Italiae et Ecclesia

Avvento: inizia questa domenica il periodo di…’luci fuori e dentro di noi’

Siamo abituati a vivere l’Avvento come periodo di accensione delle grandi luci.

L’albero di Natale in casa, l’albero di Natale nelle nostre città, le decorazioni luminose dei negozi, che quest’anno avranno grandi difficoltà a causa della pandemia, e le luci delle stelle comete nelle nostre Chiese.

Ma se ci fermassimo un attimo a percepirne il vero significato, siamo certi che anche dentro di noi troveremmo le stesse luci?

La corona dell’Avvento

L’esame di coscienza

Dal latino ad-ventus, i cristiani hanno costruito attorno al periodo dell’Avvento due circoli di preparazione apparentemente differenti, ma effettivamente continuativi: da un lato con il termine Avvento si indica la prima venuta di Gesù sulla terra, dall’altro, si indica anche la seconda venuta, ovvero la fine dei tempi.

Già queste due prospettive ci dovrebbero far pensare che il periodo di spensieratezza e luci si tramuta in attimi di riflessione, preparazione e luci soffuse per illuminare delicatamente i nostri cuori.

La preparazione ad accogliere e comprendere il mistero della nascita di nostro Signore sembra lasciare spazio ad una preparazione che nell’esame di coscienza spaventa ancora di più: quella della seconda venuta del Figlio di Dio sulla terra, che secondo noi cristiani definirà la fine dei tempi.

Andiamo con gioia incontro al Signore

Andiamo con gioia incontro al Signore” è quanto Giovanni Paolo II disse durante l’Omelia della prima domenica di Avvento del 1998.

Una volta allontanate le velleità dal nostro cuore ed una volta chiesto al Signore di entrare in questo nostro piccolo abitacolo per portare luce e fare spazio a ciò che è degno di abitare in noi, sarà facile comprendere le parole di Giovanni Paolo II che ci invitava ad avvicinarci con gioia al Signore che si fa bambino e piccolo per entrare nei nostri cuori.

La gioia infatti è la prima emozione che un cristiano deve testimoniare, perché una volta che troviamo Dio, siamo certi di aver trovato la Via, la Verità e la Vita e non c’è niente da temere. Al contrario bisogna lottare contro ogni tentazione per mantenere la luce che Dio ci ha aiutato ad accendere nel nostro cuore.

Origine dell’Avvento

Il cristianesimo, molti anni dopo la sua nascita, adotta il termine “ad-ventus” per designare l’incarnazione di Cristo. Sembra che l’Avvento come lo conosciamo noi oggi, sia nato fra il IV e il VI secolo, infatti la prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale.

L’Avvento è il tempo mariano per eccellenza

Nel perfetto disegno di Dio, Maria ha fatto sì che questo periodo nascesse con un solo “FIAT”.

Maria, un’umile donna che si affida alla volonta di Dio e che crede pienamente in essa, è la prima che ha vissuto un suo personale Avvento. Con il cuore pieno di fiducia che si adempisse nel suo grembo l’antica promessa di redenzione e di salvezza nell’Incarnazione.

Possiamo definire l’Avvento come quel periodo di gioia, penitenza e riflessione che ci avvicina ad un mistero profondo.

Capiamo così che, senza dubbio, è il tempo mariano per eccellenza, tempo della forza e della fede di una donna che lascia grandi margini alla riflessione sulla nostra vita e sul nostro modo di affidare la vita.

La Sua umile sottomissione, il Suo silenzio ed il Suo affidarsi hanno fatto si che Dio Le lasciasse la missione di Madre di Colui che doveva entrare nella storia umana per attraversarla.

E’ bello analizzare la figura di questa Donna in un periodo che ci porta indietro di 2020 anni e che ci unisce a Lei che, con il Suo umile “SI”, è diventata la nostra Mamma. A Lei ci sentiamo più liberi di chiedere un aiuto, come figli, per rischiarare i dubbi sulla nostra fede, per darci la sapienza che illumina i nostri errori e la forza per superare i nostri limiti, certi che ci porgerà la Sua mano per guidarci verso la speranza di una vita nuova che nasce dal periodo dell’attesa.

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