Attentato davanti al palazzo Vescovile di Avellino dove uno squilibrato ha posizionato un ordigno rudimentale.
La bomba artigianale era composta da tre bombolette di gas da campeggio: l’attentatore, un uomo di 43 anni, poi bloccato, ha innescato l’ordigno prima di tentare la fuga. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe esplosa prima una sola bombola, attirando l’attenzione di chi era presente all’interno del Vescovato, tra cui il direttore della Caritas, Carlo Mele
, e una pattuglia dei vigili urbani di servizio nella zona. Poi, le altre due.Nel tentativo di avvicinarsi al pacco, Carlo Mele, un vigile e una terza persona, sono rimasti lievemente feriti in seguito a un’altra piccola deflagrazione. Sul posto si sono portate subito le volanti della Polizia, i Vigili del Fuoco, la Municipale e la Scientifica. Il sospettato è stato fermato poco dopo l’esplosione in una traversa nei pressi del Vescovato. Ad individuare l’uomo è stata una seconda pattuglia della Municipale. L’uomo è stato condotto presso il Comando dei Vigili per essere interrogato.
L’attentatore è un uomo disoccupato originario della provincia di Salerno, residente in Irpinia, già noto alle forze dell’ordine e frequentatore della mensa dei poveri di Avellino, diretta dalla Caritas. Al momento dell’esplosione il vescovo, monsignor Arturo Aiello,era in sede. Si è detto «molto rammaricato» per l’episodio e si è accertato delle condizioni delle persone ferite. Sul posto gli agenti della Polizia scientifica, Vigili urbani e Vigili del Fuoco. Il sindaco, Gianluca Festa, si è recato nella Curia per manifestare solidarietà a monsignor Aiello e ai feriti.
IL RACCONTO DELL’ESPLOSIONE
«All’inizio pensavamo avessero incendiato il portone, poi abbiamo scoperto che si trattava di un ordigno». Carlo Mele, direttore della Caritas di Avellino, ricostruisce così gli attimi dell’esplosione nel palazzo Vescovile in cui è rimasto lievemente ferito. «Io, un agente della Polizia Municipale e un passante che stava provando a spegnere le fiamme, ne abbiamo pagato le conseguenze», racconta Mele.
Secondo la sua ricostruzione, il fatto è avvenuto mentre il Vescovo si preparava ad uscire: «Eravamo venuti a prenderlo, poi abbiamo visto le fiamme e quindi aperto mezzo portone. A quel punto c’è stata l’esplosione. Per fortuna l’altra anta del portone non si è aperta, altrimenti sarebbe potuta andare peggio».
Un episodio del genere non si era mai verificato ad Avellino e lo stesso Mele non riesce a darsi una spiegazione: «È strano anche l’orario dell’attentato, alle ore 17, quando Piazza Libertà è piena di gente. Questo mi fa pensare che abbia voluto esternare una sofferenza. Non provo risentimento verso di lui, anzi sono pronto ad incontrarlo
per ascoltare le sue ragioni».
Ad inchiodare l’attentatore ci sarebbero alcune testimonianze dirette oltre ai filmati delle telecamere di sorveglianza presenti davanti al Palazzo Vescovile e in piazza Libertà. Gli investigatori stanno verificando se l’uomo avesse avuto qualche contrasto con la Caritas nella frequentazione della mensa dei poveri.
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