Le Filippine sarebbero pronte ad accogliere migliaia di migranti che in questi giorni vengono rimpallati tra Indonesia, Thailandia e Myanmar (ex Birmania). Lo riporta il quotidiano britannico Guardian, smentendo notizie emerse in precedenza secondo cui il Paese avrebbe respinto le imbarcazioni cariche di disperati in fuga da Myanmar e Bangladesh.
Le Filippine, ha detto Herminio Coloma, portavoce del presidente filippino Benigno Aquino, continueranno a “fare la loro parte per salvare vite umane nell’ambito di meccanismi di lunga data esistenti e conformemente ai nostri impegni ai sensi della convenzione delle Nazioni Unite” sui rifugiati.
Appello delle agenzie Onu. La decisione sarebbe la prima risposta all’appello rivolto dall’Onu a Indonesia, Malaysia e Thailandia affinché intensifichino le operazioni di recupero in mare dei migranti e cessino la pratica del respingimento in mare. In un appello congiunto, l’Unhcr (l’agenzia Onu per i Rifugiati), l’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, hanno chiesto ai tre governi di provvedere “a sbarchi efficaci e prestabiliti in posti sicuri con adeguate e umane condizioni di accoglienza” e stabilire procedure di screening per identificare coloro che necessitano della protezione internazionale come rifugiati.
Rischio ecatombe. Da giorni nel mare delle Andamane si consuma un dramma che rischia di creare un’ecatombe. Decine di barconi carichi di centinaia di migranti sono alla deriva, respinti da una riva all’altra. I barconi arrivano da Myanmar e Bangladesh e si stimano 4mila persone a rischio, tra cui donne e bambini.
Risse per acqua e viveri. Da chi è riuscito ad arrivare a terra giungono racconti di “mancanza di cibo, disidratazione e violenza a bordo”. Una rissa tra disperati che si contendevano le misere scorte di acqua e viveri potrebbe aver causato centinaia di morti. Lo hanno riferito i superstisti approdati nei campi profughi nella provincia di Aceh, a nord-ovest dell’Indonesia. Stremati, hanno raccontato di uno scontro a bordo tra migranti Rohingya, minoranza musulmana in fuga dalle persecuzioni nel Myanmar, e altri provenienti dal Bangladesh. Un centinaio, forse 200, sarebbero rimasti uccisi e poi gettati in mare, mentre i sopravvissuti sono stati raccolti da pescatori.
«Centinaia affogati». Dallo scorso fine settimana, affermano le agenzie umanitarie, non si segnalano approdi da nessuna parte. E un barcone che era stato respinto in mare è letteralmente sparito da due giorni: il timore è che le 300 persone a bordo siano affogate.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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