Il malocchio – quel “potere” malefico dello sguardo (sinonimo di iettatura) che si ritiene posseduto da determinate persone – è una delle credenze più ancestrali della storia dell’uomo, diffusa presso molte culture – antiche e moderne – in tutti i continenti.
Con malocchio o jettatura si intende il potere di alcuni uomini (o di determinate specie animali) di cagionare il male altrui (fisico e morale) con il solo sguardo. Francesco Bacone – noto filosofo vissuto tra il 1561 e il 1626 – aggiunge che tali persone riescono nel loro cattivo intento grazie all’invidia, peccato che così diventa il “motore” interiore che spinge il soggetto a “guardare malamente” (da qui il termine mal-occhio) la persona invidiata alla quale si augura il male.
Credenza antica
Ma la credenza nel malocchio è antica quanto la civiltà. La prima citazione scritta compare 3200 anni fa, in Egitto. Gli archeologi hanno rinvenuto papiri risalenti alla XX dinastia egiziana (1200 a.c.) in cui compaiono frasi del tipo “lo proteggiamo dal malocchio” e dove si spiega come difendersi dalle forze negative da esso originate. Saltando alcuni secoli, nell’antica religione romana la jettatura era una realtà indiscutibile, tanto che gli antichi romani raccomandavano l’utilizzo di amuleti (il “fascinum”) per proteggersi dagli effetti nefasti. Plinio il Vecchio afferma che funge da “medicus invidiae”, ossia da rimedio contro l’invidia e il malocchio.
Gli amuleti
A questa credenza è connesso l’uso di amuleti, di riti e formule ritenuti capaci di liberare dal’influsso malefico. L’amuleto (dal latino a-molior, allontanare) è da sempre considerato lo “scudo” per antonomasia contro le fatture e le jettature; l’idea alla base è che certi tipi di pietre o oggetti siano in possesso di una forza intrinseca che si sprigiona magicamente a contatto di chi li indossa, formando così una specie di corazza contro gli sguardi malevoli. Quando si parla di magia e superstizioni, è impossibile evitare di parlare del sottobosco di maghi e ciarlatani che animano questo mondo occulto. E’ evidente che la vendita di banali oggetti domestici (una pietra, un pezzetto di legno o di vetro) spacciati per potenti amuleti o talismani, abbiano fatto la fortuna non tanto di chi li ha indossati (acquistandoli a caro prezzo), ma di chi li ha venduti.
Maghi e ciarlatani
Basta sfogliare le pagine (cartacee o virtuali) di molti giornali per trovare decine di annunci di sedicenti Maghi Merlino in grado di togliere o praticare il malocchio e qualsivoglia tipologia di fattura il portafoglio del malcapitato sia in grado di comprare. Per coloro che, almeno in teoria, si autodefiniscono “timorati di Dio” esiste inoltre tutta una serie di mercanzie che si richiama alla pratica religiosa cristiana (rosari, acqua benedetta, santini…finanche ostie consacrate) “riciclata” in senso esoterico e spacciata per talismani impregnati di magia “multicolor” (“bianca” per la salute, “rossa” per il successo, “nera” per il maleficio).
L’ombra del diavolo
L’immenso giro di denaro che ruota intorno al risveglio dell’esoterismo contemporaneo non deve però ingannare lo sguardo dell’attento osservatore. Il fenomeno è certamente di vaste proporzioni, ma limitare il tutto al mero introito economico sarebbe quanto meno riduttivo. Infatti, dietro a centinaia di truffatori che sfruttano a proprio vantaggio la superstizione popolare, esistono persone in reale comunione con il maligno: adepti che hanno venduto l’anima al diavolo, pratici delle arti oscure che – con la scusa di togliere un fantomatico malocchio – cercano di irretire la mente e in primis lo spirito del malcapitato, fino a farlo precipitare in un abisso di angoscia, solitudine e disperazione. Affidandosi incautamente a maghi e santoni, dunque, non si rischia solo la truffa, ma anche qualcosa di ben più pericoloso e oscuro. Meglio raccomandarsi alla preghiera e all’intercessione della Madonna, affinché protegga l’uomo dai lunghi tentacoli del maligno, e – se necessario – chiedere l’aiuto di un sacerdote esorcista.
Fonte www.interris.it
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