La data della Beatificazione di Oscar Romero è stata fissata: la cerimonia si svolgerà a San Salvador il prossimo 23 maggio. Ieri, a dare l’annuncio nel corso della sua visita in Salvador, è stato mons. Vincenzo Paglia, postulatore della Causa dell’arcivescovo martire, assassinato in odio della fede il 24 marzo 1980. Quali le novità annunciate in conferenza stampa? Paolo Ondarza lo ha chiesto alla collega di Avvenire, Lucia Capuzzi, raggiunta telefonicamente a San Salvador:
R. – Mons. Vincenzo Paglia ha confermato la data, 23 maggio, che sarà la memoria liturgica di Arnulfo Romero e ha annunciato che la Messa di beatificazione si svolgerà a San Salvador e sarà presieduta dal cardinale Amato. Ha voluto ringraziare Papa Francesco per aver firmato il decreto, il 3 febbraio, e ha voluto inoltre ringraziare Papa Benedetto, Papa Giovanni Paolo II e Paolo VI che hanno sempre sottoineato il valore di Romero.
D. – Come è stata accolta la notizia tra i salvadoregni?
R. – L’annuncio della data è stato accolto da un fragoroso applauso durante la conferenza stampa, segno di quanto la gente, quanto gli stessi salvadoregni attendessero questa giornata per poter celebrare il loro arcivescovo. Dopo la tappa della Beatificazione, ci sarà la tappa della Canonizzazione, ha anticipato mons. Vincenzo Paglia, sottolineando però come queste non servano tanto a Romero, che è già santo, ma a tutti noi. La sua testimonianza continua a generare vita e speranza nel popolo salvadoregno e soprattutto in quelle parti del popolo salvadoregno più povere, più emarginate, che hanno sempre trovato una forma di consolazione in mons. Romero.
D. – …che lo vedono ancora come un punto di riferimento importante, si rivolgono già a lui come a un santo…
R. – E’ fondamentale. Già stamattina (ieri – ndr) la gente era in fermento per aspettare questo annuncio. Le persone più umili, i più poveri, aspettavano con ansia che si sapesse la data del loro “monseñor”, non c’è neanche bisogno di aggiungere Romero. E ancora la gente va al feretro di mons. Romero, nella cripta e lì parla con mons. Romero come se fosse vivo e gli racconta le sue pene. E tuttora mons. Romero è un punto di riferimento imprescindibile per i salvadoregni che sono afflitti oggi da nuovi problemi: non più la guerra civile ma la violenza dovuta al narcotraffico e ai “pandillas”.
Fonte. Radio Vaticana