Il Segretario generale dell’Onu sarà in Vaticano il 28 aprile per incontrarsi con il Santo Padre. All’orizzonte il negoziato di Parigi sul riscaldamento globale
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon sarà in Vaticano il prossimo 28 aprile per incontrare papa Francesco. La visita del Segretario delle Nazioni Unite ha un tema forte in agenda: l’ambiente o, meglio, i problemi posti dal cambiamento climatico e la risposta che la comunità internazionale deve dare per cominciare ad arginare un fenomeno il cui contributo al moltiplicarsi di crisi sociali, guerre, migrazioni diventa sempre più evidente.
Che tali siano le questioni di cui parleranno i due leader, oltre a un confronto sulla prossima enciclica del Pontefice dedicata appunto ai temi ambientali, lo ha del resto confermato qualche giorno fa lo stesso leader dell’Onu, precisando che parlerà con il Papa delle «comuni preoccupazioni» in materia. Ban Ki Moon ha anche osservato come, a sua memoria questa sia la prima volta che un papa invita un segretario dell’Onu in Vaticano.
E in effetti il nodo del cambiamento climatico sarà al centro, sempre il 28 aprile, dell’incontro internazionale dedicato alle implicazioni etiche del cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. L’evento, promosso dalle pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali, insieme a Religions for peace e da Sdsn (Soustainable developement solutions network), sarà aperto proprio da un discorso di Ban Ki Moon. Si comprende bene dunque che quella del Segretario delle Nazioni Unite è una visita d’eccezione i cui obiettivi vanno ricercati negli eventi in programma nei prossimi mesi. Intanto perché a settembre il Papa, in occasione del suo viaggio negli States, si recherà appunto al «palazzo di Vetro» passando prima per Cuba dove farà una tappa dopo aver contribuito ad aprire una nuova stagione di distensione.
Non solo: a Parigi entro la fine dell’anno (dal 30 novembre all’11 dicembre) si terrà la conferenza mondiale sul clima. Un appuntamento importante nel quale la comunità internazionale cerca un accordo sulle politiche e le scelte economiche per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico globale e del riscaldamento globale. Alle spalle ci sono le due conferenze di Kyoto e Copenaghen, la prima molto rigida nello stabilire gli obiettivi che ciascun paese doveva raggiungere, la seconda che stabiliva invece criteri poco vincolanti. Fra questi due estremi si cerca ora una mediazione. Anche in questa occasione la Santa Sede può essere uno dei protagonisti del negoziato facendo leva sull’autorità morale di Francesco, nella quale spera appunto Ban Ki Moon, e allo stesso tempo dispiegando una capacità diplomatica avvantaggiata dal fatto di non avere interessi specifici nel negoziato.
I lavori del meeting che si svolgerà in Vaticano – inseriti dunque in questa sequenza che porta prima all’enciclica e poi alla conferenza di Parigi – vedranno la partecipazione di diversi leader religiosi, di ricercatori e scienziati; dopo Ban interverranno fra i molti altri il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e Jeffrey Sachs, economista, direttore del network dell’Onu sui problemi dello sviluppo sostenibile. Quest’ultimo, in particolare, negli ultimi due anni ha più volte espresso un giudizio positivo verso il Papa e il suo magistero nel quale si esprime una connessione fra morale, sviluppo e globalizzazione. «L’obiettivo di questo vertice – si legge nella presentazione del meeting – è quello di sensibilizzare e creare un consenso intorno ai valori di uno sviluppo sostenibile coerente con i valori delle principali tradizioni religiose ponendo, al medesimo tempo, una particolare attenzione ai più vulnerabili», e ancora di «far crescere il dibattito sulle dimensioni morali della tutela dell’ambiente in vista dell’enciclica papale».
Di Francesco Peloso per Vatican Insider (La Stampa)