Lunedì, 24 ottobre 2016, ladri hanno fatto irruzione nella Basilica del Monte Tabor e hanno profanato il luogo sacro. Il Patriarcato latino condanna questi atti e attende dei risultati delle indagini.
Lunedì, 24 ottobre 2016, la chiesa della Trasfigurazione sul monte Tabor, in Galilea, è stato saccheggiata da individui sconosciuti. Gli intrusi hanno profanato le ostie, che sono la presenza sostanziale di Cristo. Il ciborio è stato rubato dopo essere stato svuotato delle ostie che sono state gettate sul pavimento. Alcune statue nella chiesa sono vandalizzate e la cassetta delle offerte è stata svuotata.
Il Patriarcato latino di Gerusalemme condanna questi atti efferati che sono profanazione dei luoghi santi. Chiediamo inoltre alla polizia di condurre un’indagine approfondita per arrestare gli autori di queste azioni oltraggiose.
Comunicato del Patriarcato Latino di Gerusalemme
Un episodio “grave” che mostra “la mancanza di senso del sacro, del divino” che invece di solito “in questa terra è ben presente” non solo fra i cristiani, ma anche fra ebrei e musulmani. È quanto dice ad AsiaNews mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme, commentando la profanazione della basilica del monte Tabor, “avvenuta nella notte fra il 23 e il 24 ottobre”, ma emersa solo in queste ultime ore. “Ho appena concluso la visita sul luogo – aggiunge il prelato – ed è stato davvero fonte di dolore e dispiacere assistere a quelle devastazioni”.
Secondo la denuncia presentata alla polizia, che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda, la basilica della Trasfigurazione sul monte Tabor è stata attaccata da alcuni ignoti assalitori, forse delinquenti comuni. I vandali hanno manomesso le telecamere di sorveglianza e hanno fatto irruzione, prelevando calici della messa, danneggiando le icone e rubando una scatola contenente le offerte lasciate nei giorni scorsi da fedeli e pellegrini
“Gli assalitori – racconta mons. Marcuzzo – hanno anche portato via la statua della Madonna in bronzo, che si trovava sopra il tabernacolo. Ma è molto pesante e l’hanno abbandonata quasi subito. Alcuni volontari l’hanno ritrovata abbandonata in giardino e l’hanno riportata nella collocazione originaria”. Hanno colpito la cappella di sinistra, vicino all’altare maggiore, aggiunge il prelato e “hanno appiccato anche un fuoco perché vi sono resti di carbone e segni di bruciature”. “Hanno prelevato i calici – prosegue il prelato – pensando che fossero preziosi. E anche la scatola con le offerte, che conteneva una piccola somma di denaro anche se non sappiamo quantificarla con esattezza”.
Al momento l’ipotesi più probabile è che si sia trattato del gesto isolato di piccola criminalità comune, che non avrebbe alcun legame con le violenze e gli attacchi di natura confessionale avvenuti in passato. Il riferimento è ai raid compiuti da estremisti ebrei o coloni, che negli anni scorsi hanno colpito diversi obiettivi, fra cui la chiesa vicino al Cenacolo, la basilica di Nazareth, altri luoghi di culto cattolici e greco-ortodossi.
Nel mirino vi sono anche moschee e luoghi di culto musulmani – secondo la logica del cosiddetto “price tag”. Il “prezzo da pagare” è un motto utilizzato dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani per aver “sottratto loro la terra”. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle aree al confine con la Cisgiordania e a Gerusalemme, ma oggi si è esteso in gran parte del territorio.
“Anche se l’episodio è avvenuto a conclusione dei festeggiamenti per il Sukkot – spiega il vicario di Gerusalemme – non credo vi siano elementi di matrice confessionale. Pare più probabile si tratti di un caso di delinquenza comune, sul quale vi sono dei sospetti ma nulla più al momento”.
I vandali hanno gettato per terra anche diverse ostie consacrate, usate durante la comunione; non vi sono invece scritte offensive o disegni sui muri, come avviene di solito nei casi di “price tag”.
“Abbiamo già compiuto una piccola preghiera di riparazione, con un nuovo atto di consacrazione” conclude il prelato, che annuncia “un atto ufficiale di riparazione che si terrà nelle prossime settimane. Un gesto a conferma del nostro amore per il luogo, il nostro senso del sacro e la devozione alla Madonna. Saranno invitati tutti quelli che hanno un legame con questo luogo, anche i musulmani ovviamente”.
La basilica della Trasfigurazione sorge sulla vetta del monte Tabor, in Galilea, nel nord di Israele, nel luogo in cui la tradizione vuole che sia avvenuto l’episodio della Trasfigurazione di Gesù, raccontata nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. L’edificio si affaccia sul piazzale, punto di arrivo della strada che sale sino alla cima della vetta, alta circa 600 metri. Rilevato dai cristiani nel 1631 grazie all’opera dell’allora Custode, da secoli è affidato alla cura dei frati francescani di Terra Santa.
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys