“Non possiamo tacere davanti a questi ennesimi episodi di criminalità e intimidazione, che sfregiano il volto della nostra Reggio e feriscono il nostro senso di responsabilità e partecipazione”, sottolinea l’arcivescovo pensando “alla maggioranza dei reggini che subiscono questi vili attentati. Carissimi, non ci abituiamo a tali episodi. Alziamo la voce! Facciamo sentire il nostro dissenso! Senza paura facciamo capire ai malavitosi che esiste una Reggio che non accetta questa violenza, altrimenti rischiamo di diventare spettatori inermi di questa violenza che prima o poi, direttamente o indirettamente, ci toccherà da vicino”. La lettera del presule si conclude con un messaggio di speranza, quella speranza “che, in questo momento, anch’io avverto: possiamo cambiare Reggio! Possiamo farlo soprattutto dopo atti dolorosi come quelli di questi giorni. Atti dai quali possiamo liberarci. Sperare – conclude – non significa attendere passivamente che le cose cambino, ma significa iniziare a cambiarle personalmente e nel nostro piccolo, suscitando negli altri il desiderio e la volontà di fare altrettanto. Sperare è anche compiere diligentemente il proprio dovere, senza sconti per nessuno. Superiamo insieme, allora, questi ennesimi fatti mafiosi che infangano la nostra Reggio e ciascuno di noi e iniziamo un cammino virtuoso di testimonianza reciproca di un amore sincero nei confronti della nostra città”.
Fonte: Agensir
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