VICENZA Undici anni, un bambino e una maledetta sciarpa annodata al collo. Quella che, agganciata ad un mobile del soggiorno di casa, si è stretta così tanto sotto il suo peso da non lasciarlo più respirare. Da fermare il suo piccolo cuore. Quello che forse doveva essere semplicemente un gioco, forse un atto dimostrativo, un messaggio per riuscire ad avere maggiore attenzione da mamma e papà, forse davvero un gesto estremo, ideato, realizzato, da chi, ingenuo e spensierato, non dovrebbe avere ancora l’età anche solo per pensare di potersi annullare così.
Non è dato sapere per quanto il bambino dell’ovest Vicentino – ora in terapia intensiva all’ospedale di Vicenza – martedì sera sia rimasto con il cappio al collo nel soggiorno di casa, a due passi dalla poltrona, lì dove lo avevano salutato per l’ultima volta i genitori, intento a giocare ai videogiochi. Quando, attorno alle 23 di due giorni fa, lo ha trovato il fratello più grande che doveva richiamarlo per portarlo a letto, l’undicenne era in stato di incoscienza e non respirava. I genitori, che erano al piano di sopra, in camera da letto, sono corsi a prestargli soccorso, a liberarlo da quella sciarpa che lo aveva quasi strangolato, ma non è bastato a farlo stare meglio: i paramedici del Suem 118 arrivati a sirene spiegate nell’abitazione del piccolo paese di 1.500 abitanti lo hanno dovuto rianimare e intubare prima di portarlo con urgenza all’ospedale del capoluogo. Tutto sotto gli occhi del papà e della mamma che è in attesa del terzo figlio. In preda alla disperazione ma convinti che il secondogenito volesse solo giocare, che sia finito per soffocarsi solo per una tragica fatalità, per una concatenazione di circostanze sfortunate. Per loro non ci sarebbe infatti alcun elemento che spieghi ipotesi diverse, quelle comunque al vaglio dei carabinieri intervenuti sul posto: alcun malumore in famiglia, litigio recente, nessuno ultimo scritto.
Era un periodo sereno per il bambino, in pausa dalle lezioni di scuola, in vacanza. E proprio per questo gli era stato permesso, dopo cena, di rimanere in soggiorno a giocare davanti ad uno schermo fino a tarda sera. Era rimasto solo a schiacciare con impeto i pulsanti della tastiera, mentre sullo schermo si muovevano mostriciattoli e super eroi. I genitori e il fratello di tre anni più grande, che soffre di un grave disturbo, si erano infatti ritirati nelle loro camere da letto. E quando, alle 23, il papà ha notato che il secondogenito non era ancora salito al secondo piano, ha mandato il fratello più grande a chiamare l’undicenne: ormai era tardi e doveva dormire anche lui. Ma tutto si aspettava il quattordicenne tranne che trovare il più piccolo impiccato su un mobile. Disperato l’ha chiamato, avrebbe cercato di farlo tornare in sé, e sentendo le sue urla i genitori sono accorsi nell’area giorno. Una scena terribile si è presentata davanti ai loro occhi. Hanno pensato di aver perso per sempre la loro creatura, ma l’intervento provvidenziale del personale del Suem ha fatto tornare a battere il suo cuore. Date le condizioni disperate l’undicenne è stato portato con urgenza nel centro di terapia intensiva del San Bortolo di Vicenza. È grave – riferisce il Corriere della Sera versione on line – e ai medici spetterà capire se abbia riportato danni agli organi, e di che entità.
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