Continua la ricerca di Salah Abdeslam e Mohamed Abrini. Afp: “I due, più la mente degli attentati di Parigi, nella lista con nomi di 85 radicalizzati stilata dai servizi belgi e trasmessa ad autorità locali” cinque mesi prima degli attacchi. Allarme antrace a Bruxelles: evacuata grande moschea. Napoli a porte chiuse col Club Brugge. In Francia, trasferte vietate ai tifosi.
E’ scattata a Sambreville e non nella vicina Auvelais, come comunicato in un primo momento dai media locali, la massiccia operazione della polizia belga nella provincia di Namur, non lontano da Charleroi. Lo ha confermato la procura generale alla tv pubblica Rtbf, aggiungendo che ci sono state diverse perquisizioni, alla ricerca di armi ed esplosivi, più che di persone. In una nota, la Procura comunica che nessun arresto è stato eseguito. In Belgio, il livello di allerta è scalato da 4, il massimo grado, a 3. Le forze dell’ordine continuano a lavorare per stanare i due jihadisti ricercati dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre: Salah Abdeslam e Mohamed Abrini. Da ieri, il governo belga ha autorizzato la riapertura delle scuole, delle attività commerciali e del trasporto pubblico dopo quattro giorni di chiusura totale. Sul livello di allerta, ha precisato il primo ministro, ogni decisione sarà adottata sulla base delle informazioni fornite da una organizzazione “indipendente”.
Forze speciali antiterrorismo in azione anche in Germania: gli agenti hanno fatto irruzione in una moschea di Charlottenburg, periferia ovest di Berlino, dopo l’arresto di due persone sospettate di appartenere a una cellula islamica estremista. Un portavoce della polizia non ha fornito ulteriori dettagli sugli arrestati o sulle ragioni dell’operazione. Secondo la Bild, i due arrestati sono sospettati di aver pianificato un attentato terroristico. Poco prima, il capo della polizia federale Hans-Georg Maasen aveva dichiarato all’agenzia di stampa Austria che le autorità tedesche ricevono ogni settimana una o due informative “piuttosto concrete” riguardanti attività terroristiche pianificate. Maasen aveva anche confermato quanto affermato ieri dal presidente francese Hollande, in conferenza stampa all’Eliseo con la cancelliera Angela Merkel: tra le migliaia di persone in fuga dalla Siria si celano jihadisti dello Stato Islamico che arrivano in Europa per mettere in atto piani terroristici. Secondo Maasen, gli estremisti non sfruttano sistematicamente il flusso dei rifugiati per infiltrarsi. Il capo della polizia federale tedesca ha offerto anche delle cifre: il suo ufficio è a conoscenza di 7900 gli islamici radicalizzati che in Germania sostengono la violenza per il raggiungimento dei loro obiettivi, con alcuni di loro impegnati anche a fare proseliti tra i migranti.
Allarme antrace in moschea in Belgio, dove il più antico luogo del culto islamico a Bruxelles è stato evacuato in seguito al ritrovamento di diverse lettere contenenti “polvere bianca”. In realtà si trattava probabilmente di farina, come ha fatto sapere la polizia belga. La moschea, non lontana dal Parlamento europeo, è stata raggiunta dalle squadre di decontaminazione, insieme al laboratorio mobile per recuperare le lettere da analizzare. Le sette persone che si trovavano all’interno della moschea sono state trasportate precauzionalmente in ospedale.
Ma un’altra notizia scuote l’opinione pubblica, evidentemente non solo belga: Abdeslam e Abrini, ma anche Brahim Abdeslam e soprattutto la mente degli attentati, Abdelhamid Abaaoud, figuravano in una lista di 85 “radicalizzati” stilata dai servizi segreti del Belgio e trasmessa alle autorità municipali di Molenbeek nel giugno 2015, ben cinque mesi prima degli attentati di Parigi. Lo ha confermato all’Afp una fonte vicina al comune di Molenbeek coperta da anonimato. “La lista era stata trasmessa nel giugno del 2015 dall’Ocam (letteralmente, Organo di coordinamento per l’analisi della minaccia) al borgomastro di Molenbeek (il sindaco Françoise Schepmans, ndr) e al comandante della polizia locale”.
La fonte ha confermato la presenza in quell’elenco di Abdelhamid Abaaoud, belga di origini marocchine, 28 anni, il presunto organizzatore delle azioni terroristiche del 13 novembre, rimasto ucciso nel blitz delle teste di cuoio francesi in un appartamento di Saint-Denis, nel nord di Parigi. Accanto al suo nome, l’indicazione: “Radicalizzato, partito per la Siria”. In lista anche i fratelli Salah, 26 anni, e Brahim Abdeslam, 31, definiti dai servizi come “radicalizzati, appartenenti al movimento islamista”. Si ritiene che il ricercato Salah sia tornato in Belgio qualche ora dopo gli attentati nella capitale francese, mentre suo fratello Brahim si è fatto esplodere durante i raid terroristici.
Quanto a Mohamed Abrini, 30 anni, ricercato dopo essere stato identificato come l’uomo ripreso da una telecamera di sicurezza in auto con Salah due giorni prima degli attentati, veniva catalogato come “presumibilmente partito per la Siria e presumibilmente di ritorno”. L’Ocam aveva compilato l’elenco, ha spiegato ancora la fonte anonima, dopo lo smantellamento di una cellula jihadista a Verviers, nell’est del Belgio, il 15 gennaio del 2015, una settimana dopo la strage a Charlie Hebdo. A Verviers la polizia belga prese d’assalto un appartamento dove si trovavano tre jihadisti: due furono uccisi, il terzo catturato e interrogato. La cellula aveva contatti con Molenbeek e i servizi compilarono la lista dei personaggi segnalati per “avere una visione d’insieme” su quanti che avrebbero potuto essere legati ai jihadisti partiti per combattere con l’Is in Siria o di ritorno in Belgio.
La notizia è destinata a rafforzare le convinzioni di chi crede che non tutto è stato fatto per evitare gli attentati terroristici. Ad esempio, i parenti di alcune delle 129 vittime degli attentati di Parigi che criticano apertamente il governo francese per non aver saputo prevenire tanto spargimento di sangue innocente. Due in particolare. Emma Prevost, sorella di Francois-Xavier, ha lanciato su Facebook l’appello a disertare la commemorazione nazionale delle vittime programmata per venerdì, a cui interverranno anche i familiari di Valeria Solesin. “Sono passati 10 mesi” dalla strage a Charlie Hebdo e “le stesse persone sono state capaci di ripartire, causando dieci volte più vittime”, scrive Emma. C’è poi Matthieu Mauduit, che ha perso il fratello nella carneficina al Bataclan. Anche Matthieu fa sapere su Facebook che venerdì diserterà la commemorazione: “Non voglio essere un trofeo politico esibito da un governo che non ha fatto niente per mesi, anzi anni”.
In Belgio, il Napoli giocherà stasera a porte chiuse la partita di Europa League contro il Club Brugge. Attenzione alla sicurezza degli spettacoli sportivi anche in Francia, dove le autorità hanno esteso una misura che vieta ai tifosi di seguire le squadre in trasferta nel prossimo weekend di campionato. La Federcalcio francese esegue così la decisione adottata dal ministero dell’Interno. Il divieto riguarda tutte le partite della categorie dei professionisti in tutto il Paese. Fino a metà dicembre, oltre al campionato e alla coppa di Francia, il divieto interesserà anche le competizioni internazionali, Champions League e Europa League. Due le ragioni della misura: la “scarsa disponibilità di forze di polizia” da destinare alla sicurezza dentro e fuori gli stadi perché già impegnate a presidiare luoghi sensibili nell’applicazione dello stato di emergenza proclamato dopo gli attentati; in secondo luogo, il peggioramento delle condizioni climatiche che si verificherà tra 30 novembre e 11 dicembre. Negli stadi sono stati rinforzati i controlli di sicurezza, dai metal-detector alle ispezioni personali.
Redazione Papaboys (Fonte www.repubblica.it)
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