I primi auguri per il suo 83/o compleanno, che ricorre in questo martedì, appena pochi giorni dopo il 50/o anniversario di ordinazione sacerdotale, Papa Francesco li riceve prima dai bambini e poi dagli anziani. A farglieli questa mattina, in due separate udienze, prima i ragazzi dell’Acr e poi l’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani – l’Anla -, ricevuta a 70 anni dalla fondazione.
Ma già è cominciato il flusso di doni, messaggi, telegrammi d’augurio provenienti da tutto il mondo, che ogni anno caratterizza in Vaticano il genetliaco del Pontefice argentino, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Bergoglio non ama festeggiare, e domani si prevede per lui una tranquilla giornata di lavoro.
E qualcosa del genere, come pur omaggi ai clochard, potrebbe ripetersi anche in questa festa. Intanto, in concomitanza col compleanno del Pontefice arriva nelle sale italiane il film documentario ‘Il Nostro Papa’.
Tratto dall’omonimo libro di Tiziana Lupi “è la storia della famiglia di Francesco – come spiega l’autrice a Vatican News – riletta alla luce di una tematica cardine del suo pontificato: l’emigrazione”. Co-prodotta tra Italia e Argentina, la pellicola sarà distribuito nelle maggiori città italiane.
Quella del Pontefice, sempre attivissimo e dall’agenda traboccante di impegni, comincia ad essere un’età ragguardevole. E della sua visione dell’essere anziano, oggi Francesco ha dato un ampio saggio nell’udienza all’Anla, spiegando che “le persone anziane, sul piano sociale, non vanno considerate come un peso, ma per quello che sono veramente, cioè una risorsa e una ricchezza. Sono la memoria di un popolo”, e che “c’è bisogno della sapienza e dell’esperienza degli anziani, per costruire un mondo più rispettoso dei diritti di tutti”.
“Il futuro di un popolo suppone necessariamente un dialogo e un incontro tra anziani e giovani per la costruzione di una società più giusta, più bella, più solidale, più cristiana”, ha affermato. “Siamo tutti chiamati a contrastare la velenosa cultura dello scarto – ha avvertito il Pontefice -. Siamo chiamati a costruire con tenacia una società diversa, più accogliente, più umana, più inclusiva, che non ha bisogno di scartare chi è debole nel corpo e nella mente, anzi, una società che misura il proprio ‘passo’ proprio su queste persone”.
“Considerando e vivendo la vecchiaia come la stagione del dono e la stagione del dialogo – ha spiegato il Papa -, si contrasterà lo stereotipo tradizionale dell’anziano: malato, invalido, dipendente, isolato, assediato da paure, con una identità debole per la perdita di un ruolo sociale”.
In pari tempo, “si eviterà di focalizzare l’attenzione generale prevalentemente sui costi e i rischi, dando più evidenza alle risorse e alle potenzialità degli anziani”. Purtroppo, ha aggiunto, “tante volte si scartano i giovani, perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico ‘equilibrato’, al centro del quale non vi è la persona umana, ma il denaro”.
“E questo non va – ha concluso -. Il futuro sarà nel dialogo fra i giovani e gli anziani. Se i nonni non dialogano con i nipoti non ci sarà futuro”.
di Fausto Gasparroni/ANSA e Redazione Papaboys 3.0
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