“Chiedo a tutti i sacerdoti, religiosi e fedeli di partecipare alle attività spirituali organizzate dall’arcidiocesi per riparare alla dissacrazione” della chiesa di Nostra Signora di Fatima a Keesara, nel distretto di Medchal (Telangana). È l’invito rivolto da monsignor Thumma Bala, arcivescovo di Hyderabad, in India, a tutti i cattolici locali, uomini e donne di fede, per rispondere con la preghiera al gesto vandalico di “circa 100 persone, istigate da alcuni fondamentalisti religiosi ed elementi anti-sociali”.
L’arcidiocesi ha diffuso due circolari sul “grave incidente” avvenuto domenica 21 maggio, a pochi giorni dalla consacrazione del luogo di culto cristiano avvenuta lo scorso 13 maggio. Nella seconda si delineano i prossimi appuntamenti, con l’impegno, richiesto a tutti i parroci della diocesi, di divulgare “quanto più possibile” le iniziative.
Il 30 maggio, al St. Mary High School di Secunderabad si svolgerà un’Adorazione eucaristica, seguita dalla Messa presieduta dall’arcivescovo. Il 2 giugno si terranno due ore di Adorazione eucaristica in tutte le parrocchie della diocesi. Il giorno successivo sarà la volta della recita del Rosario. Il 9 giugno tutti i cattolici – clero, religiosi e laici – sono chiamati a osservare un giorno di digiuno e preghiera. Infine lo stesso giorno un gruppo di cattolici si recherà nella sala della chiesa distrutta per celebrare un rituale di purificazione.
Nel primo documento si ricostruiscono le fasi dell’aggressione alla chiesa, situata sul terreno del cattolico U. George Reddy. In esso si legge che la Chiesa locale ha denunciato “lo spiacevole incidente” all’ispettore di polizia, cui ha “chiesto azioni severe contro i colpevoli”. Al ministro dell’Interno del Telangana, l’arcidiocesi ha anche “domandato protezione per le chiese e la comunità cattolica di minoranza”. Il ministro, aggiunge monsignor Bala, “ci ha assicurato che farà piena giustizia e parlerà con le autorità competenti per i permessi relativi alla chiesa. Abbiamo saputo dai funzionari incaricati che sono stati alcuni fondamentalisti religiosi ed elementi anti-sociali ad istigare la folla. Tra le persone arrestate c’è anche qualcuno di loro”.
Nella circolare si sottolinea che la devastazione della chiesa è stato un atto deliberato, senza apparente motivo dato che essa sorge su un terreno privato. Monsignor Bala scrive che Reddy “ha donato all’arcidiocesi un appezzamento di 500 iarde quadrate [457 mq], mentre la diocesi ne ha acquistate 700 iarde quadrate [640 mq], per un totale di 1.200 iarde quadrate [1.097 mq]”. In seguito l’uomo ha ottenuto il permesso di costruire una sala multifunzionale e “tre mesi fa il parroco di Moula-ali [a circa 15 km di distanza, di cui la chiesa di Fatima doveva essere una sotto-stazione, ndr] ha chiesto all’esattore delle tasse il permesso per edificare una chiesa, che è fase di approvazione”. “A tutti voi – conclude l’arcivescovo – auguro ogni bene, la benedizione speciale del Signore Risorto, la cura amorevole e la protezione materna della nostra Madre Benedetta, la Madonna di Fatima”.
Una folla di circa cento persone aveva devastato e vandalizzato la chiesa della Madonna di Fatima a Godamakunta, nel villaggio di Keesara, nella diocesi di Hyderabad in India. “L’ennesimo episodio di intolleranza verso la minoranza cristiana è avvenuto il 21 maggio”, aveva informato Asianews (vedi altre foto). La chiesa era stata consacrata lo scorso 13 maggio da monsignor Thumma Bala, l’arcivescovo, nel giorno in cui la Chiesa ha festeggiato il centenario delle apparizioni di Fatima.
Monsignor Bala aveva commentato l’accaduto: “Questo atto di dissacrazione, vandalismo e la distruzione delle statue ferisce in modo profondo i sentimenti religiosi della comunità cattolica. Siamo molto addolorati”.
Il gruppo di persone, aveva riferito al riguardo oggi il quotidiano The Hindu, si era in un primo tempo riunito nell’ufficio del panchayat (Consiglio amministrativo del villaggio), per protestare, e si è quindi recato verso la chiesa della Madonna di Fatima. In quel momento nell’edificio c’erano un guardiano e cinque operai che non hanno potuto impedire la distruzione delle statue di Gesù e della Madonna, e la distruzione di tutti gli ornamenti, gli oggetti, i quadri e le seggiole che si trovavano all’interno.
Non appena conosciuto l’accaduto, l’arcivescovo Bala era andato sul posto, dove nel frattempo era arrivata la polizia di Keesara, in compagnia di responsabili politici e religiosi locali. Commentando la devastazione Roydin Roach, responsabile dell’Unione dei cattolici di tutta l’India, aveva assicurato che “avevamo tutti i permessi per la costruzione della chiesa e non esisteva alcuna disputa con la gente del villaggio”.
Fonte www.avvenire.it
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