Un appello all’unità per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite dal terremoto, attenzione alle iniziative di sostegno ai più poveri come il reddito di cittadinanza e preoccupazione per alcune proposte legislative sul fine vita: è quanto espresso dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella prolusione che ha aperto il Consiglio episcopale permanente della Cei, in programma a Roma dal 23 al 25 gennaio.
“Il nostro sguardo non può che partire dalla cronaca pesante e perdurante che in questi mesi ha interessato il Centro Italia”. Il presidente della Cei apre il suo intervento al Consiglio permanente ricordando le drammatiche condizioni delle popolazioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria flagellate da continue scosse e eccezionali nevicate. Il cardinale Bagnasco attinge quindi alle parole usate dal Papa nella visita ai luoghi terremotati per ringraziare “i parroci che non hanno lasciato la terra”, i volontari, i vigli del fuoco e anche le comunità cristiane che hanno risposto alla colletta della Cei con la raccolta di 22 milioni di euro. Soldi che attraverso le Caritas diocesane sono stati utilizzati per i bisogni primari. Oltre ai 300mila euro messi a disposizione di ogni diocesi per interventi su edifici ecclesiastici, destinati al culto e alla pastorale. Un grazie convinto rivolto anche alle istituzioni insieme all’assicurazione che la Chiesa continuerà a offrire un contributo concreto:
“Facciamo nostre le parole del Capo dello Stato che ha chiesto “grande unità e responsabilità per contribuire ad alleviare le sofferenze delle persone coinvolte”.
Povertà e reddito di inclusione
Il pensiero del presidente della Cei va quindi al tema della povertà e in particolare alle difficili condizioni in cui versa una fascia sempre più ampia di popolazione italiana. Dall’inizio della crisi – evidenzia – le persone in povertà assoluta sono aumentate del 155% e migliaia di famiglie hanno trovato una prima risposta nelle parrocchie. Per questo motivo il card. Bagnasco reputa necessario “prestare la massima attenzione alla legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI) e alla predisposizione del Piano nazionale contro la povertà”. Tuttavia il presidente della Cei nota con rammarico una discussione politica concentrata su altri versanti, quali ad esempio il fine vita:
“Ci preoccupano non poco le proposte legislative che rendono la vita un bene ultimamente affidato alla completa autodeterminazione dell’individuo, sbilanciando il patto di fiducia tra il paziente e il medico. Sostegni vitali come idratazione e nutrizione assistite, ad esempio, verrebbero equiparate a terapie, che possono essere sempre interrotte”.
Il porporato ribadisce dunque che la tutela costituzionale della salute e della vita deve restare non solo quale riferimento ideale, bensì quale impegno concreto di sostegno e accompagnamento.
Immigrazione e minori non accompagnati
Non meno attento lo sguardo rivolto ai drammi che continuano a consumare popoli interi e che portano a misurarci “con la situazione dei minori non accompagnati ed esposti a ogni sorta di abuso”. Si tratta di una realtà che interpella fortemente la coscienza civile del nostro Paese e le sue istituzioni e che chiede una risposta sul piano legislativo:
“In questa prospettiva, diventa importante sia il riconoscimento della cittadinanza ai minori che hanno conseguito il primo ciclo scolastico, sia la possibilità di affidare i minori non accompagnati a case famiglia: le centinaia di esperienze promosse nelle nostre parrocchie costituiscono una conferma circa la direzione su cui andare”.
Uno sguardo alla nostra Chiesa
La seconda e ultima parte della prolusione è dedicata ai temi di natura più ecclesiale. Il cardinale Bagnasco ha ribadito che l’anno giubilare ha portato tanti a diventare loro stessi strumenti di misericordia. Il pensiero del presidente della Cei è poi andato grato e fiducioso ai presbiteri:
“Episodi di infedeltà al ministero e di oggettivo scandalo sono motivo di dolore, ma non fanno comunque venir meno la stima e l’ammirazione per il Presbiterio nel suo complesso”.
Il porporato ricorda poi che “Il rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente, più che un’esigenza di aggiornamento e qualificazione”, deve rimandare “a un mistero di vocazione che trascende l’uomo”. Bagnasco si sofferma quindi su alcuni ambiti sui quali investire con convinzione:
“Innanzitutto, la relazione di amicizia con il Signore: non esiste un pascere il gregge che non sia sostanziato dall’incontro personale con Gesù Cristo e dal permanere in Lui […].L’anima del ministero rimane la carità pastorale, segno di un sacerdozio consacrato a essere presenza di Gesù buon Pastore”.
Verso il sinodo dei vescovi sui giovani
Dai presbiteri ai giovani. Il cardinale Bagnasco spiega che “il volto bello della Chiesa è riflesso anche e soprattutto nelle nuove generazioni”. In questa luce, il porporato si dice grato al Santo Padre di aver scelto come tema della prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi proprio ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’. Secondo il cardinale è fondamentale coinvolgere i ragazzi in esperienze di servizio:
“Accanto a loro, per loro e con loro, intendiamo testimoniare ragioni di vita, affascinandoli alla fede in Gesù e a cercare risposta alle domande più profonde del cuore, quelle che la cultura dominante vorrebbe distrarre o liquidare con l’offerta di strade menzognere”.
Unità dei cristiani
Infine il presidente della Cei ricorda che in questi giorni la Chiesa vive la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Un’unità definita “decisiva” affinché il “mondo creda”. A tale scopo il cardinale Bagnasco ricorda il viaggio del Santo Padre in Svezia, in occasione del quinto centenario della Riforma luterana e incoraggia tutte le comunità italiane “a compiere ogni passo, pur piccolo, che aiuti a progredire verso la comunione fraterna”.
Fonte it.radiovaticana.va/Marco Guerra