Un’imbarcazione carica di migranti è affondata al largo della costa della Libia, vicino a Zuwara, e le autorità temono molte vittime, addirittura centinaia. Lo ha fatto sapere una fonte ufficiale a Zuwara, a condizione di anonimato, parlando dimigranti rimasti intrappolati nello scafo quando la nave si è capovolta. Al momento si fa fatica ad avere notizie certe, anche perché i soccorsi sono ostacolati dal buio. Le persone salvate nella prima fase sarebbero solo una ventina, mentre i cadaveri recuperati una decina. Come si capisce in molti mancano all’appello.
I migranti sarebbero stati provenienti di Africa sub-sahariana, Pakistan, Siria, Marocco e Bangladesh. Più di 2.300 persone sono morte quest’anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo in nave, mentre erano state 3.279 lo scorso anno (dato Oim).
Intanto è approdato nel porto di Palermo il pattugliatore della marina svedese Poseidon, impegnato nell’operazione Triton, con 571 migranti e 52 salme a bordo. Si tratta delle vittime dell’ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia che erano nella stiva di un barcone soccorso ieri dall’ unità militare, morte soffocate dai gas di scarico dei motori dell’imbarcazione.
Ad attendere l’arrivo in banchina della nave il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle attività sociali Agnese Ciulla. Alle operazioni di accoglienza, coordinate dalla Prefettura di Palermo, partecipa il personale della Protezione Civile, della Asp e della Croce Rossa, la Caritas e le associazioni umanitarie come Medici senza Frontiere, che ha inviato una equipe per garantire un supporto psicologico ai migranti, e Save the Chidren che si occuperà di assistere i bambini, in particolare quelli non accompagnati. Sul pattugliatore vi sono infatti anche 67 minori e 54 donne. Le operazioni di sbarco dalla nave dei profughi e delle salme dovrebbero concludersi in nottata.
Oggi sono stati fermati i due presunti scafisti, entrambi somali rispettivamente di 23 e 38 anni, del gommone con a bordo 101 migranti, compreso il 15enne morto in seguito ai postumi delle ferite riportate per percosse e maltrattamenti subiti in Libia, dove era stato costretto a lavorare senza cibo nè acqua e picchiato. Il fermo è stato emesso dalla Procura di Siracusa. Il minorenne era stato soccorso dalla nave Dignity di Medici senza frontiere, ma era morto il giorno prima dell’arrivo, il 25 agosto scorso, nel porto di Augusta, nel siracusano.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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