La storia di Bailey che a 9 anni ha combattuto il cancro per incontrare la sorellina e quando è nata le ha sorriso: «Diventerò il tuo angelo»
Mamma e papà lo hanno soprannominato “brave“, coraggioso. Bailey Cooper, un ragazzino di 9 anni, del Gloucestershire, con un cancro diffuso in tutto il corpo, ha lottato con il sorriso per sopravvivere abbastanza a lungo da incontrare la sua sorellina e scegliere il suo nome. I medici avevano solo dato “giorni o qualche settimana”. A Bailey dopo che il cancro si era diffuso attraverso tutto il corpo, racconta il Mirror, ma andando contro le probabilità di sopravvivenza che gli avevano dato i medici è riuscito a veder nascere la sua sorellina e a darle il nome che voleva: Millie. Prima di esalare il suo ultimo respiro, a mezzogiorno della vigilia di Natale .
La malattia
Tutto era iniziato nell’estate 2016, quando Bailey aveva iniziato a sentirsi poco bene. Era andato in ospedale a settembre e all’inizio i medici pensavano a un’infezione virale, secondo quanto riferito dal Bristol Post . Ma Bailey non migliorava, nonostante la cura antibiotica attivata per una sospetta infezione al torace. Le cose però, erano peggiorate.
Ha iniziato a soffrire di forti dolori allo stomaco e gli è stato richiesto un esame del sangue. I risultati sono stati impietosi e a Bailey è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin, che si sviluppa nella rete di vasi e ghiandole nel corpo. Bailey fu trasferito in un reparto di oncologia.
La chemioterapia iniziò immediatamente, insieme con la terapia steroidea. A quel punto, i dottori pensarono che Bailey si sarebbe ripreso. Nel febbraio 2017, è stato dimesso. «Pensavano che non ci fossero più segni di cancro – dice il padre, Lee – Era anche tornato alla scuola di Stoke Lodge».
Ma poi dopo qualche tempo, durante una gita, i genitori ricevettero una telefonata dall’ospedale. Secondo i medici Bailey aveva una ricaduta. La prognosi non era buona, ma i medici rassicurarono i genitori dicendo che c’era un tasso di sopravvivenza del 70%.
«È tornato alla chemioterapia», ha detto al Mirror, Lee. «I medici ci hanno detto che, anche se fosse sopravvissuto, gli effetti a lungo termine sarebbero durati per il resto della sua vita. Ha avuto anche un trapianto di cellule staminali». Tutto inutile.
Dopo qualche giorno il piaccolo Bailey è dimesso per l’inutilità di continuare qualsiasi cura.
«Siamo rimasti lì con lui, e in un paio d’ore, ha preso tutto. Ci ha dato un sorriso e ha detto “andiamo a casa”», spiegano i genitori.
«Voleva elaborarlo quello che gli sarebbe accaduto e aveva bisogno di rassicurazioni su quello che sarebbe successo dopo la sua morte». Il giovane coraggioso ha abbracciato, lavato e cantato alla sorellina Millie.
Al suo funerale e ha voluto che tutti si travestissero da supereroe
I tre mesi che seguirono furono tremendi. «Sapevamo che non avrebbe avuto molto tempo e abbiamo cercato di goderci il tempo che gli era rimasto», ha detto la mamma Rachel. Bailey sapeva che sarebbe morto. Ha iniziato a fare progetti per il suo funerale e ha voluto che tutti si travestissero in costumi da supereroe.
Gli furono somministrati farmaci per il dolore. Lo aiutava un po’ ma iniziò a deteriorarsi lentamente di settimana in settimana.
«Non pensavamo che sarebbe durato così a lungo, ma era determinato ad incontrare Millie che stava per nascere.
È alla fine di novembre Millie è nata. «L’ha abbracciata e ha fatto tutto quello che un fratello maggiore avrebbe fatto: cambiarla, lavarla, cantarle una ninna nanna». E parlando della sua nuova sorellina, nei suoi ultimi istanti di vita, Bailey ha detto: «Vorrei restare, ma è il mio momento di andare a diventare il suo angelo custode».
Fonte www.ilmessaggero.it