1. Come ho scritto nella Lettera Pastorale, “tra le luci dell’universo, vi è la famiglia: vedere un papà e una mamma con i loro figli, commuove e apre l’anima al sorriso. Come non rimanere stupiti davanti a questa realtà unica e incomparabile? Essa è comunità di vita e di destino, grembo d’amore che genera nuove vite, scuola e palestra di umanità, tirocinio di fede e di preghiera”. Nulla può essere paragonato alla famiglia che nasce dal matrimonio! Essa è come uno scoglio in mezzo al mare: i venti contrari e le onde tempestose non possono smuoverlo, resta approdo sicuro per i figli che – senza – sarebbero travolti dai colpi di quel mare insondabile che è la vita. Possiamo forse vivere senza dei punti fermi e sicuri su cui contare in qualunque circostanza? Quando le tempeste ci rendono naufraghi affaticati e laceri, dove andare senza la roccia stabile e certa della famiglia? Su quello scoglio ognuno può approdare, lì si sente accolto comunque, trova ascolto e verità ma sempre nell’abbraccio dei cuori. Su quella roccia – a volte ruvida – ognuno ritrova fiducia in se stesso, coraggio verso la vita, voglia di ricominciare e di lottare. Tutti sappiamo che, quando perdiamo fiducia in noi stessi, le forze vengono meno e abbiamo paura di tutto. La malattia più mortale e oggi diffusa è la solitudine, il sentirsi soli a portare la vita; e sappiamo che la società fa presto ad abbandonare ai bordi della strada. Dalla riva della famiglia, invece, le onde fan meno paura, non appaiono più insormontabili, e allora ci si rilancia nel mare. Le difficoltà restano, ma l’anima cambia: ci sentiamo rinfrancati perché non ci siamo soli, perché abbiamo toccato l’abbraccio caldo e rigenerante del “noi”. Come potrebbe vivere il nostro “io” senza il “noi” della famiglia, dove nulla si perde e tutto si guadagna?
2. Oggi si dice che “dove c’è amore c’è famiglia”. Ma non è così! L’amore coniugale, infatti, è unico poiché non ammette concorrenti, perché è un dono e non un prestito o una prova, perché è un grembo aperto al dono dei figli, perché è l’originaria scuola di vita comune e – se il papà e la mamma sono credenti – è anche esperienza di fede. Guardo a voi, cari amici, e attraverso i vostri volti, che portano i segni della vita, vedo il volto dell’amore. C’è tanto bisogno di sapere cos’è l’amore, poiché la confusione è grande su questo punto: si pensa che sia solo emozione, o sentimento, o vibrazione; che debba essere sempre gratificazione e spontaneità. Ma voi sapete che non è così: l’amore è un impasto di tutto questo, ma l’elemento decisivo è la scelta della persona con cui si vuole costruire una nuova realtà, la famiglia. Il Sacerdote chiede agli sposi non “se si sentono” di prendersi a vicenda, ma se “vogliono” prendersi per sempre. Voi sapete che l’amore di coppia non è sempre effervescente e facile, senza sacrificio: credere e aspettarsi questo, è credere ad una devastante bugia – oggi molto diffusa e pubblicizzata – che crea delusioni e amarezze. E’ Dio il grande maestro dell’amore, poiché Dio è amore. Il mistero della Santissima Trinità ci rivela che Dio è comunione, è Famiglia: Padre-Figlio-Spirito Santo. Ma anche nell’Incarnazione di Gesù scopriamo il volto vero dell’amare: Dio, nel Figlio, è uscito da sé per venirci a cercare e per ricondurci a casa, il suo cuore. L’amore è, dunque, un continuo uscire da noi stessi per andare incontro alla persona amata; è rinunciare a qualcosa di sé, dei propri gusti, dei propri progetti. E questo non è perdere la propria personalità, ma arricchirla nella comunione con l’altro. Molte sono le difficoltà del cammino d’amore, nella coppia e tra genitori e figli. A volte si arriva a ferite gravi e a lacerazioni profonde; ma nessuno deve sentirsi rifiutato: La Chiesa è Maestra e Madre; è vicina con cuore di misericordia, nella verità del Vangelo e nella fiducia. Essa non esclude nessuno. Cari Amici, grazie per il vostro esempio: sia per le giovani generazioni un forte incoraggiamento e un monito a non perdere il meglio della vita: sposarsi è bello, fare famiglia è bello e possibile anche in mezzo alle difficoltà che voi stessi avete conosciuto; senza la famiglia la società non tiene perché svanisce l’umano. La Madonna doni saggezza a tutti, fiducia ai giovani in difficoltà, coraggio a guardare avanti e osare; a non avere paura del “per sempre” dell’amore vero. E doni luce a quanti hanno responsabilità pubbliche perché mettano al centro dei loro seri compiti ciò che è il cuore del bene comune: la persona e la famiglia. Tutto il resto deve ruotare attorno! A cura di
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