“Sarà un anno di grazia quello che ci aspetta” sulla scia del Giubileo straordinario della Misericordia indetto dal Papa. Un anno di “conversione”, di “annuncio”, perché Cristo è il volto della misericordia del Padre, e di “condivisione” delle miserie umane.
E’ in questa cornice che il cardinale Bagnasco colloca la sua riflessione, aprendo i lavori del Consiglio. Si interroga innanzitutto sul perché delle persecuzioni contro le minoranze in particolare i cristiani. E’ odio per l’occidente? Turpe regolamento di conti interno o provocazione?
La ragione di certo non può non condannare la “bestemmia di invocare il nome di Dio per tagliare le gole”, una “barbara e studiata crudeltà”; ma nel cuore dei martiri cristiani, osserva il porporato, non sarà di certo “una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso a poter uccidere l’amore di Cristo”. E all’ Europa, che lascia andare i propri cittadini ad arruolarsi nelle file dell’Is, il cardinale chiede un “esame di coscienza” perché “è svuotare la cultura dei propri valori spirituali, morali e antropologici” ad esporre i cittadini a “suggestioni turpi”.
Poi lo sguardo del presidente dei vescovi va all’Italia del neopresidente Mattarella. Come il Papa sabato nella sua visita a Napoli, il cardinale punta il dito su malcostume e malaffare diventati “regime” ramificato e intoccabile: la corruzione” ammorba l’aria”, tuona il porporato, “avvelena la speranza, indebolisce le forze morali”, dice, “occorre reagire tutti”.
Come è altrettanto doveroso, e qui Bagnasco si rivolge al mondo della cultura e della scuola, risvegliare le coscienze difronte alla “dilagante colonizzazione della teoria del Gender”, che vuole costruire “persone fluide che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto”. Una manipolazione da laboratorio, che non esprime una ” volontà popolare”: non bisogna farsi intimidire, perché, spiega il porporato, ”il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, istituzionale o politica può pretendere di usurparlo”. Nelle parole del cardinale anche la piaga della disoccupazione e delle migrazioni nel Mediterraneo.
Non basta “ripianare i buchi”, ma occorre investire, ripete il cardinale, parlando delle eccellenze italiane. E di fronte alla tragedia di uomini, donne e bambini che continuano con speranza ad attraversare il mare, scappando da violenze, guerre e miserie, ricorda che occorre più integrazione e una presenza europea attenta al bene comune e non ai soli interessi nazionali.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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