Secondo quanto denunciato dal sindaco di Mariupol Vadym Boychenko, si conterebbero già diecimila morti. Lo riporta la versione on line del quotidiano dei Vescovi Avvenire.
La furia dei bombardamenti non ha risparmiato nemmeno la Caritas locale.
Un carroarmato ha fatto fuoco contro l’edificio al cui interno c’erano diverse persone. Sette sono state uccise tra cui due dipendenti della struttura caritativa della Chiesa cattolica di rito latino.
Si è concluso dopo un colloquio di 75 minuti, l’atteso incontro del giorno tra il cancelliere federale austriaco Karl Nehammer e il presidente della Federazione russa Vladimir Putin. L’incontro tra il Bundeskanzler Nehammer e Putin si è svolto presso la residenza del presidente russo a Novo-Ogaryovo nel distretto Odintsovsky all’interno dell’Oblast di Mosca non distante dall’autostrada Rublyovo-Uspenskoye a ovest rispetto al centro della capitale russa. “Non è stato un incontro amichevole”.
Così la cancelleria austriaca, citata dal giornale online Kronen Zeitung, ha commentato il colloquio. Al colloquio erano presenti solo i due interpreti. Finora non si hanno altri dettagli
Dopo aver visto due giorni fa Zelensky a Kiev e prima dell’incontro con il presidente Putin il cancelliere austriaco aveva spiegato che la riteneva “una missione rischiosa”, ma importante “per gettare ponti per dialogare”. Nehammer prima della sua partenza per Mosca aveva ribadito che non sarà “moralmente neutrale” e che durante l’incontro affronterà anche i “crimini di guerra” commessi in Ucraina.
“Parlare non significa rinunciare alla propria posizione, anzi la illustrerò”, ha aggiunto.
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Secondo il cancelliere austriaco, “tutto ciò che può essere fatto per aiutare il popolo ucraino e per fermare la guerra va fatto”. Serve “diplomazia personale”, ha proseguito.
Gli obiettivi sono un possibile dialogo tra Zelensky e Putin, un cessate il fuoco o i corridoi umanitari. Nehammer vuole “fare di tutto per poter intraprendere passi verso la pace”, anche se le possibilità di ottenere qualcosa sono scarse, ha ammesso. “‘Meglio non fare niente’ non è il mio approccio”, ha ribadito Nehammer che vuole presentarsi come “costruttore di ponti” e “fare di tutto per fermare” la guerra.
L’articolo originale su Avvenire