Categorie: Familia et Mens

Barbarin: Il Cardinale ‘non negoziabile’

Il Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione.

Quando accedo a Google per cercare notizie sul Cardinal Barbarin, escono fuori tanti titoli. Se li metto a confronto, le valutazioni oscillano tra la critica feroce (vedi il blog messainlatinoit), e la solidarietà di tanti altri. Nell’episcopato francese è una delle voci più autorevoli. Si recava alle congregazioni generali in bici, dopo la rinuncia al Pontificato di Benedetto XVI, in perfetto stile papaboys. Le sue dichiarazioni sono rimaste memorabili. Rileggiamo con attenzione le parole consegnate alla stampa in quel periodo: “Dopo lo stupore, ho provato ammirazione, perché trovo che sia un atto di grande liberta. Ha sempre esercitato la sua missione con grande libertà, la stessa libertà con cui ha deciso di lasciarla. È anche un atto di umiltà, perché spesso le persone si attaccano al potere e lui non ha fatto niente per diventare Papa. E siccome penso che non sia in possesso delle piene facoltà per continuare a esercitare il suo incarico, è come se avesse detto ‘è meglio che me ne vada, è una cosa bella e utile’. Penso che di Benedetto XVI rimarrà quello che è veramente, cioè un grande teologo, un eccellente pedagogo, ha divulgato il messaggio di fede molto bene, ha dato un grande contributo con le sue encicliche, con i suoi insegnamenti, con le sue omelie e allo stesso tempo c‘è una grande dolcezza in lui

”. Il porporato non usa mezzi termini. La libertà di cui ha parlato nella rinuncia di Ratzinger, è quella che ogni giorno contraddistingue la sua azione pastorale, nel lembo di terra francese ormai secolarizzata e lontana da Dio. Non sono le “concessioni” al mondo a rendere la Chiesa più “moderna”. E’ la fedeltà alla Parola di Dio e al Magistero che rende i credenti luce, sale e lievito per il mondo. La fede non può scendere a compromessi. Perché è lampada che illumina il cammino dell’uomo. Quando la fiamma si spegne a causa del vento contrario, non bisogna abbattersi. Il Signore dona il coraggio e la forza per continuare.

Chi è questo Cardinale non negoziabile?  Philippe Xavier Ignace Barbarin, nasce a Rabat, il 17 ottobre 1950. Laureatosi in filosofia alla Sorbona di Parigi, nel 1973 ha iniziato a frequentare il seminario dei Carmelitani conseguendo la laurea in teologia. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 17 dicembre 1977, per la Diocesi di Créteil. E’ stato nominato vescovo di Moulins da papa Giovanni Paolo II, il 1º ottobre 1998. Dal 16 luglio 2002 è arcivescovo di Lione, nonché primate delle Gallie. E’ stato conseguentemente creato Cardinale daL Beato Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 ottobre 2003, con il titolo di Santissima Trinità al Monte Pincio. Nella sua diocesi gira liberamente, incontrando la gente e dialogando con chiunque. Molto attento al Magistero della Chiesa. Le posizioni assunte sull’inizio e fine Vita, hanno attirato verso di lui, critiche feroci e abiette. Molti vogliono costringerlo al silenzio. La sua voce non si ferma. Continua ad annunciare con franchezza il Vangelo. Il Cardinale, “era in prima fila, domenica 19 gennaio, alla Marcia per la vita di Parigi, e parteciperà anche alla Manif Pour Tous del prossimo 2 febbraio nella città di cui è vescovo da dodici anni”

. In Francia il programma del governo, sta stravolgendo la natura stessa dell’uomo, costringendo la religione a confinarsi nella sfera privata. Manifestare nel paese d’oltralpe è diventato rischioso. La Chiesa è messa a dura prova. Gli atti violenti contro i cristiani e i luoghi di culto nella laicissima Francia, sono in aumento. A tal proposito, qualche tempo addietro durante un’intervista aveva dichiarato: “Dopo più di cent’anni di una fecondità eccezionale ed unica nella storia della Chiesa, viviamo oggi un periodo di prova. Si ha l’impressione che stiano crollando intere pareti di un grande edificio. Alcuni Carmeli stanno chiudendo, grandi ordini hanno pochissime vocazioni. Sulla collina di Fourvière (a Lione ndr), si vedono case religiose che vengono vendute; è una cosa che ci addolora. Allo stesso tempo, vi sono segni di rinnovamento e un grande dinamismo per l’evangelizzazione, nella nuova generazione. Mentre nelle zone rurali, i paesi si raggruppano per riunire almeno una piccola comunità parrocchiale, nelle città, i giovani e le famiglie più motivate convergono verso luoghi accoglienti, animati da giovani sacerdoti attorniati da equipe entusiaste e da comunità nuove. È la bellezza e la gioia della liturgia ad attrarre, come pure la qualità delle omelie. È importante conservare tutto questo nell’unità”.

La famiglia e tutti i temi non negoziabili, sono al centro dell’attenzione  pastorale dell’Arcivescovo di Lione, il quale –come annota il giornalista del Foglio Matteo Matuzzi-, parla, marcia dietro striscioni e cartelli, mette in guardia sulla deriva eugenetica che sta minacciando la società. “Io, Philippe, prete, non posso passare oltre facendo finta di niente”, scrive sulla Croix.  “Nel disegno di legge sulla famiglia non si parlerà né di utero in affitto né di procreazione medicalmente assistita – dice –, ma sappiamo che, fatti uscire dalla porta principale, questi temi rientreranno dalla finestra come emendamenti”. E se “si aprirà la strada all’affitto degli uteri e alla procreazione medicalmente assistita, tutta la filiazione rimarrà sconvolta e disorientata. Nascerà una generazione di bambini intenzionalmente privati di uno dei genitori”. Sarà “consacrato il diritto dell’adulto sul diritto del bambino, il diritto del più forte sul diritto del più debole già terribilmente messo in discussione dalla legge sull’aborto”, aggiunge Barbarin. “Dovremo sopportare ancora una volta l’ingiustizia fatta propria dalla legge?”. Bisogna “pregare, parlare, agire e manifestare. Farlo in nome del Vangelo. Bisogna mantenere viva l’attenzione, ringraziando coloro che non si addormentano e ci aiutano a rimanere vigili”. Soprattutto, bisogna parlarne, farsi sentire. Scendere in strada. Sono le esortazioni di Papa Francesco. Il Pontefice ha più volte chiesto di “andare” verso le periferie esistenziali, per dare speranza a chi non ne ha più. La fede non può essere vissuta nel privato. Deve essere annunciata e portata ad ogni creatura. Gli uomini di oggi, hanno necessità di sentire e sperimentare la bontà di Dio. Proteggere la Vita, la famiglia, gli ammalati, gli indifesi, è il compito primario della Chiesa. Perché come recita un antico detto: “Chi salva un bambino, chi slava la famiglia, salva il futuro del mondo”. DonSa

Il Cardinal Barbarin, in bici, mentre si reca alle Congregazioni Generali in Vaticano.

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