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Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati – Le beatitudini del III° millennio

BEATITUDINI – Gesù ha un solo desiderio nel cuore, una sola aspirazione nell’anima: compiere in tutto la volontà del Padre. È questa la sua fame e la sua sete. L’obbedienza a Dio è la forza che lo spinge, lo muove, lo conduce in quel suo quotidiano pellegrinare verso Gerusalemme, dove avverrà l’effusione del suo sangue, il sacrificio della sua vita, l’offerta del suo corpo in remissione dei peccati.

L’uomo nato nel peccato, pur avendo il desiderio di Dio, pur portando nel suo cuore questa sete e questa fame, non può dissetarsi, non può sfamarsi da se stesso. C’è in lui il desiderio, non il suo appagamento. Non basta avere fame e sete di giustizia, fame e sete del compimento della volontà di Dio, bisogna che qualcuno si degni di dargli il cibo e l’acqua perché possa sfamarsi, dissetarsi.

Gesù, che sulla croce ha sete di volontà del Padre, viene dissetato con aceto misto a fiele. L’umanità non è capace di dissetare di verità. Se qualcuno ha questa sete, i suoi fratelli altro non possono dargli che aceto misto a fiele. Non gli danno verità, ma preparati, pensieri, frasi, tradizioni, modi che appartengono all’uomo e non certamente a Dio e alla sua acqua purissima che Egli ha fatto discendere dal cielo e che ci ha donato in Cristo Gesù.

La fame e la sete della giustizia deve precedere ogni cammino di fede, ogni pellegrinaggio verso il luogo del compimento finale, ultimo, della volontà del Padre. Senza questa sete e questa fame, nessun progresso verso il cielo è possibile e nessuna sequela di Cristo sarà portata a termine. Più grande sarà questa fame, più possente sarà questa sete e più certezze abbiamo nel cuore di riuscirci, di arrivare sino alla fine, di sfamarci e di dissetarci. Dio non sazia se non in misura della nostra fame e non disseta se non in proporzione della nostra sete. La beatitudine trova la sua giusta collocazione non nella risposta di Dio, ma nel desiderio dell’uomo. È l’uomo che deve avere fame di Dio, che deve avere sete di Lui. Se manca questa condizione preliminare, Dio non può intervenire salvificamente nella nostra vita.

Chi può mettere nel cuore il desiderio di Dio è solo lo Spirito Santo. È Lui che crea in noi il vuoto, l’inquietudine per qualcosa che è oltre l’intera creazione, che orienta verso il cielo, che ci mette in comunione con il Signore, che rende Dio appetibile e desiderabile. Lo Spirito Santo, in via ordinaria, opera mediante la Chiesa. È la Chiesa che effonde lo Spirito nel cuore e crea la sete della giustizia e la fame della verità; è sempre la Chiesa che per la sua santità, riversa lo Spirito di conversione e di santificazione nei cuori, e questi sono messi nella condizione ideale di avere desiderio di Dio, di sentire quell’anelito incolmabile che li spinge sempre più in avanti, sempre più verso di Lui, senza che mai questa sete e questa fame possano venire saziate completamente.

Gesù mai era sazio d’amore per il Padre suo. Egli avanzava e progrediva verso l’amore eterno nel quale non c’è confine. In Lui, a questo stesso amore è chiamato ogni uomo. Essendo Dio infinito in se stesso, l’uomo in questo infinito si inabissa e di questo infinito mai si sazia. Più si disseta di Dio e più sete ha di Lui con una sete di vita eterna che sempre più viene saziata. È questa la gioia che discende dal cielo. Mentre ci si disseta, sempre più sete di Dio si ha, e questo aumenta la gioia eterna e la rende ancora più desiderabile.

La Chiesa ha il dovere di dare agli uomini lo Spirito del Signore. Lo Spirito di santificazione, dato per mezzo dei sacramenti, senza lo Spirito di conversione, dato attraverso la santità, non genera la fame, non produce quella sete che spinge il cuore verso Dio. La pastorale dovrebbe mettersi in serio esame di coscienza e verificare se i metodi e le vie sono quelli giusti. Oggi ci siamo ripiegati sull’istruzione cristiana. Pensiamo che formare sia dare delle verità. Formare un cuore è dare lo Spirito Santo, ma lo Spirito Santo per poterlo dare, è necessario che uno lo possieda, e lo si possiede solo se si inizia un vero cammino di santificazione. Dona lo Spirito che crea la sete e la fame di Dio solo chi ha fame e sete di Dio e si lascia da Lui muovere perché la sua sete cresca ogni giorno di più e la sua fame diventi incolmabile, fino al rendimento della suprema testimonianza: l’esistenza consumata, il sangue versato per la gloria del Padre celeste.

La predicazione deve essere dono dello Spirito Santo, le nostre parole devono essere cariche di Lui, perché se Lui è nella Parola che noi diciamo, Egli con essa scende nel cuore, ne prende possesso e inizia a creare in esso fame e sete di giustizia. Se invece la nostra parola è vuota, priva dello Spirito, quanto noi diciamo è solo un soffio della bocca, non è il soffio dello Spirito Santo che scende, si posa su tutti coloro che ascoltano la nostra parola e inizia nel cuore l’opera di vera creazione di sete e di fame di Dio.

Vergine Maria, la tua fame e la tua sete di Dio sono state interamente saziate, perché ai piedi della croce hai dato te stessa, martire nell’anima per accompagnare il tuo Figlio Gesù nel compimento della volontà del Padre. Per la tua preghiera lo Spirito Santo scenda su di noi. Vogliamo che Lui crei dentro di noi una fame e una sete di Dio, della sua giustizia, tanto grande da poterla, sempre con la sua mozione, trasmetterla a tutti i nostri fratelli nella fede e al mondo intero. Soprattutto convinci noi, tuoi figli, che l’unica cosa che dobbiamo dare al mondo è lo Spirito Santo e per questo occorre il sacrificio della nostra vita. di Don Francesco Cristofaro

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