Nel secondo giorno di lutto nazionale dopo la strage al ristorante di Dacca, la premier del Bangladesh Sheikh Hasina stamane ha reso omaggio alle vittime. In una cerimonia allo stadio dell’esercito, alle dieci locali, ha deposto corone di fiori sulle bare, riferiscono i media locali.
Le bare sono state collocate in una piattaforma rialzata con le bandiere di India, Italia, Bangladesh, Giappone e Stati Uniti, le nazioni delle vittime straniere, nove delle quali italiane. Alla cerimonia hanno partecipato anche rappresentanti delle autorità italiane, indiane, giapponesi e americane. In seguito, è stato consentito l’accesso ai familiari e poi a tutti i cittadini.
I terroristi ricchi rampolli bengalesi. Dubbi sull’Isis – Isis o non Isis. E’ questa la margherita che esponenti governativi, dei servizi di intelligence e i media del Bangladesh stanno sfogliando dopo lo shock suscitato dal massacro di 20 civili stranieri – tra cui 9 italiani – compiuto venerdì nella Holey Artisan Bakery di Dacca. Da giovani terroristi rampolli di ricche famiglie locali arruolatisi nelle file della jihad “per moda”, secondo la versione del ministro dell’Interno. E’ stato necessario assistere ad una strage in un gettonato ristorante della classe medio-alta, la più grave mai registrata nella storia del Paese, perché il governo – che da sempre nega infiltrazioni della rete del terrore globale in Bangladesh – esaminasse con la dovuta attenzione la rivendicazione dell’azione da parte dei seguaci del ‘Califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi. Dal febbraio 2015, quando gli attacchi a intellettuali, blogger, stranieri ed esponenti di minoranze religiose si sono fatti sempre più frequenti, Isis e Al Qaida se li sono sistematicamente attribuiti, collezionandone oltre una ventina ciascuno. Fino alla strage nella Bakery del quartiere diplomatico di Gulshan-2, che l’Isis ha fatto sua assicurando attraverso Amaq, l’agenzia di stampa del ‘Califfato’, che è stata opera di un commando bengalese di cui si conoscono anche i nomi (oltre che i volti) dei cinque componenti: Akash, Badhon, Bikash, Don e Ripon.
Erano seguiti da tempo dalle forze dall’intelligence locale, ha fatto sapere l’ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque. E stavolta all’interno del governo sono cominciate ad affiorare le prime divergenze. Fino a qualche mese fa la premier Sheikh Hasina ed i suoi ministri escludevano la presenza dell’Isis o di Al Qaida nel Paese, ripetendo che i colpevoli degli attentati non erano altro che i membri dell’opposizione guidata dal Partito nazionalista bengalese (Bnp) della ‘begum’ Zia Khaleda, ed in particolare il suo alleato Jamaat Islami.
Redazione Papaboys (Fonte www.ansa.it)
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