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Bergoglio mi salvò la vita: lo rivela un gesuita di Asunción

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José Luis Caravais, un gesuita andaluso, ricorda come un giovane Jorge Mario Bergoglio lo aiutò negli anni ’70 a scappare da Buenos Aires perché minacciato dai gruppi paramilitari argentini

«Il Papa mi ha salvato la vita». José Luis Caravais, gesuita andaluso da anni in Paraguay, ricorda come un giovane Jorge Mario Bergoglio lo aiutò negli anni ’70 a scappare da Buenos Aires perché minacciato dai gruppi paramilitari argentini.

«Sono arrivato in Paraguay da studente, ho sempre lavorato vicino ai `campesinos´, ero un sacerdote-contadino. Sono stato espulso dopo essere designato nelle Leghe agrarie cristiane. A cacciarmi fu `il biondo´», ha raccontato Caravais al quotidiano locale La Nacion, riferendosi al generale Alfredo Stroessner, dittatore per decenni del paese dove in questi giorni si trova in visita Bergoglio.

Gli sgherri di Stroessner lo presero nel maggio del 1972: «minacciarono di torturarmi, come avevano fatto tra gli altri con padre Uberfil Monzon, un sacerdote uruguaiano», ricorda Caravais, che dopo essere liberato si trasferì nella regione del Chaco argentino, al confine con il Paraguay, dove lavorò insieme ai taglialegna della zona.

«Decisi di andare a Buenos Aires, fu in quel momento che conobbi Bergoglio, il quale era appena stato nominato superiore provinciale dei gesuiti» e che – sottolinea – lo fece vivere presso il collegio di San Miguel che i gesuiti hanno alle porte della capitale.

«Un giorno mi avvisò che insieme ad altri sacerdoti ero finito nel mirino dei paramilitari e che era meglio se lasciavo il paese. Io ero molto stanco, mi trovavo già in Spagna e decisi di rimanerci», ricorda il religioso, ricordando che nella capitale argentina aveva lavorato «con i contadini nelle esplosive `villas miserias´ della città.. se fossi rimasto lì credo mi avrebbero ucciso».

Oggi Caravais vive ad Asuncion, ai `Banados sur´, una delle zone più povere della capitale.

Fonte: Quotidiano ‘La Stampa’

 

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