggiungendo che l’aggressore ha gridato «Allah Akbar». Heitz ha confermato che quattro persone vicine all’aggressore sono attualmente in stato di fermo. Più cauto il sottosegretario agli interni che questa mattina ha sottolineato che «la motivazione terrorista» dell’attacco non è ancora stata provata e per questo ha invitato a una «grande prudenza nel qualificare il fatto accaduto».
In ogni caso, ha specificato la prefettura, l’attentatore era stato segnalato come elemento radicalizzato e come minaccia per la sicurezza nazionale. E proprio la mattina precedente l’attacco era riuscito a evitare un arresto. La gendarmeria aveva infatti compiuto una perquisizione nella sua abitazione. Probabilmente questa operazione lo ha portato ad accelerare il suo piano omicida al mercatino di Natale, una manifestazione che, come ha ricordato il sindaco Roland Ries, attira ogni anno due milioni di visitatori da tutto il mondo.
Un appuntamento dunque conosciuto che già nel dicembre del 2000 era stato oggetto di un attentato, allora fortunatamente sventato. Invece nel dicembre 2016 il mercatino di Natale di Berlino era stato colpito da un atto terroristico che aveva provocato dodici vittime ed era stato rivendicato da un gruppo collegato al cosiddetto Stato islamico.
Numerose le reazioni a questo ennesimo attacco alla Francia e all’Europa, visto che Strasburgo è sede del parlamento europeo. Ieri sera il presidente Macron ha espresso via Twitter la solidarietà della «Nazione tutta intera», dopo aver presieduto una riunione di crisi. Il premier britannico, Theresa May, ha definito «orrendo» l’attacco e ha rivolto un messaggio di «solidarietà alla Francia», al suo governo, al suo popolo e a tutte le vittime. Il presidente della Repubblica italiano, Sergio Mattarella, ha espresso «profondo sgomento» per «la notizia del barbaro gesto di violenza». «Nel deprecare quanto accaduto la notte scorsa — ha aggiunto — rivolgiamo il nostro partecipe pensiero ai feriti, cui auguriamo un pronto e completo ristabilimento, e ci stringiamo alla Francia nel cordoglio e nella ferma determinazione a difendere i valori fondamentali di libertà e pluralismo che caratterizzano le nostre società democratiche».
Al parlamento di Strasburgo le bandiere europea e francese sono a mezz’asta mentre il presidente Antonio Tajani ha chiesto stamattina un minuto di silenzio in aula. «Siamo a fianco delle famiglie delle vittime. Siamo a fianco dei feriti — ha detto Tajani — molti in gravi condizioni. Siamo a fianco della Francia e difenderemo libertà e democrazia».
Dal canto suo, il portavoce della conferenza episcopale francese, Olivier Ribadeau Dumas, ha condannato l’atto definendolo «orribile». E in un tweet ha scritto: «Il nostro pensiero questa sera va alle famiglie delle vittime così duramente provate e a coloro che lottano tra la vita e la morte. Affidiamo a Dio tutti coloro che soffrono e confidiamo nelle forze di sicurezza».
«Ti rimane un segno, a vita» ha commentato monsignor Luc Ravel arcivescovo di Strasburgo. «Ancora una volta c’è un profondo sentimento di angoscia e di ansia per le persone coinvolte» ha affermato il presule, aggiungendo: «Gli ultimi attentati ci hanno mostrato che tutti i bersagli avevano un grande valore simbolico, anche se le vittime sono reali per Strasburgo, il simbolo è doppio: capitale del Natale e capitale europea».
Osservatore Romano, 13 dicembre 2018