Maya Karmokar vive con la madre anziana nel villaggio di Kajura. I parenti riferiscono che la donna non ha nemici. Dopo l’aggressione è stata ricoverata d’urgenza in ospedale, ma poi è tornata a casa perché non ha i soldi per pagare le cure. I cattolici locali sono circa 4mila, in maggioranza poveri e bisognosi.
Una donna cattolica è stata cosparsa di benzina e data alle fiamme. È successo in Bangladesh nel villaggio di Kajura, nel distretto di Jessore (nel sud-ovest del Paese). La donna, di nome Maya Karmokar, stava dormendo nel suo letto quando alcuni sconosciuti sono entrati in casa e l’hanno aggredita. Le sue grida disperate hanno attirato l’attenzione dei parenti, che sono giunti appena in tempo per salvarle la vita. Portata d’urgenza in ospedale, i medici hanno riscontrato ustioni su gran parte del corpo. Ora è a casa, seguita dalle cure di un medico locale, perché non può permettersi un trattamento sanitario specialistico.
L’aggressione è avvenuta nella notte di domenica 9 luglio, a soli 15 giorni di distanza dalla strage di Dhaka, nella quale cinque terroristi islamici hanno ucciso 20 persone. Ieri la polizia locale è tornata sul luogo dell’attacco e ha raccolto informazioni. I criminali sono ancora senza un nome.
La dinamica della violenza è stata talmente repentina che la donna stessa non è stata in grado di riconoscere chi l’ha aggredita. “Non sono riuscita a capire chi fossero – ha raccontato – ho solo sentito il fuoco che bruciava la mia pelle e ho iniziato a piangere dal dolore”.
Maya, 45 anni, ha lavorato come infermiera nella struttura medica gestita dalla diocesi di Khulna. Single e senza figli, vive con la madre anziana e si prende cura di lei.
In ospedale è rimasta ricoverata solo per un giorno, poi a causa delle condizioni di povertà è tornata a casa perché non riesce a permettersi un trattamento migliore. Ha raccontato: “Io non ho nemici, non so perché vogliono uccidermi!”.
Salomon Das, suo parente, ha confermato che la donna intrattiene rapporti cordiali con tutti, per questo i familiari sono scioccati dalla violenza brutale e chiedono che sia fatta giustizia.
P. Ananda Gopal Biswas, parroco della chiesa cattolica di Shimulia, che serve il villaggio dove risiede Maya, dice adAsiaNews: “Ho saputo dell’attacco e lo condanno con forza. Esprimo la mia vicinanza alla parrocchiana”.
La comunità cattolica di Shimulia è composta da circa 4mila fedeli, in maggioranza poveri e bisognosi. La violenza nei confronti della donna cattolica non è il primo episodio di questo tipo. Nell’ultimo periodo nel Paese sono stati aggrediti numerosi esponenti delle minoranze, cristiani, indù e buddisti, ma anche musulmani moderati presi di mira per le proprie idee liberali.
Redazione Papaboys (Fonte www.asianews.it)
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